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MARY MCCARTNEY PARLA DEL DIETRO LE QUINTE DEGLI STUDI DI ABBEY ROADS


Non poteva che essere Mary McCartney, fotografa, regista e figlia di Paul e Linda McCartney, la director del docu film In These Walls could sing, su Abbey Roads che da oltre 90 anni sono un luogo mitico per l’industria musicale. Uscito nel Regno Unito il 6 gennaio su Disney+ visibile ora su questo canale in tutto il mondo, il documentario ripercorre la lunga storia dell’iconico studio londinese attraverso i racconti di Paul McCartney e Ringo Starr, Elton John, Roger Waters dei Pink Floyd, Liam Gallagher, Nile Rodgers, Noel e Liam Gallagher, Roger Waters, Cliff Richard, Celeste, Jimmy Page, George Lucas, David Gilmour, Colette Barber, direttrice degli studios e molti altri ancora.

Mary, che inizialmente era stata contattata in concomitanza con il 90° anniversario dello studio per dirigere il documentario dal regista scelta dal produttore candidato all’Oscar John Battsek (Un giorno a settembre Alla ricerca di Sugar Man) ha raccontato: “Quell’offerta mi colse di sorpresa e poi fui titubante nell’accettare quell’incarico. Ma poi dire sì e iniziare per me è stata un’emozione pazzesca. Amo la musica e sono cresciuta frequentando gli Abbey Road Studios. Ma non conoscevo nulla della loro storia”, ha aggiunto. “Quindi, quando ho scoperto che aveva 90 anni, sono rimasta davvero sorpresa: non avevo realizzato che era stato aperto nel 1931”. Il documentario inizia con Mary che entra negli studi, sullo sfondo mentre cammina si vedono appese alle pareti le foto di molti artisti e poi la sua immagine  da piccola seduta sul pavimento degli studios con gli occhi alzati verso l’obiettivo della mamma Linda (Eastman McCartney). E poi un altro scatto in cui i suoi genitori portano a spasso il loro pony Jet, facendolo camminare sopra le famose strisce pedonali all’esterno degli studios. 

Il documentario traccia i momenti chiave della storia musicale dello studio, dalle esibizioni classiche di Edward Elgar e Jacqueline du Pré, alla registrazione di album classici come Abbey Road dei Beatles e Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, fino a ospitare le maestranze di Hollywood, compositori come John Williams che ha registrato le colonne sonore di Indiana Jones: I predatori dell’arca perduta Star Wars ad Abbey Road. “Molte cose sono state una sorpresa anche per me” ha rivelato al termine dei lavori Mary, comprese quelle che provenivano direttamente da suo padre, erano nuove anche per lei. “Praticamente alcune cose le ho imparate [per la prima volta], ha precisato la figlia degli ex Beatles.

Il documentario combina filmati d’archivio e interviste girate all’interno dello studio, che secondo papà Paul le hanno permesso di dare un tocco personale al film. Sì perché Paul McCartney è un personaggio chiave nel documentario, che ricorda come lo studio, che ha visto gli arbori dei Beatles e sia diventato una parte leggendaria dell’identità della band. Alla domanda se suo padre le avesse dato dei consigli per girare questo documentario, Mary ha risposto: “Mi ha dato dei piccoli consigli, ma soprattutto mi ha insegnato come Abbey Road fosse davvero significativa e non solo come studio di registrazione”.

Durante il documentario, molti musicisti hanno parlato del loro legame personale con il leggendario studio e di come abbia influenzato i loro dischi. E anche Mary lo ha fatto. “Alcuni dei miei primi ricordi da bambina provengono da cose vissute proprio all’interno degli studi di Abbey Road. Per molto tempo ho desiderato raccontare la storia di questo luogo storico e alla fine ho realizzato questo sogno”, ha concluso.

ph. Disney +



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