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TRUMP SLITTA LA DECISIONE DEL GRAN GIURÌ


Non e’ attesa alcuna decisione questa settimana riguardo l’inchiesta sul ruolo di Donald Trump per il presunto pagamento segreto e in nero della pornostar Stormy Daniel. Il gran giurì di Manhattan che sta indagando sulla questione domani giovedì 30 marzo, dovrebbe prendere in considerazione altre questioni. E la prossima settimana si prenderà anche una pausa di due settimane precedentemente programmata, ha detto ieri una persona che ha familiarità con la questione. Ciò significa che un voto sull’opportunità o meno di incriminare l’ex presidente probabilmente non arriverà prima della fine di aprile. La pausa, che era stata programmata in anticipo quando il panel è stato convocato a gennaio, coincide con la Pasqua ebraica, la Pasqua e le vacanze di primavera per il sistema scolastico pubblico di New York City. La persona che ha confermato il programma del gran giurì non era autorizzata a parlare pubblicamente dei procedimenti segreti del gran giurì e lo ha fatto a condizione di anonimato con l’Associated Press.  

Il gran giurì oltre al pagamento in nero della pornostar, sta indagando anche sui soldi pagati durante la campagna presidenziale di Trump del 2016 a due donne che hanno affermato di aver avuto rapporti sessuali extraconiugali con lui. Accuse tutte negare da Trump, contraddetto però dal suo ex avvocato e faccendiere, Michael Cohen, che ha testimoniato come testimone chiave dell’accusa , ammettendo di avere pagato all’attrice porno Stormy Daniels $ 130.000 tramite una società di comodo da lui fondata ed è stato poi rimborsato da Trump, la cui società ha registrato i rimborsi come spese legali. All’inizio del 2016, Cohen ha anche disposto che l’ex modella di Playboy Karen McDougal venisse pagata $ 150.000 dall’editore del tabloid del magazine National Enquirer, che ha smorzato il gossip.

Le indagini però non si sono fermate. Un avvocato di Trump è comparso la scorsa settimana davanti a un gran giurì federale a Washington per indagare sulla possibile cattiva gestione di documenti riservati da parte di Trump dopo che i pubblici ministeri sono stati in grado di convincere un giudice di avere prove che l’ex presidente stesse usando la sua rappresentanza legale a sostegno di un crimine.

Un giudice ha anche stabilito che l’ex vicepresidente Mike Pence dovrà fornire la sua testimonianza al gran giurì per un’indagine separata che ha acceso i riflettori sugli sforzi di Trump e dei suoi alleati per annullare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. L’ex vicepresidente quindi sarà obbligato a comparire davanti al Gran giurì che dovrà decidere se incriminare o meno Trump per l’assalto a Capitol Hill. IE in caso di appello si approderebbe alla Corte Suprema.



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