Continua il placcaggio di Donald Trump il cui ritorno in campo muove molte correnti. Accusato in Georgia e Washington, DC, di aver complottato per ribaltare la sua sconfitta elettorale nel 2020, in Florida di aver accumulato documenti riservati e a Manhattan di aver falsificato documenti aziendali relativi al denaro nascosto pagato sul suo conto, questa volta a puntargli il dito contro è il giudice Arthur Engoron, che si è pronunciato in una causa civile intentata dal procuratore generale di New York Letitia James, che ha detto di avere scoperto che Trump e la sua azienda hanno ingannato banche, assicuratori e altri sopravvalutando massicciamente i suoi beni ed esagerando il suo patrimonio netto sulla documentazione utilizzata per concludere affari e garantire prestiti.
Secondo il giudice, Trump avrebbe costantemente sopravvalutato la sua tenuta a Mar-a-Lago, gonfiandone il valore in un rendiconto finanziario fino al 2.300%. E poi avrebbe anche mentito sulle dimensioni del suo appartamento di Manhattan, un attico a tre piani nella Trump Tower, divenuto sulla carta tre volte più grande delle sue dimensioni reali, e valutato di conseguenza 327 milioni di dollari. “Una discrepanza di questo ordine di grandezza, da parte di un promotore immobiliare che valuta il proprio spazio vitale di decenni, può essere considerata solo una frode”, ha scritto Engoron. A prendere le difese di papà Ronald, su X, dopo che la sentenza è divenuta di pubblico dominio, ci ha pensato Eric Trump, terzo figlio di Donald e Ivana Trump, che ha scritto e insistito sul fatto che le affermazioni di suo padre su Mar-a-Lago erano corrette, scrivendo che la tenuta di Palm Beach “si ipotizza valga ben più di un miliardo di dollari, rendendola probabilmente la proprietà residenziale di maggior valore in tutto il mondo”. Questo è solo “un tentativo di distruggere suo padre e cacciarlo da New York”, questo il suo pensiero.
Secondo la sentenza, le società a responsabilità limitata che controllano alcune delle proprietà chiave di Trump, come 40 Wall Street, verranno sciolte e l’autorità su come gestirle sarà affidata a un curatore fallimentare. Trump così perderebbe la sua autorità su tutto. ossia su chi assumere o licenziare, a chi affittare gli uffici e molto altro. “La decisione mira a nazionalizzare uno degli imperi aziendali di maggior successo negli Stati Uniti e a prendere il controllo della proprietà privata, il tutto riconoscendo che non vi è alcuna prova di qualsiasi inadempienza, violazione, ritardo di pagamento o qualsiasi denuncia di danno”, ha detto Kise dopo la decisione. Va ricordato però che si tratta di un giudizio di primo grado. Ma se l’appello non venisse accolto, l’ordine priverebbe Trump della sua autorità di prendere decisioni strategiche e finanziarie su alcune delle sue proprietà chiave nello stato. Ovviamente l’ex presidente in una serie di dichiarazioni, si è scagliato contro questa decisione, definendola “antiamericana” e parte di un complotto in corso per danneggiare la sua campagna per il ritorno alla Casa Bianca.“I miei diritti civili sono stati violati e qualche Corte d’appello, federale o statale, deve invertire questa decisione orribile e antiamericana”, ha scritto sul suo sito Truth Social. Poi ha insistito sul fatto che la sua azienda ha “fatto un lavoro magnifico per lo Stato di New York” definendo il giorno della sentenza “un giorno molto triste per il sistema di giustizia dello Stato di New York!”
L’avvocato di Trump, Christopher Kise, ha detto che presenterà ricorso, definendo la decisione “completamente scollegata dai fatti e dalla legge applicabile”. “Una sentenza folle” hanno commentato alcuni sostenitori dell’ex presidente, il più forte ripudio finora dell’immagine montata di Trump per molti un ricco e astuto magnate immobiliare trasformato in una potenza politica”. Il giudice lo ha detto a chiare lettere: però queste tattiche hanno oltrepassato il limite e violato la legge, e per questo motivo ha respinto la tesi di Trump secondo cui una dichiarazione di non responsabilità sul rendiconto finanziario lo avrebbe assolto da qualsiasi illecito. “Nel mondo degli imputati: gli appartamenti a canone regolamentato valgono quanto gli appartamenti non regolamentati; la terra vincolata vale quanto la terra non vincolata; le restrizioni possono evaporare nel nulla; una dichiarazione di non responsabilità da parte di una parte che attribuisce la responsabilità a un’altra parte scagiona le bugie dell’altra parte”, ha scritto Engoron nella sua sentenza di 35 pagine. “Questo è un mondo fantastico, non il mondo reale. “I pubblici ministeri di Manhattan avevano cercato di sporgere denuncia penale per la stessa condotta, ma si sono rifiutati di farlo, lasciando che James citasse in giudizio Trump e chiedesse sanzioni che mirassero a interrompere la capacità sua e della sua famiglia di fare affari. di sanzioni in un processo che inizierà il 2 ottobre. Gli avvocati di Trump che nel loro giudizio sommario, avevano chiesto al giudice di archiviare il caso, sostenendo che non c’era alcuna prova che il pubblico fosse stato danneggiato dalle azioni di Trump, hanno anche sostenuto che molte delle accuse nella causa erano prescritte e alla fine hanno chiesto un rinvio alla corte d’appello.”Oggi, un giudice si è pronunciato a nostro favore e ha scoperto che Donald Trump e la Trump Organization sono stati coinvolti in anni di frodi finanziarie”, ha detto la James in una nota. “Non vediamo l’ora di presentare il resto del nostro caso al processo.” Nel frattempo la Trump Organization è stata condannata per frode fiscale lo scorso anno in un procedimento penale non correlato per aver aiutato i dirigenti a eludere le tasse su vantaggi come appartamenti e automobili. La società è stata multata di 1,6 milioni di dollari. Un dirigente, Allen Weisselberg, capo finanziario di lunga data di Trump, si è dichiarato colpevole e ha scontato cinque mesi di prigione. L’ufficio di James aveva già citato in giudizio Trump per aver abusato della sua fondazione di beneficenza per promuovere i suoi interessi politici e commerciali. A Trump è stato ordinato di donare 2 milioni di dollari in beneficenza come multa mentre il suo stesso ente di beneficenza, la Trump Foundation, è stato chiuso.
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