Giovedì 2 febbraio il Parlamento ha adottato una risoluzione che affronta la prospettiva di adesione dell’Ucraina all’UE, e invita l’UE ad “adoperarsi per l’avvio dei negoziati di adesione e a sostenere una tabella di marcia che delinei le prossime tappe per consentire l’adesione dell’Ucraina al mercato unico dell’UE”. Ribadendo il proprio impegno per la futura adesione dell’Ucraina all’UE in seguito alla domanda presentata dal Paese il 28 febbraio 2022, i deputati hanno sottolineato che l’adesione rimane un processo meritocratico che richiede l’adozione e l’attuazione delle riforme pertinenti e l’adempimento delle riforme e dei criteri di adesione dell’UE. Inoltre, hanno invitato le autorità ucraine a introdurre riforme sostanziali al fine di soddisfare efficacemente i criteri di adesione all’UE il prima possibile.
Aumentare il sostegno dell’UE all’Ucraina
Il Parlamento ha esortato i Paesi UE a potenziare e ad accelerare la loro assistenza militare all’Ucraina, in particolare la fornitura di armi, ma anche il necessario sostegno politico, militare, economico, infrastrutturale, finanziario e umanitario. Inoltre, nel testo si legge un chiaro invito rivolto ai leader presenti al prossimo vertice UE-Ucraina, a dare priorità alla necessità di un pacchetto di misure dell’UE per sostenere la ripresa dell’Ucraina, incentrato sul soccorso, la ricostruzione e la ripresa del paese nell’immediato e a medio e lungo termine, il cui scopo è quello di rafforzare ulteriormente la crescita dell’economia una volta terminata la guerra. Valutando le esigenze di ricostruzione dell’Ucraina, i deputati hanno ribadito anche la richiesta di consentire l’uso dei beni congelati della Banca centrale russa, oltre che i beni degli oligarchi russi, per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Una risposta UE più forte contro la Russia
I deputati hanno inoltre esortato tutti i Paesi UE a continuare a dar prova di unità di fronte alla guerra della Russia contro l’Ucraina, invitandoli ad adottare quanto prima il decimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia e a presentare proposte per l’ulteriore sviluppo delle sanzioni, includendo nuovi settori e persone. Secondo i deputati, l’elenco delle persone oggetto di sanzioni dovrebbe essere ampliato per includere le società russe ancora presenti sui mercati dell’UE, come Lukoil e Rosatom, e dovrebbero essere introdotte sanzioni per i funzionari coinvolti in un’ampia gamma di attività illegali come le deportazioni forzate, la detenzione illegale di attivisti civili e membri dell’opposizione politica russa, e i “referendum” illegali a Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e Donetsk. Infine, il Parlamento ha ribadito la sua richiesta di un embargo immediato e totale sulle importazioni di combustibili fossili e uranio dalla Russia nonché la completa dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
La Commissione europea sta mobilitando 10 milioni di euro per assistere i bambini orfani di guerra in Ucraina. Intanto, la Cina sta fornendo a Mosca la tecnologia di cui l’esercito russo ha bisogno per il conflitto, nonostante le sanzioni internazionali e i controlli all’export. Lo riporta il Wall Street Journal sulla base di un’analisi dei dati doganali, dai quali emerge che aziende statali cinesi della difesa stanno spedendo attrezzature per la navigazione, tecnologia e componenti per jet da combattimento a società statali russe sanzionate. E lo spettro del nucleare torna a far tremare l’Ucraina e il mondo, con il falco russo Dmitry Medvedev che evoca l’uso dell’atomica come risposta agli attacchi di Kiev alla Crimea o a qualsiasi altra regione russa. Ma Kiev non si fa intimidire, e invita a «ignorare» Medvedev. Perché «la Crimea è Ucraina. Pertanto, le minacce di ‘attacchi di rappresaglia’ sono solo una conferma dell’intenzione di commettere omicidi di massa e un tentativo di spaventarci». La situazione in prima linea in Ucraina è difficile, ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky, in queste ore, anche se si è detto fiducioso che Kiev uscirà vittoriosa, anche grazie agli aiuti militari occidentali, dalla guerra iniziata dalla Russia quasi un anno fa. “Il nemico continua a inviare nuove forze per sfondare le nostre difese. Ora è molto difficile a Bakhmut, a Vuhledar e verso Lyman”, ha detto Zelensky. Ma ritiene che la “fermezza” degli ucraini alla fine avrà la meglio, impedendo i piani di conquista russi, ha detto.
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