Tony Bennett con Lady Gaga durante il loro Cheek to Cheek Tour nel 2015
Il cantante Tony Bennett, pseudonimo di Anthony Dominick Benedetto, nato a New York il 3 agosto 1926, considerato l’ultimo grande crooner americano dopo la morte di Dean Martin, Frank Sinatra e Perry Como, ieri 21 luglio è morto all’età di 96 anni, (non è stata precisata una causa specifica) dopo aver raggiunto molti record. Settant’anni di carriera, 20 Grammy Awards (di cui uno alla carriera nel 2001), 2 Emmy Awards. Con oltre 100 album all’attivo, è stato nominato NEA Jazz Master ed è entrato a far parte del Kennedy Center Honors. La dottoressa Sylvia Weiner, scrive AP, ha confermato la morte di Bennett, dicendo che è deceduto nella sua città natale di New York, senza precisare una causa specifica.
“Mi piace intrattenere il pubblico, fargli dimenticare i suoi problemi”, aveva detto l’artista all’Associated Press nel 2006. “Penso che le persone… siano commosse se sentono qualcosa che è sincero e onesto e magari ha un po’ di senso dell’umorismo. … Mi piace solo far sentire bene le persone quando mi esibisco”. Bennett è stato spesso elogiato dai suoi colleghi, ma mai in modo più significativo di quello che Sinatra fece in un’intervista alla rivista Life del 1965: “Tony Bennett è il miglior cantante del settore. Mi eccita quando lo guardo. Mi commuove. È il cantante che trasmette ciò che il compositore ha in mente e probabilmente qualcosa di più”. L’artista non solo è sopravvissuto all’ascesa della musica rock, ma ha guadagnato nuovi fan e collaboratori, alcuni abbastanza giovani da essere suoi nipoti. Nel 2014, all’età di 88 anni, Bennett ha battuto il proprio record come artista vivente più anziano con un album n. 1 nella classifica Billboard 200 per Cheek to Cheek, il suo progetto di duetti con Lady Gaga. Tre anni prima, invece è stato in cima alle classifiche con Duets II, ancora con Lady Gaga e poi con Carrie Underwood e Amy Winehouse, nella sua ultima registrazione in studio. Il suo rapporto con la Winehouse? Paterno, basta guardare il documentario candidato all’Oscar Amy, che mostrava Bennett che incoraggiava pazientemente la giovane cantante un po’ insicura mentre cantava Body and Soul.
Bennett è stato uno dei pochi artisti capaci di muoversi facilmente tra pop e jazz, con collaborazioni che facevano parte della sua crociata per esporre un nuovo pubblico a quello che chiamava il Great American Songbook disse in un’intervista del 2015 con Downbeat Magazine. “Nessun paese ha dato al mondo una musica così fantastica. Cole Porter, Irving Berlin, George Gershwin, Jerome Kern. Quelle canzoni non moriranno mai”.
Ironia della sorte, il suo contributo più famoso I Left My Heart In San Francisco però arrivò dalla collaborazione con due sconosciuti, George Cory e Douglass Cross, che nei primi anni ’60 offrirono a Bennett questa canzone d’autore che gli regalò un grande successo, proprio nel momento in cui la sua carriera era in una pausa. Pubblicata nel 1962 come lato B del singolo Once Upon a Time, questo brano fece vincere a Tony i suoi primi due Grammy.
I 90 anni e la malattia di Alzheimer
Il 3 agosto 2016 Tony Bennett compì 90 anni e l’evento venne celebrato con una festa a cui presero parte vari cantanti e attori, tra cui Lady Gaga, Stevie Wonder, John Travolta e Bruce Willis. Il successivo 19 agosto, di fronte al Fairmont Hotel di San Francisco, Bennett partecipò all’inaugurazione di una statua alta otto metri che lo raffigurava, accolto da un coro di fan che per omaggiarlo cantò per lui I Left My Heart in San Francisco.
Nel novembre 2016 Bennett annunciò anche l’uscita di un album live celebrativo dei suoi 90 anni, dal titolo Tony Bennett Celebrates 90, che vide la partecipazione di numerosi cantanti tra cui Michael Bublé, Lady Gaga, Diana Krall, k.d. lang, Andrea Bocelli, Rufus Wainwright, Leslie Odom Jr., Stevie Wonder. L’album vinse un Grammy Award nella categoria “miglior album vocale pop tradizionale”.
Nel 2021, quando fu reso reso noto che era malato di Alzheimer, venne annunciato anche un nuovo album jazz in collaborazione con Lady Gaga e due serate di concerti al Radio City Music Hall di New York, denominate One Last Time: An Evening with Tony Bennett and Lady Gaga, che furono le ultime esibizioni dal vivo del cantante. l figlio e manager di Bennett, Danny, verso la metà di agosto ha annunciato il ritiro del padre dalle scene. Il 1 ottobre 2021 è uscito il suo 103º ed ultimo album in studio intitolato Love for Sale, inciso insieme a Lady Gaga.
Bennett nel 1952 si sposò a Manhattan con Patricia Beech, giovane jazzista dell’Ohio conosciuta dopo una serata in cui si era esibito in un locale di Cleveland. Dall’unione nacquero due figli: il primogenito D’Andrea (detto Danny) nel 1954 e Daegal (detto Dae) l’anno successivo. Il matrimonio con la Beech si concluse con il divorzio nel 1971, dopo una grave crisi coniugale. Nello stesso anno Bennett sposò l’attrice Sandra Grant, dalla quale ebbe altre due figlie: Joanna (nata nel 1970) e Antonia (nata nel 1974). Ma anche quel matrimonio finì con un divorzio. Nel 2007 Tony pronunciò il terzo sì dopo aver deciso di sposare Susan Crow, di quarant’anni più giovane.
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