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L’ALLARME DEGLI SCIENZIATI, L’ANTARTIDE SI STA SCIOGLIENDO SEMPRE PIÙ VELOCEMENTE


In Antartide, uno dei luoghi più remoti e desolati della Terra, gli scienziati affermano che la temperatura si è ulteriormente alzata dando il via a numerosi eventi meteorologici tanto preoccupanti quanto stravaganti. La sua estremità occidentale e in particolare la sua penisola hanno visto un drammatico scioglimento della calotta glaciale che minaccia massicci innalzamenti del livello del mare nei prossimi secoli, mentre il lato orientale ha segnalato un insolito aumento del ghiaccio. 

Il ghiacciaio Thwaites in Antartide, noto anche come Doomsday Glacier, che è grande quanto l’intera Florida, secondo un recente studio, si sta sciogliendo in modi inaspettati che potrebbero portare al suo rapido collasso. Il Thwaites si trova nell’Antartide occidentale e copre 74.000 miglia quadrate (192.000 chilometri quadrati). Una parte del ghiacciaio si protende nell’oceano e trattiene il resto della massa di ghiaccio che giace sulla roccia, impedendole così di scivolare dalla terra al mare. Poiché il ghiacciaio degrada verso il mare, è particolarmente suscettibile ai cambiamenti climatici e della temperatura oceanica che potrebbero portare a una rapida e irreversibile perdita di ghiaccio. Che cosa accadrebbe se crollasse? Il suo crollo potrebbe causare un catastrofico innalzamento del livello del mare ecco perché viene chiamato da tutti “il ghiacciaio dell’apocalisse”. L’aumento del livello dell’acqua di mare potrebbe attestarsi intorno ai 65 centimetri. E ciò potrebbe, a sua volta, destabilizzare i ghiacciai vicini, aumentando potenzialmente i futuri livelli del mare di quasi altri 3 metri.

Per valutare la vulnerabilità al collasso del ghiacciaio due team di ricercatori dell’International Thwaites Glacier Collaboration hanno praticato nel punto in cui il ghiacciaio tocca il fondo dell’oceano, che in precedenza era quasi impossibile da studiare, profondi fori di circa 587 metri, lanciando un robot sottomarino chiamato Icefin per studiarne i modelli di fusione con dettagli senza precedenti e così hanno scoperto che mentre lo scioglimento complessivo del ghiaccio è più lento del previsto, quello nelle fessure e nei crepacci e in altre aree vulnerabili procede molto più rapidamente. 

Lo scioglimento in fessure e crepacci è potenzialmente più pericoloso perché mentre l’acqua scorre attraverso di essi, il calore e il sale possono essere trasferiti nel ghiaccio e ciò può provocare l’allargamento di questi crepacci, con grandi spaccature nella piattaforma di ghiaccio. Il team di studiosi è rimasto particolarmente scioccato nello scoprire che lo scioglimento sul fondo della piattaforma di ghiaccio ha creato una formazione simile a una scala. 

“I nostri risultati sono una sorpresa, ma il ghiacciaio è ancora nei guai”, ha scritto in una nota l’oceanografo del British Antarctic Survey e membro del team di ricerca Peter Davis. “Se una piattaforma di ghiaccio e un ghiacciaio sono in equilibrio, il ghiaccio che si stacca dal continente corrisponderà alla quantità di ghiaccio che si perde a causa dello scioglimento e del distacco dell’iceberg. Quello che abbiamo scoperto è che sembra che non ci voglia molto per far perdere l’equilibrio al ghiacciaio”. Difatti la zona di terra di questo ghiacciaio si è ritirata di 14 chilometri dagli anni ’90, rendendo Thwaites uno dei ghiacciai in più rapida evoluzione dell’Antartide. Poco conosciuti sono tuttora i fattori che causano questo ritiro.

“Questi nuovi modi di osservare il ghiacciaio ci permettono di capire che non è solo quanto si sta sciogliendo, ma come e dove sta accadendo che conta in queste parti molto calde dell’Antartide”, ha detto Britney Schmid, ricercatrice della Cornell University e membro del team Icefin.  

Il ghiaccio marino dell’Antartide è passato da livelli record a quantità di gran lunga inferiori a quelle mai viste 

Quindi se gli esseri umani non riusciranno a frenare le emissioni, dovranno fare i conti con una cascata di conseguenze dalla scomparsa delle coste all’aumento del riscaldamento globale accelerato dalle drammatiche perdite di una delle principali fonti di ghiaccio che riflette la luce solare. Questo è qualcosa che gli scienziati hanno osservato a lungo e di cui sono ancora più preoccupati ora.

“Un’Antartide che cambia è una cattiva notizia per il nostro pianeta”, ha affermato Martin Siegert, glaciologo, professore di geoscienze all’Università di Exeter. Questo studio ha rilevato che gli estremi del cambiamento climatico stanno peggiorando in un luogo che una volta sembrava leggermente protetto dalla natura selvaggia del riscaldamento globale. Il continente “non è un gigante statico congelato nel tempo”, hanno detto, ma subisce invece l’ira e gli estremi del cambiamento climatico “in modo sporadico e imprevedibile”. Anna Hogg, professore all’Università di Leeds, ha affermato che il loro lavoro illustra i cambiamenti complessi e connessi tra il ghiaccio, l’oceano e l’aria. “Una volta che hai apportato un grande cambiamento, può essere davvero difficile capovolgerlo”, ha detto.

L‘ondata di caldo dell’anno scorso in Antartide ha portato i termometri delle stazioni di ricerca a ben 38 gradi Celsius (70 gradi Fahrenheit) sopra le temperature normali

E ora il ghiaccio marino è ai minimi storici: in Antartide, la media di luglio per l’estensione del ghiaccio marino è scesa al di sotto del precedente minimo stabilito nel 2022. E le piattaforme di ghiaccio, che possono avere le dimensioni di diversi grandi edifici , sono anch’essi minacciati mentre si sciolgono e alla fine collassano. “Il ghiaccio marino e le piattaforme di ghiaccio funzionano come un tappo in una bottiglia, trattenendo i ghiacciai che altrimenti si precipiterebbero nell’oceano. La scomparsa di grandi strisce di ghiaccio accelera il riscaldamento, come scambiare una maglietta bianca con una nera in una calda giornata estiva: sostituire il ghiaccio con terra o acqua fa sì che improvvisamente la terra assorba i raggi del sole anziché rifletterli. Il tema degli estremi “è con noi più frequentemente e sarà con noi ancora più frequentemente in futuro”, ha affermato Peter Schlosser, vice presidente e vice rettore del Global Futures Laboratory presso l’Arizona State University non coinvolto nella ricerca. I sistemi come l’Antartide sono estremi per natura, ma ciò non significa che non siano vulnerabili, anzi sono altamente suscettibili a piccoli cambiamenti.

“Non sono un allarmista, ma quello che vediamo è allarmante”, ha detto Waleed Abdalati, un ricercatore ambientale dell’Università del Colorado anche lui non coinvolto nello studio. “Gli eventi estremi sono una cosa, ma se sovrapposti a una tendenza – una tendenza del riscaldamento globale che intensifica quegli eventi estremi – creano preoccupazione. “Siamo in grado di gestire gli eventi”, ha aggiunto, “ma non possiamo gestire un costante aumento di quegli eventi distruttivi”.

“Lo diciamo da 30 anni”, ha detto Ted Scambos, uno scienziato del ghiaccio dell’Università del Colorado. “Non sono sorpreso, sono deluso. Vorrei che agissimo più velocemente”.



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