Dopo 3 anni di assenza, a causa anche del blocco della pandemia, che ha fermato il mondo intero, Paolo Benvengù, all’anagrafe Paolo Giuseppe Benvengù, musicista con un talento innato da copywriter o da poeta simbolista torna sulla scena musicale con un nuovo EP Solo Fiori, disponibile dal 28 aprile in tutti gli store digitali e in formato fisico (12 pollici) su etichetta Woodworm Label, che contiene 5 tracce inedite: Italia Pornografica, Our Love song, 27-12 e Tulipani e la collaborazione con Malika Ayane in Non esiste altro, che lui descrive come un risveglio, una rinascita quotidiana, una storia antica come il tempo. Tanto quanto lo sono la volontà di combaciarsi degli amanti e le difficoltà del quotidiano, nell’impossibilità di trovare un proprio posto nel mondo.
Oggi lui sarà uno dei protagonisti dell’edizione 2023 del CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO di ROMA e poi presenterà i brani del suo nuovo EP e quelli che hanno segnato la sua ormai trentennale carriera durante due speciali appuntamenti dal vivo organizzati da Magellano Concerti: Il 6 maggio all’Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone di ROMA (ore 21:00, Viale Pietro de Coubertin, 30) e il 12 maggio alla Santeria Toscana 31 di Milano (Viale Toscana 31). Biglietti disponibili qui.
La nostra chiacchierata avviene telefonicamente e domanda dopo domanda cresce il mio interesse per questo poliedrico artista. E la prima domanda è inevitabilmente sul suo nuovo Ep.
Qual è stato il percorso che ti ha portato a realizzare Solo Fiori?
L’idea è stata semplicemente quella di continuare una narrazione iniziata con l’album Hermann del 2011. Domandandoci cosa è realmente rivoluzionario in questo momento, rispetto al bisogno assoluto di essere presenti, al centro dell’attenzione, sempre più in una società dove l’apparire appare vincente sull’essere. E la risposta è stata l’amore che non si nutre di ragione, e che per fortuna essendo irrazionale intercetta quasi sempre la follia dell’altro. Perciò io e i miei compagni (della sua ex band gli Scisma di cui lui è stato uno dei fondatori, ndr), abbiamo raccolto un bel po’ di materiale e realizzato un Ep che raccoglie le storie più significative e un romanzo che uscirà a novembre.
Ti descrivono con tre aggettivi cantautore scrittore intellettuale. In quale definizione ti riconosci di più?
Premesso che mi sento costantemente un eterno studente sempre in metamorfosi alla ricerca perenne di ninfa vitale, posso dire che i panni che vesto meglio sono quelli del cantautore, uno che racconta storie magari più per immagini, anche se scrivo moltissimo. Intellettuale? Posso solo definirmi una persona che sfrutta l’intelletto per costruire delle cose.
Nelle tue canzoni ti interroghi sull’amore, sulla percezione che si ha del prossimo, sull’ingenuità degli esseri umani, sulla complessità, ma al tempo stesso sulla complicità dei rapporti. Perché questa esigenza di fare questo excursus nella psiche delle persone?
Io sono un uomo del Novecento e col mondo reale odierno ho uno scontro perché in questo mondo non c’è nulla che gratuito. La percezione è che tutti facciano qualsiasi cosa solo per averne un ritorno materiale. Ecco perché parlo d’amore perché l’amore si salva ancora dall’interesse personale.
E tu come vivi l’amore?
In maniera folle, l’amore è follia. Io lo vivo in maniera apertissima e ogni giorno sono pronto a farmi disarcionare, a catapultare le mie certezze in nome dell’amore. Sono amorevolmente in amore.
Tu sei nato nel 1965 quando le relazioni si basavano su maggiori scambi personali, lettere. Insomma il mondo di Internet ancora lontano obbligava la gente ad avere contatti più fisici. Ecco come vivi questo cambio di comunicazione?
Non sono critico nei confronti di Internet, sì è vero sono cambiate le modalità, ma le persone in amore hanno le stesse esigenze di prima.
Tu nel 1993 sei stato il fondatore degli Scisma perché avete scelto questo nome per la vostra band?
Scisma era un manifesto programmatico nel momento in cui siamo nati già avevamo capito che ci saremmo sciolti… battute a parte, abbiamo scelto questo nome perché volevamo tracciare una demarcazione netta nel mondo musicale di quel periodo. Non cercavamo l’omologazione, ma la differenza e noi volevamo fare qualcosa ed essere qualcosa di alternativo per trovare la nostra posizione nel mondo.
Nel Duemila il gruppo di scioglie e tu inizi un nuovo cammino come solista con il tuo primo singolo Suggestionabili e l’album del debutto Piccoli Fragilissimi Film che segna una svolta nella tua carriera…
In quel periodo mi sono trasferito dal lago di Garda a Firenze e lì ho trovato dei bravi compagni di viaggio, con i quali ho realizzato molta musica.
Nel giugno del 2005 hai pubblicato un nuovo album Cerchi nell’acqua e nel 2008 hai creato con Marco Parente un progetto Proiettili Buoni e pubblicato l’omonimo album. Anche questo con un titolo evocativo. Legato a qualcosa che stava accadendo in quel periodo nella tua vita privata?
All’epoca cercavo l’insensatezza e se vogliamo vedere… cosa c’è di più insensato e meno pratico per un essere umano che passare la propria vita a buttare dei sassi nell’acqua? L’unica cosa che producono sono i cerchi nell’acqua che poi si infrangono. E questa è la metafora che inseguivo allora.
Nel 2009 tu inizi una collaborazione con Marina Rei, Giusy Ferreri e poi con Mina che interpreta il tuo brano Io e te contenuto in Piccoli Fragilissimi Film e lo inserisce nel suo disco Caramella uscito nel maggio 2010. Raccontaci il dietro le quinte di questa favolosa esperienza…
Quando mi chiamò la figlia Benedetta pensando a uno scherzo la mandai pure a quel paese. Quel giorno ero immerso con la testa nel lavoro. Arrivò questa telefonata da un numero a me sconosciuto e la donna si presentò dicendomi: “Pronto sono Mazzini… ed io le risposi prima di farle finire la frase: “E io sono Garibaldi” concludendo così la comunicazione. Poi lei comprensiva mi richiamò e da lì nacque tutto. Lei mi disse che a sua madre piaceva la mia canzone ed io ne rimasi più che compiaciuto e dopo la registrazione quando sentii per la prima volta il mio brano cantato da Mina il mio cuore andò a mille. Mi commossi molto.
Vi siete incontrati di persona?
No però ho un invito in sospeso che mi ha fatto Benedetta dicendomi che Mina mi aspetta in Svizzera per farmi provare le sue “favolose polpette”. Quindi spero ancora di sfruttare questa chance.
Poi nel 2015 la reunion con gli Scisma con l’EP Mr Newman…
Sì ci siamo ritrovati e abbiamo fatto 4 concerti che hanno reso ancora più speciale non solo la nostra collaborazione artistica, ma anche la nostra amicizia.
Nel marzo del 2018 inizia la collaborazione con lo scrittore e autore Nicholas Ciuferri, con il quale dai vita al progetto I Racconti delle Nebbie che riscuote un grande successo. Esce il primo album omonimo l’anno seguente con l’etichetta Woodworm Label poi nel marzo 2020 pubblichi un altro album Dell’odio dell’innocenza. Nel 2021 aggiungi ai tuoi successi Delle inutili premonizioni – volume 2 nel quale reinterpreti brani della new wave anni Ottanta… Toglimi una curiosità….C’è un luogo particolare che ti ispira maggiormente quando componi un brano o musica?
Quando guido e cammino, quando ho orizzonti lunghi davanti a me, ecco perché ho scelto di vivere in provincia e non in una grande città. Perché in provincia è possibile vivere spazi più sconfinati.
Un artista col quale ti piacerebbe lavorare, sia italiano sia straniero intendo…
Adoro Nick Cave, ma mi sembra un sogno irrealizzabile lavorare con lui.
C’è qualcosa che avresti voluto fare nella tua vita e non hai mai fatto?
Prendere un treno a caso, senza avere una destinazione precisa prima di salire e tornare quando ne avevo voglia.
Cosa ti fa stare bene nella vita?
Quando mi sento appartenente all’universo. A volte mi capita suonando.
Un errore che non vorresti avere fatto?
Quando ho avuto paura della gioia, restare nel limite delle proprie paure e insicurezze e non accettare la gioia è un errore gravissimo.
Quindi hai avuto paura di vivere un amore?
Anche, ma nel senso più allargato il limite è la paura della metamorfosi della vita, la paura di non riuscire a controllare gli eventi che nel mio caso che mi ha fatto chiudere a riccio e non mi ha fatto aprire alla gioia.
Sanremo… un appuntamento mancato perché?
Perché ci andrei da turista. Per ora. Ma se me lo proponessero perché no… parteciperei…
Mai dire mai a cosa nella vita?
Sempre. E mai dire mai alla vita. E all’amore.
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