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COSPITO È STATO TRASFERITO NEL CARCERE DI OPERA, MA IL 41 BIS NON CAMBIA


Alfredo Cospito, il militante anarchico insurrezionalista, condannato a 10 anni e 8 mesi nel 2014 per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare e  successivamente condannato all’ergastolo ostativo per l’attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano in provincia di Cuneo, è stato trasferito nel carcere di Opera in provincia di MiIano per sicurezza, ma il suo regime carcerario non è cambiato, il 41 bis resta. Lo ha comunicato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa con i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e dell’Interno Matteo Piantedosi comunicando le decisioni finali del Consiglio dei ministri. Fuori dal carcere e via Telegram, i sostenitori dell’anarchico continuano a lanciare strali e promettono vendetta. Per sabato è stato annunciato un corteo da Piazza Vittorio al momento non autorizzato.

Nordio riferirà domani pomeriggio alle 16 all’Aula della Camera sulla vicenda relativa a Cospito. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Ci auguriamo”, ha affermato Tajani in  conferenza stampa, “che tutti sostengano l’azione del governo contro la violenza. Lo Stato reagisce con la forza della legge alla violenza di chi ha attaccato beni privati e pubblici, in Italia e all’estero, si è orchestrata una campagna internazionale anarchica contro le istituzioni e contro i beni privati. Gli ultimi 40 giorni sono stati segnati da attacchi più o meno gravi contro sedi diplomatiche e contro funzionari diplomatici.  Abbiamo dato l’allerta immediata alzando le misure di sicurezza, aumentando il numero del contingente dei Carabinieri all’estero e chiedendo la collaborazione con le forze dell’ordine dei paesi che ospitano le sedi diplomatiche” ha proseguito Tajani. “La Farnesina è impegnata a tutelare le sedi diplomatiche in tutto il mondo. Da inizio di dicembre”, ha aggiunto il ministro, “c’è stato un crescendo di attacchi terroristici o solo dimostrativi contro il personale dello stato e questo è odioso perché si tratta di servitori dello Stato che sono stati minacciati e sedi in territorio italiano anche se all’estero”.

A dire la sua si è aggiunto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio che senza esitazioni ha commentato: “Contro la violenza non si tratta”. Aggiungendo: “L’ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e tenderebbe a giustificare il mantenimento del 41 bis. Il trasferimento di Cospito nel carcere di Opera non è un minimo cedimento dello Stato. Ma la tutela della salute è principio sacro e inderogabile. In questo momento storico penso che il 41 bis sia indispensabile e sia necessario”, ha aggiunto Nordio. “In ogni caso la magistratura è sovrana, guai se il ministero influenzasse i loro pareri”, ha concluso. 

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, domani presiederà una riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo con forze di polizia ed intelligence. “Non ci sarà  alcuna valutazione sulla procedura del 41 bis o su Cospito. Non ci sono motivi per dire che non è successo niente, ma neanche che la minaccia terroristica è dietro l’angolo. Prenderemo decisioni equilibrate. Non siamo assolutamente condizionati dalle vicende del detenuto Cospito che passa attraverso la valutazione dell’autorità giudiziaria”, ha ribadito Piantedosi. “Non so se c’è una saldatura tra mafiosi e terroristi al carcere duro, ma se chi subisce il 41 bis se ne lamenta, vuol dire che è efficace, che funziona dal punto di vista dell’attività di prevenzione e dello Stato”, ha sottolineato il ministro, che poi ha anche parlato di rischio di ricompattamento di frange diverse dagli anarchici. “Nella manifestazione dell’altra sera a Roma per Cospito c’era una componente estranea agli anarchici. Il fatto è all’attenzione delle forze di polizia”, ha affermato il ministro dell’Interno in conferenza stampa alla presidenza del Consiglio. “La minaccia del suicidio in carcere o di lasciarsi morire di fame non può stravolgere i principi democratici riguardo al trattamento penale stabilito dai processi. Nella Costituzione non c’è scritto che lo sciopero della fame può alterare il sistema di funzionamento della democrazia”, ha proseguito Piantedosi.  Dal suo canto Cospito dal carcere di Opera ha fatto sapere che “continuerà lo sciopero della fame”. L’ha ribadito al medico che lo ha visitato ieri, subito dopo il suo ingresso nel nuovo carcere nell’hinterland di Milano. Ha chiesto solo dello zucchero probabilmente da usare in caso avesse dei mancamenti. “E basta integratori” ha detto aggiunto al suo legale Flavio Rossi Albertini che ha reso pubblica la sua decisione durante un suo intervento nel programma Menabò in  onda su Rai1.

“Affermare che il Pd possa essere contiguo in qualche modo al terrorismo o al mondo dell’anarchia, credo che sia stata un’affermazione decisamente al di sopra delle righe. Immagino sia involontariamente sfuggita al collega Donzelli”. Così, in un’intervista di iNews24, Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, si è espresso sulle parole del deputato di Fratelli d’Italia nei confronti di alcuni esponenti del Pd. “La polemica ci sta, ma bisogna stare entro determinati limiti che il collega Donzelli ha superato, nella foga oratoria”, ha aggiunto Tosi.  Il deputato di Forza Italia contro l’abolizione del 41bis nei confronti di Cospito, ha aggiunto: “Non subisce violenze, non è perseguitato e lo sciopero della fame è una sua iniziativa, quindi è libero di farlo. Così come ha deciso di mettere bombe e sparare alle persone. È un delinquente pericoloso ed ha quello che si merita. Non è un eroe, è un delinquente: questo va chiarito”. Ed aggiunge: “A dipingerlo come una vittima si rischia l’emulazione. Invece va chiarito che è un delinquente pericoloso: uno che ha messo bombe per uccidere e che ha sparato addosso alle persone”.  Inoltre, sul 41bis, Tosi dichiara: “Non si pone il tema, guai a toccarlo. Il 41 bis è strutturato per evitare che persone, come faceva Cospito, abbiano contatti con l’esterno e facciano ulteriori danni. È un regime riservato solo ad alcuni delinquenti particolarmente pericolosi che hanno rapporti dimostrati, perché siano messi in condizione di non nuocere ulteriormente. Quindi guai a toccare il 41bis”.



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