L’esercito israeliano ha ucciso la notte scorsa a Jabalya, nel nord della Striscia, due capi di Hamas dell’Unità Nukbha che hanno preso parte all’attacco omicida del 7 ottobre scorso. Lo ha annunciato il portavoce militare spiegando che si tratta di Ahmed Musa e Omar Al-Hindi. Insieme a loro è stato ucciso il capo dell’Unità dei cecchini della Brigata nord di Hamas, Mohammed Kahlout. Secondo il portavoce, la notte scorsa sono anche stati uccisi 19 operativi di Hamas. Nel sobborgo di Sheikh Ijlin – parte sud di Gaza City – è stata scoperta una postazione di lancio di razzi collocata vicino a edifici residenziali.
Secondo il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas, oggi Israele ha lanciato attacchi aerei su o nelle vicinanze di almeno tre ospedali. “L’occupazione israeliana ha lanciato attacchi simultanei su un certo numero di ospedali nelle ultime ore”, ha detto all’emittente Al Jazeera il portavoce dicasteriale Ashraf Al-Qidra. Le strutture mediche colpite includerebbero il più grande ospedale di Gaza, Al Shifa, dove Israele afferma che Hamas ha nascosto centri di comando e tunnel. Qidra ha detto che Israele ha preso di mira il cortile del complesso medico di Gaza City e che ci sono state vittime.
“Israele non cercherà né di governare né di occupare Gaza”, ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista a Fox News. Ma una “forza credibile” sarà necessaria “per entrare nell’enclave palestinese se necessario per prevenire l’emergere di minacce militari”, ha detto Netanyahu. “Penso che sia chiaro come deve essere il futuro di Gaza. Hamas sarà andata: dobbiamo distruggerla per il bene di tutti, per il bene della civiltà e per il bene dei palestinesi e degli israeliani”. Il premier israeliano ha ribadito a Fox News che il suo governo non è d’accordo a un cessate il fuoco a Gaza. “Significherebbe arrendersi a Hamas, arrendersi al terrore e alla vittoria dell’asse del male dell’Iran. Non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi”. Ha sottolineato che la battaglia “continua contro Hamas, ma in aree specifiche e per un certo periodo, qualche ora qui e qualche ora là: vogliamo facilitare il passaggio sicuro dei civili”.
Gaza sta diventando un “cimitero per i bambini”, ha detto lunedì 6 novembre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, amplificando le richieste di cessate il fuoco nell’enclave, dove le autorità sanitarie palestinesi hanno segnalato che il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani ha superato le 10.000 persone. Sia Israele sia i militanti di Hamas che controllano Gaza hanno respinto la crescente pressione internazionale per un cessate il fuoco. Israele i giorni scorsi aveva detto che gli ostaggi presi da Hamas durante la sua violenta incursione nel sud di Israele il 7 ottobre avrebbero dovuto essere rilasciati per primi. Hamas aveva replicato che non avrebbe liberato nessuno e nemmeno avrebbe smesso di combattere mentre Gaza è sotto attacco.
“Le operazioni di terra delle forze di difesa israeliane e i continui bombardamenti stanno colpendo civili, ospedali, campi profughi, moschee, chiese e strutture delle Nazioni Unite, compresi i rifugi. Nessuno è al sicuro”, ha detto Guterres ai giornalisti. “Allo stesso tempo, Hamas e altri militanti usano i civili come scudi umani e continuano a lanciare razzi indiscriminatamente verso Israele”, ha detto, chiedendo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Poi è sceso a compromessi e ha deciso di liberare 4 persone degli 240 ancora sotto scacco.
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