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IVANKA TRUMP CHIAMATA A TESTIMONIARE CONTRO IL PADRE DONALD


Ivanka Trump dovrà testimoniare al processo che vede suo padre e i suoi fratelli accusati di presunta frode. Lo ha stabilito Arthur Engoron, che ha dato ragione alla procuratrice generale dello stato, Letitia James, e ha sentenziato che l’ex presidente Donald Trump, i figli Don Jr. ed Eric, la Trump Organization e alcuni dirigenti sono colpevoli di «frode persistente e ripetuta», avendo ingannato banche e assicurazioni per circa 10 anni, fornendo informazioni differenti dalla realtà. Ovviamente gli avvocati della difesa e l’avvocato della Trump hanno sostenuto che Ivanka, tenuto anche conto che da tempo aveva lasciato New York e il suo lavoro alla Trump Organization nel 2017,  non avrebbe dovuto testimoniare. Ma gli avvocati che rappresentano lo stato americano hanno invece sostenuto che la donna sarebbe in possesso di informazioni rilevanti, perciò non può esentarsi dal salire sul banco dei testimoni. Il giudice Arthur Engoron si è schierato dalla parte dello Stato di New York, citando documenti che dimostrerebbero che Ivanka Trump avrebbe continuato ad avere legami con alcune aziende a New York, dove tuttora possiede ancora appartamenti a Manhattan. “La Trump si è chiaramente avvalsa del privilegio di fare affari a New York”, ha detto Engoron. La sua testimonianza però, pur tenuto conto dell’urgenza, pare che non verrà programmata prima del 1° novembre, per dare tempo al suo avvocato Bennet Moskowitz di ricorrere in appello. Bennet però pare voler percorrere un’altra strada visto che oggi ha detto al giudice che gli avvocati statali ” non hanno giurisdizione su di lei”. A giugno una corte d’appello statale aveva rigettato le accuse contro di lei perché troppo vecchie. Ivanka Trump nel gennaio 2017, prima dell’insediamento di suo padre, si sarebbe allontanata dal suo lavoro nella Trump Organization, diventando consigliere senior non retribuito alla Casa Bianca quando suo padre era presidente. Dopo la fine del mandato di suo padre, si è poi trasferita in Florida. “L’idea che in qualche modo la signora Trump sia sotto il controllo della Trump Organization o di uno qualsiasi altro imputato, compreso suo padre, è inverosimile”, ha detto Christopher Kise, avvocato dell’ex presidente. Kise ha sostenuto che gli avvocati statali stanno agendo in questa direzione solo per colpire un altro dei figli dell’ex presidente. Gli avvocati statali, tuttavia, hanno sostenuto che la Trump è rimasta legata finanziariamente e professionalmente all’azienda di famiglia e ai suoi leader. Mercoledì  prossimo toccherà a Trump rispondere alle domande di Engoron.



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