La bassa aliquota fiscale, le variegate opportunità di investimento e lo status giuridico di Hong Kong stanno invogliando un numero crescente di famiglie benestanti del Medio Oriente, dell’Europa e dell’Asia a investire in questo mercato che è divenuto particolarmente attrattivo. “Tradizionalmente, gli investitori del Medio Oriente tendono a utilizzare Londra per investire il loro portafoglio internazionale”, ha spiegato Eleanor Wan, CEO uscente di BEA Union Investment Management a Scmp. “ Poiché però i family office europei prendono molto sul serio i fattori ESG [ambientali, sociali e di governance] essendo Hong Kong un centro di raccolta fondi per obbligazioni verdi e finanza verde, ciò ha invogliato e invoglierà sempre di più a investire qui. A ciò va aggiunto anche il fatto che l’internazionalizzazione dello yuan ha consentito agli investitori internazionali di investire in azioni e obbligazioni della terraferma, che non sono disponibili in altri mercati. Paul Chan ha invitato le aziende del Medio Oriente a visitare Hong Kong nel 2023 per esplorare opportunità di quotazione. Le sfide sono la volatilità del mercato e la tensione geopolitica tra Stati Uniti e Cina, che hanno portato alcuni investitori a ritirarsi dall’investire i propri soldi in asset cinesi. “Tuttavia, abbiamo anche riscontrato che alcuni investitori ritengono che sia giunto il momento di investire nella regione poiché ritengono che la valutazione del mercato di Hong Kong sia conveniente”, ha aggiunto. Le società dell’Arabia Saudita come il colosso petrolifero Saudi Aramco possono richiedere una quotazione secondaria nella città dopo che Hong Kong Exchanges and Clearing (HKEX) ha aggiunto la Borsa saudita, nota come Tadawul, alla sua lista di borse riconosciute. L’aggiunta consente alle aziende con una quotazione primaria nel consiglio principale della Borsa Saudita di richiedere una quotazione secondaria nella città. “La quotazione delle società dell’Arabia Saudita a Hong Kong attirerà individui e famiglie più facoltosi dal Medio Oriente a investire qui. Ciò rafforzerà Hong Kong come centro di gestione patrimoniale”, ha affermato Robert Lee Wai-wang, legislatore per il settore dei servizi finanziari e amministratore delegato dell’intermediazione locale Grand Capital Holdings. A marzo il governo di Hong Kong ha presentato misure per invogliare i miliardari a creare family office – società create per perseguire investimenti, filantropia e pianificazione successoria – nella città. Un rinnovato programma di migrazione degli investimenti, agevolazioni fiscali e strutture per lo stoccaggio di opere d’arte sono tra le misure introdotte con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo dell’amministratore delegato John Lee Ka-chiu di attrarre 200 nuovi family office in città entro il 2025. Paul Knox, amministratore delegato e consulente patrimoniale senior presso JPMorgan Private Bank Asia, ha affermato che anche la Cina continentale ha mostrato interesse perché l’accesso è semplice e capiscono Hong Kong. Insomma ora la coda è già lunga.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.