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MELONI INCONTRA A ZAGABRIA IL PREMIER CROATO E FA UN PUNTO STAMPA RISPONDENDO AI QUESITI SU SCIOPERO, BALNEARI E SCHLEIN


Questa mattina il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Zagabria, presso il Palazzo del Governo, il Primo Ministro della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković. In seguito entrambi i premier hanno rilasciato dichiarazioni congiunte ai giornalisti e al termine della visita il Presidente Meloni ha tenuto un punto stampa. Tra le prime domande quella in merito  alle proteste contro le politiche economiche del governo, accusato di bullismo istituzionale per avere precettato lo sciopero che da 24 ore è stato ridotto a 4. “Bullismo istituzionale”, ha detto la Meloni. “Come ho già detto, c’è stato un pronunciamento di un’autorità indipendente che semplicemente segnalava al sindacato che non c’erano i requisiti per uno sciopero come era stato organizzato. Uno sciopero generale di 24 ore deve avere determinate caratteristiche, non è qualcosa che ho deciso io, non è una norma che ho fatto io, non è una decisione che ho preso io, c’è un’autorità indipendente, c’è stata alla fine una decisione del sindacato di farlo rientrare nelle prescrizioni dell’autorità indipendente, il Governo sulla vicenda ha un ruolo marginale. Riguardo la protesta, guardi, io ho grande rispetto, sempre, per i diritti dei lavoratori, per gli scioperi. Nel merito posso dire poco perché, come voi sapete, lo sciopero generale è stato lanciato contro la manovra praticamente in estate, quando io neanche avevo cominciato a pensarla e quindi non posso dire che nel merito sia oggetto di nostri oggettivi errori perché era stato lanciato molto prima che noi la scrivessimo e quindi non posso dire niente. Ho, ovviamente, sempre massimo rispetto di chi manifesta per le proprie convinzioni e per i propri diritti”. Sul pacchetto sicurezza approvato ieri dal Consiglio dei Ministri la premier ha aggiunto: “Sono molto soddisfatta dell’incontro con le sigle sindacali. E’ stato lungo, ma c’è stato un clima molto costruttivo. Chiaramente noi affrontiamo una situazione che non è facilissima sul piano delle risorse disponibili, ma abbiamo scelto di destinare al rinnovo del comparto sicurezza e difesa una parte consistente delle risorse che abbiamo a disposizione per il pubblico impiego. Io avevo detto che era una priorità. Lo è non solo chiaramente perché in alcuni casi parliamo di contratti scaduti da diverso tempo, ma anche perché la capacità che le Forze dell’ordine hanno di lavorare nel migliore dei modi si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini. Ho trovato una realtà molto consapevole nella capacità di difendere ovviamente i diritti, i bisogni del comparto, ma anche nel comprendere il quadro complessivo nel quale ci muoviamo come nella capacità di comprendere che stiamo facendo uno sforzo. Lo considero l’inizio di un lavoro e sono stata molto soddisfatta. Ci sono diverse risorse che sono state stanziate, poi abbiamo fatto anche una serie di norme che servono, da una parte a intervenire su alcune materie che sono proprie dei temi della sicurezza – dal tema dell’accattonaggio, alle occupazioni abusive e diversi altri – e abbiamo fatto del nostro meglio per colmare alcune lacune e consentire alle Forze dell’ordine di essere maggiormente tutelate anche nella dignità del lavoro che fanno. Perché credo che questo sia molto importante per persone che difendono la nostra sicurezza, capire e sapere che lo Stato riconosce il valore di quello che stanno facendo, spesso in condizioni non facilissime”. Sul trasporto dei migranti in Albania Meloni ha aggiunto: “C’è stato un accordo tra due governi che ha bisogno di una messa a terra di vario genere. Sono tutte norme che noi definiamo e che confronteremo con il Parlamento. Vedo molto nervosismo attorno a questa materia che francamente non comprendo. Mi pare un accordo molto innovativo, molto intelligente, che viene guardato con interesse anche da altre Nazioni. Chiaramente bisogna scendere poi nello specifico dei dettagli di mille questioni che vanno affrontate per la natura stessa dell’accordo. Però, a me pare che la garanzia che noi offriamo con una giurisdizione, che rimane italiana pure in territorio extra-Ue, è una cosa che da una parte offre tutte le garanzie del caso, ma dall’altra consente anche strumenti innovativi per affrontare una pressione migratoria che è oggettivamente complessa oggi per l’Italia e sulla quale sono contenta di sapere che c’è qualcuno che vuole dare una mano. Voglio anche dire che mi dispiace che qualcuno che cerca di dare una mano all’Italia venga da alcuni italiani trattato come un paria, perché evidentemente qualcuno non ritiene che sia di sinistra dare una mano all’Italia e accogliere i migranti. Mi pareva diverso in passato il punto di vista, ma voglio ringraziare l’Albania e voglio ringraziare il Primo Ministro Rama, perché noi abbiamo cominciato già da mesi quest’estate, – quando tutti parlavano di con quale traghetto fossi andata in Albania erano fortunatamente distratti da altro – noi parlavamo di come provare a risolvere dei problemi e ci siamo trovati a lavorare insieme molto bene, quindi credo che vadano ringraziati e credo che, come dicevo anche nella conferenza stampa che abbiamo fatto prima, se l’accordo funziona bene, se riusciamo a farlo funzionare bene, secondo me può diventare anche un modello per altre Nazioni che potrebbero scegliere di operare alla stessa maniera”. Riguardo la decisione di Elly Schlein di declinare l’invito da parte di Fratelli d’Italia alla Festa di Atreju, la premier ha risposto: “Ma guardi, l’ho appresa da voi, nel senso che francamente confesso che non mi sto occupando del programma di Atreju. Voi conoscete la tradizione di Atreju, è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche tra leader molto diversi tra loro. C’era un tempo – molto lontano da oggi, se vogliamo anche in un altro clima – in cui Fausto Bertinotti non aveva  timore diciamo così, a presentarsi e a dialogare pur nell’orgoglio della diversità delle proprie posizioni con qualcuno che era molto distante da lui. Prendo atto che le cose sono cambiate, ma insomma…”.

Sul Patto di stabilità, la premier ha detto in conclusione: “C’è un’attuale proposta, ci sono diverse attuali proposte, c’è un lavoro che si sta facendo in itinere, dove quando cambia una riga cambia molto. Quindi, certo, se io devo impegnarmi a rispettare un patto che so di non poter rispettare, il problema me lo dovrò porre, no? Perché preferisco non essere nella condizione di rispettare un patto che non ho votato. Però non credo che arriveremo lì. Io penso che tutti si rendano conto, le posizioni che sta portando avanti l’Italia sono più che sensate per molti Paesi. Anzi, abbiamo anche cercato varie ipotesi di soluzione che però per noi fossero ragionevoli con gli impegni che abbiamo. Quando cito il tema delle transizioni vuol dire PNRR, cioè noi sappiamo che il PNRR una volta che lo mettiamo a terra avrà per noi un moltiplicatore positivo ma oggi è soprattutto un impegno e una spesa. Quegli investimenti e quel lavoro che stiamo facendo anche condiviso con l’Europa perché il Next Generation EU è un’iniziativa europea in qualche maniera deve essere tenuto in considerazione in questo lavoro. Ci sono tantissimi Paesi che la vedono come noi, per cui bisogna vedere in queste alleanze variabili alla fine come saranno le cose. Noi quello che stiamo tentando di fare in maniera molto dedicata è cercare una soluzione che però sia una soluzione sostenibile, perché sarebbe folle da parte nostra dire che ci va bene una soluzione che non è sostenibile, sarebbe controproducente per la Nazione che rappresentiamo”. Un altro tasto dolente quello della lettera di richiamo dell’Europa, in particolare sui balneari. “Abbiamo ereditato una situazione che si trascina da qualche anno. Io ho trovato corretto e positivo che la Commissione dicesse che il fatto che stia andando avanti con la lettera di richiamo non preclude le negoziazioni con l’Italia. Perché? Perché c’è una novità importante e interessante che è la chiusura del tavolo tecnico che doveva fare una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi  – mi consenta di dirlo  – e cioè la mappatura per capire se c’è o non c’è scarsità di risorsa, che è la condizione per l’applicazione o la non applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. Tecnicamente il tavolo dice che non c’è scarsità della risorsa, oggi bisogna portare questa novità e iniziare secondo me una nuova contrattazione con la Commissione europea. La Commissione dice che il lavoro che sta facendo non preclude questa contrattazione, secondo me è un elemento positivo, poi ovviamente faremo le nostre proposte perché noi abbiamo soprattutto il problema di dare certezza del diritto rispetto a questa materia ed evitare che ci sia un caos, però abbiamo fatto e stiamo facendo dei passi in avanti”. Al termine della giornata la premier italiana, assieme al Primo Ministro Plenković, al Primo Ministro della Repubblica di Polonia Morawiecki e al Primo Ministro della Repubblica di Malta Abela, il Presidente Meloni ha partecipato alla cena di lavoro organizzata dal Presidente del Consiglio europeo Michel nell’ambito di una serie di incontri ristretti sull’Agenda strategica Ue 2024-2029.



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