Oltre nove peruviani su dieci credono che, di fronte alle persistenti proteste nel Paese, le elezioni in Perù debbano essere anticipate, al contrario di quanto ha deciso il Parlamento, respingendo le richieste dei manifestanti e anche della presidente Dina Boluarte. Lo rivela l’ultimo sondaggio realizzato dall’Istituto di studi peruviani (Isp), da cui emerge che, se il 93% degli intervistati è d’accordo di non attendere il 2026 per votare, il 73% crede che la consultazione debba avvenire entro il 2023. Consultati invece sulla gestione della presidente Boluarte, solo il 17% degli intervistati la approva, mentre il 76% la considera negativa, con un amento del 5% rispetto al precedente sondaggio. Non va molto meglio né al premier Alberto Otárola, il cui operato è disapprovato dal 71% del campione, ed approvato da un 20%, né al Parlamento che è criticato dall’89% dei peruviani, e sostenuto solo da un magro 7%. Quando Dina Boluarte è stata consacrata sesto presidente del Perù in cinque anni, ha affrontato battaglie su due fronti: placare i legislatori che avevano estromesso il suo capo e predecessore Pedro Castillo e calmare i manifestanti infuriati per la detronizzazione di un altro presidente. Il primo passo che ha fatto il primo giorno da presidente è stato cercare una “tregua politica” con il Congresso – un’offerta di pace al corpo legislativo che era stato in contrasto con Castillo e lo aveva messo sotto accusa a dicembre dopo che aveva tentato in modo antidemocratico di sciogliere il Congresso. La sua presidenza però sembra ancora più tormentata del mandato interrotto di Castillo. Diversi ministri del suo governo si sono dimessi mentre il Paese è scosso dalle proteste più violente degli ultimi decenni. Martedì è stata costretta a chiedere ancora una volta una tregua, questa volta facendo appello ai manifestanti, molti dei quali provengono dalle aree rurali a maggioranza indigena del Perù, dicendo in quechua che lei è una di loro. Ma evidentemente essere sostenuta dal voto rurale e indigeno non le basta in quella che gli analisti definiscono la rivolta popolare più mortale in Sud America negli ultimi anni.
Dina Boluarte, è la prima presidente donna del Perù. Membro del partito di stampo socialista Perù Libre, avvocata, di 60 anni, Boluarte ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Parlamento, dopo la sfiducia dell’aula all’ormai ex presidente Pedro Castillo. Boularte, che in precedenza ricopriva la carica di vicepresidente, assume la guida della Repubblica come previsto dalla Costituzione.
Boluarte ha assicurato di voler difendere “la sovranità nazionale” e “l’indipendenza delle istituzioni democratiche”. “C’è stato un tentativo di colpo di stato, promosso da Pedro Castillo, che non ha trovato eco nelle istituzioni della democrazia e nella piazza. Questo Congresso, in risposta al mandato costituzionale, ha preso una decisione ed è mio dovere agire di conseguenza”, ha sottolineato.
Chi è Dina Boluarte
Dina Boluarte, è la prima presidente donna del Perù. Membro del partito di stampo socialista Perù Libre, avvocata, di 60 anni, Boluarte ha prestato giuramento in una seduta straordinaria del Parlamento, il 7 dicembre 2022, dopo la sfiducia dell’aula all’ormai ex presidente Pedro Castillo. Boularte, che in precedenza ricopriva la carica di vicepresidente, ha così assunto la guida della Repubblica come previsto dalla Costituzione.
Boluarte ha assicurato di voler difendere “la sovranità nazionale” e “l’indipendenza delle istituzioni democratiche”. “C’è stato un tentativo di colpo di stato, promosso da Pedro Castillo, che non ha trovato eco nelle istituzioni della democrazia e nella piazza. Questo Congresso, in risposta al mandato costituzionale, ha preso una decisione ed è mio dovere agire di conseguenza”, aveva detto a dicembre. Purtroppo ora però a pochi mesi dal suo insediamento anche la Boluarte pare essere destinata a dire addio alla sua carica.
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