ph. Roel Wijnants – Flickr
Oggi 15 settembre a 91 anni è morto il pittore, scultore e disegnatore colombiano Fernando Botero. Colpito da una grave forma di polmonite era stato ricoverato in ospedale, ma successivamente ha deciso di trascorrere le sue ultime ore nella sua casa di Monaco Vecchia, dove poi è spirato.
Secondo Botero, il dipingere doveva essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta ad un’esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale. Tuttavia, questo bisogno rimase sostanzialmente inappagato. Il colore rimase tenue, mai esaltato, mai febbrile, generalmente steso in campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l’assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti, perché essi, secondo Botero “… sporcherebbero l’idea del colore che desidero trasmettere”.
Caratteristica della sua pittura è l’insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali, ma con un proprio fascino. Ma è un passaggio necessario per ben far comprendere la necessità di colore delle sue opere. L’artista si rivela sostanzialmente distante dai suoi soggetti. Ed è proprio questa freddezza che fa scomparire dai personaggi la dimensione morale e psicologica. Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare. Interessante anche la rappresentazione del tempo, elemento presente in molte opere di Botero, in cui lo stesso soggetto può essere raffigurato in momenti diversi; in altre il tempo è simboleggiato da orologi.
ph. Manuel González Olaechea
Importante anche la trattazione dei temi sacri, cui Botero ha dedicato molte sue creazioni, permeando l’intera produzione: dai suoi paesaggi urbani emergono regolarmente grandi cattedrali, campanili, cupole; così come appare spesso considerato il soggetto della maternità, nel quale talvolta l’autore identifica la Madonna con il Bambino. In un disegno del 2006, l’artista riprense una scena già dipinta in precedenza, rimuovendo tuttavia alcuni dettagli moderni a lui cari (l’orologio della madre, la poltrona) rappresentando il bambino con una ferita sul costato. Frequenti anche i ritratti di religiosi ed ecclesiastici. Altro problema sociale affrontato costantemente è quello della violenza, derivato dalla vita quotidiana della Colombia negli anni quaranta dello scorso secolo. Più in generale, Botero dipinse conservando le impressioni della sua infanzia, che sfociarono in forme grandi e sproporzionate, come quelle avvertite da un bambino.
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