Biden e McCarthy nella tarda serata di ieri hanno raggiunto un accordo per aumentare il limite del debito degli Stati Uniti eviterebbe il primo default del debito federale nella storia. L’accordo do ut des che contiene i tagli alla spesa richiesti dai Repubblicani in cambio dell’innalzamento del limite del debito per due anni il bilancio federale del prossimo biennio manterrebbe la spesa invariata per il 2024, ma subirebbe dei tagli nel 2025. Quindi la questione politica verrebbe rimandata a oltre le prossime elezioni presidenziali. Questo se tutto filerà liscio. In caso contrario potrebbe innescare il caos economico che potrebbe potenzialmente riversarsi sui mercati finanziari globali e devastare milioni di americani. La Casa Bianca ha avvertito che interromperà i pagamenti ai beneficiari della previdenza sociale, ai dipendenti del governo e ai membri delle forze armate. Gli Stati Uniti hanno migliaia di miliardi di dollari di debito in essere e il mancato pagamento degli interessi sui suoi obblighi sconvolgerebbe i mercati azionari e aumenterebbe notevolmente il costo del prestito per finanziare la spesa in deficit di Washington, che alla fine si ripercuoterebbe su imprese e consumatori.
“Abbiamo raggiunto un accordo di principio che è degno del popolo americano”, ha sottolineato McCarthy, parlando davanti ai giornalisti al Congresso. “Questo accordo è una buona notizia per il popolo americano perché evita quello che avrebbe potuto essere un default catastrofico e portare a una recessione economica, devastando i conti pensionistici e la perdita di milioni di posti di lavoro”, ha dichiarato Biden. McCarthy ha poi spiegato che lui e Biden avevano concordato un aumento di due anni del tetto del debito di $ 31,4 trilioni, estendendo il limite di prestito della nazione fino a dopo le elezioni presidenziali del 2024. La Casa Bianca ha affermato che accetterà limiti di spesa temporanei su finanziamenti non discrezionali, requisiti di lavoro più severi sui programmi di sicurezza sociale e consentire modifiche per accelerare i progetti di energia e gas. Il grande passo ora sarà fare digerire il compromesso ai rispettivi alleati al Congresso, una battaglia che si prevede in salita perché molti sono coloro che si dichiarano insoddisfatti sia tra i repubblicani sia tra i democratici (progressisti), i più arrabbiati, che hanno detto che Biden non avrebbe dovuto cedere alle richieste della destra.
Va anche detto che “se il quadro è stato ultimato” ora bisogna pensare alla cornice. Perché ci sono tanti particolari di contorno ancora da definire. Il pacchetto legislativo dovrebbe essere messo in votazione mercoledì 31 maggio alla Camera e successivamente al Senato. E sia la Camera sia il Senato controllato dai Democratici dovranno approvare un disegno di legge entro il 5 giugno, quando il Dipartimento del Tesoro prevede che il governo finirà i soldi per pagare i suoi conti.
Uno dei principali ostacoli al raggiungimento di un accordo è stata la rigidità con cui il Partito Repubblicano ha preteso di aumentare gli attuali requisiti di lavoro per i beneficiari dei programmi di assistenza federale, ma anche l’amministrazione Biden ha mostrato grande rigidità per mesi, non volendo negoziare con McCarthy, e sostenendo che il credito del Paese non dovrebbe essere usato come leva per ottenere altri obiettivi. Biden, in una dichiarazione alla fine di sabato, ha definito l’accordo “un importante passo avanti che riduce la spesa proteggendo i programmi fondamentali per i lavoratori e facendo crescere l’economia per tutti” precisando “che l’accordo protegge i risultati legislativi della sua firma, ma ha ammesso che “rappresenta un compromesso, il che significa che non tutti ottengono ciò che vogliono” esortando il Congresso ad approvarlo rapidamente”.
Quali saranno le voci interessate dai tagli in futuro? Per citarne un paio, il Medicaid, un programma federale sanitario attivo negli Stati Uniti il più importante e grande sistema sanitario per persone a basso reddito negli Stati Uniti, che riesce a fornire un’assicurazione sanitaria gratuita ad oggi a oltre 74 milioni di statunitensi (il 23% del totale). E i buoni pasto per il cui ottenimento i requisiti dovrebbero cambiare ponendo molti più limiti. Parlare di default ha già sortito qualche effetto facendo registrare una tendenza al ribasso negli ultimi giorni ai valori di Wall Street. Per ora la situazione è sotto controllo, ma eccessivi “up and down” potrebbero provocare una catastrofe economica. Mercoledì scorso, l’agenzia di rating del credito Fitch ha posto il rating AAA degli Stati Uniti su negativo, avvertendo di un potenziale declassamento se i legislatori non riusciranno a far passare l’accordo.
“Il popolo americano merita di sapere che i pagamenti della previdenza sociale saranno lì, che gli ospedali dei veterani rimarranno aperti e che il progresso economico sarà fatto e continueremo a farlo”, ha sottolineato Biden giovedì 25 maggio, durante una cerimonia al Rose Garden per annunciare il generale Charles Q. Brown Jr. come suo prossimo presidente del Joint Chiefs of Staff. “Il default mette tutto a rischio”, ha detto. “I leader del Congresso lo capiranno e saranno tutti d’accordo: non ci sarà alcun default”.
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