In un mercato competitivo come quello attuale, le aziende non possono permettersi di “dimenticarsi” dei dipendenti che se ne vanno in ottimi rapporti e che potrebbero essere tentati di tornare se si presentasse l’occasione. Ecco perché molti datori di lavoro dispongono di programmi di rientro che consentono loro di mantenere i contatti con gli ex dipendenti e, se le circostanze lo consentono, di riassumerli. Per saperne di più sui motivi che spingono le persone a licenziarsi e se prenderebbero in considerazione la possibilità di tornare da un datore di lavoro per il quale hanno già lavorato, Michel Page ha intervistato più di 5.400 candidati in tutta Europa. Più di sette intervistati su 10 (73%) hanno dichiarato di aver lasciato volontariamente un lavoro almeno una volta.
Quali sono i fattori che hanno scatenato la loro decisione?
Il 41% ha dichiarato di voler acquisire maggiori responsabilità e dare un boost alla propria carriera; Il 36% era semplicemente alla ricerca di un cambiamento, in altri casi circa il 20% degli intervistati ha dichiarato di essere stato spinto dal desiderio di migliorare la retribuzione e i benefit, dalla sensazione di non condividere i valori dell’azienda attuale e da motivi personali. Non tutti coloro che lasciano un’azienda lo fanno dopo aver già trovato un nuovo lavoro. Il 36% degli intervistati ha dichiarato di aver dato le dimissioni da un lavoro almeno una volta nel corso della propria carriera senza avere un nuovo impiego.
Chi lascia il lavoro si pente della propria decisione?
Più di un intervistato su quattro (28%) ha dichiarato di aver lasciato un lavoro e di essersene poi pentito. Di questi: Tornare o non tornare? Tornare indietro in un senso può far progredire in un altro? Ben il 69% degli intervistati ha dichiarato di essere tornato presso uno dei propri ex datori di lavoro o che prenderebbe in considerazione l’idea di farlo se si presentasse l’opportunità. Ma le aziende stanno facendo abbastanza per promuovere i loro programmi di rientro e incoraggiare questi ex dipendenti a tornare? Sembra di no. Quasi otto intervistati su 10 (79%) hanno dichiarato di non aver mai sentito parlare di questi programmi. È chiaro che le aziende devono impegnarsi per rendere più visibili queste iniziative. Allo stesso tempo, devono rivedere e migliorare continuamente la cultura organizzativa, visto che il 69% degli intervistati concorda sul fatto che si tratta di un fattore critico nella decisione di un dipendente di tornare. La buona notizia per le aziende è che solo una minoranza degli intervistati ritiene che tornare da un precedente datore di lavoro sia un errore. Il 42% degli intervistati non è d’accordo con l’affermazione che i candidati non dovrebbero mai tornare, mentre il 43% non è né d’accordo né in disaccordo. Inoltre, il 38% degli intervistati ritiene che, alla fine, il ritorno sia una soluzione vantaggiosa per le aziende e per i loro ex dipendenti.
I ruoli più richiesti
Quali sono le caratteristiche dei manager ideali?
Per capire le priorità dei candidati di oggi, PageGroup ha condotto un sondaggio su più di 5.000 persone in tutta Europa. L’obiettivo era scoprire le caratteristiche che rendono un manager ideale e gli errori di leadership che possono rendere il lavoro dei sogni un incubo. Una delle caratteristiche peculiari è la leadership. Il manager ideale è una guida, un mentore e un insegnante che può ispirare e motivare i dipendenti per raggiungere il loro potenziale. Per la maggior parte degli intervistati (58%), la riconoscenza è sinonimo di promozione o, almeno, di un aumento di responsabilità. Anche una ricompensa in termini di denaro è molto apprezzata per un lavoro ben fatto. È tuttavia molto interessante notare che il 49% degli intervistati afferma che una forma di riconoscenza molto apprezzata è l’ascolto diretto da parte del manager. Quali sono le priorità dei dipendenti? Il 93% degli intervistati sostiene che la trasparenza aziendale rappresenta un ingrediente essenziale nel “lavoro dei sogni”. Inoltre, le aziende che credono nei talenti e alimentano la crescita di carriera sono molto apprezzate dai dipendenti. Infine, in tempi di COVID e lavoro remoto, non è una sorpresa segnalare che l’88% degli intervistati ha confermato l’equilibrio vita-lavoro come uno dei capisaldi del “lavoro dei sogni”. Alcuni aspetti che un tempo erano importanti assumono ora meno rilevanza per i dipendenti rispetto a qualche anno fa. Ad esempio, il 70% degli intervistati ha detto di ritenere importante che le aziende offrano uffici accoglienti e una dotazione moderna. Per quanto riguarda le attività di team building, il 63% le ritiene una priorità, ma questo numero sale al 71% se si considerano persone con meno di due anni di esperienza.
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