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ISTAT HA MESSO SOTTO LA LENTE I PREZZI DI LUCE E GAS DI TUTTA ITALIA


Della rapida accelerazione dell’inflazione nel 2022 e il successivo rallentamento, iniziato a dicembre e proseguito nel corso del 2023, in base a un recente studio di Istat, hanno risentito in primo luogo i prezzi dell’energia elettrica, del gas e di altri combustibili, raggiungendo picchi del +135,0% nell’ottobre 2022. La fase di accelerazione si è interrotta a novembre 2022, quando il tasso di crescita dei prezzi di energia elettrica, gas e altri combustibili ha iniziato a flettere. Questo andamento riflette essenzialmente le dinamiche registrate per la componente relativa agli energetici per uso abitativo (elettricità e gas di rete) venduti sia sul mercato tutelato sia sul mercato libero. In particolare, dalla fine del 2021, i prezzi dell’energia elettrica venduta sul mercato libero hanno fatto registrare tassi tendenziali in marcata accelerazione, con una rapidissima ascesa a ottobre dell’anno successivo, quando la crescita su base annua dei prezzi del settore è salita al suo massimo (+329,0%). Già dal mese successivo, la dinamica dei prezzi dell’energia elettrica sul mercato libero si è drasticamente ridimensionata, continuando la sua fase di discesa, fino a toccare valori negativi ad agosto del 2023 (-8,1%) e finire poi a -47,1% a ottobre. Per quanto riguarda l’energia elettrica venduta nel mercato tutelato, il profilo tendenziale dei prezzi ha evidenziato un’accelerazione già dal secondo trimestre del 2021, salendo a gennaio dell’anno successivo al +103,4%. Nei due trimestri seguenti, la dinamica tendenziale dei prezzi dell’elettricità sul mercato tutelato si è quasi dimezzata, prima di tornare, nell’ultimo trimestre del 2022, su valori di poco inferiori a quelli di inizio anno (+91,5%). Da gennaio 2023, i tassi di crescita su base annua dei prezzi si sono fortemente ridimensionati, scendendo in territorio negativo già dal secondo trimestre dell’anno e attestandosi, a ottobre, al -48,3%. Anche per il gas di città e gas naturale, dal secondo trimestre del 2021 i tassi di crescita su base annua dei prezzi del mercato tutelato sono risultati in accelerazione, salendo a gennaio 2022 a +86,5%. Nei mesi successivi, dopo un temporaneo rallentamento che ha riportato la dinamica tendenziale al +3,4% di ottobre, i prezzi del Gas di città e gas naturale sul mercato tutelato hanno ripreso ad accelerare, spingendo il tasso di crescita al +44,7% di fine anno. Dal gennaio 2023, la dinamica tendenziale dei prezzi ha evidenziato una nuova netta inversione di tendenza, mantenendosi su valori ampiamente negativi nei primi tre trimestri dell’anno. A ottobre, l’aggiornamento delle tariffe (e del bonus ordinario) ha riportato la crescita tendenziale dei prezzi del mercato tutelato su tassi lievemente positivi (+2,5%). 3 Oltre ai beni del gruppo elettricità, gas e combustibili, l’aggregato dei beni energetici comprende anche altri prodotti tra cui i combustibili liquidi, carburanti e lubrificanti. 7 Nel corso del 2022, i prezzi del gs di città e gas naturale sul mercato libero4 sono risultati quasi costantemente in aumento sul piano congiunturale. Su base tendenziale, a dicembre dello stesso anno, i prezzi sono risultati del 134,9% più elevati rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tuttavia, da gennaio 2023, il gas di città e gas naturale sul mercato libero ha evidenziato un profilo tendenziale in rapida decelerazione, che ha portato la variazione in ragione d’anno a -44,6% a ottobre. Nel complesso, a ottobre 2023, gli indici dei prezzi dell’energia elettrica e del gas di città e gas naturale risultano più elevati del 78,8% e del 59,5% rispetto alla media del 2019; in particolare, i prezzi dell’energia elettrica venduta nel mercato tutelato si sono accresciuti del 37,0% mentre quelli venduti sul mercato libero del 103,1% (+16,7% la variazione dell’Indice generale nello stesso periodo).

Focus: Una stima del differenziale del costo medio dell’energia elettrica venduta nel mercato di maggior tutela e nel mercato libero a novembre 2023

Per la stima dell’inflazione, l’Istat elabora mensilmente gli indici dei prezzi al consumo dell’energia elettrica venduta sul mercato di maggior tutela e sul mercato libero all’interno dell’Indagine sui prezzi al consumo. Si tratta di indicatori finalizzati alla misurazione della variabilità nel tempo dei prezzi dell’elettricità nei due mercati – costruiti in modo tale da rappresentare i diversi consumi di energia delle famiglie, sulla base quindi di diversi profili di consumo – e che non consentono di ottenere in modo diretto stime del costo medio per KW/h nei diversi mercati. Per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo dell’energia elettrica mercato tutelato le tariffe sono stratificate in base al momento della giornata e dei giorni della settimana (bioraria fascia diurna feriale, bioraria fascia notturna, weekend e festivi), per tipo di contratto (residenti e non residenti), per potenza installata e per fascia di consumo. Per ogni strato vengono calcolate le corrispondenti voci di spesa (comprensive dell’IVA) come somma della tariffa e dell’imposta erariale. Gli indici di strato sono poi ottenuti rapportando le tariffe del mese corrente con quelle del periodo base (dicembre dell’anno precedente) ed elaborati a livello regionale mediante media aritmetica ponderata degli indici di strato con pesi proporzionali alla spesa dei consumi fatturati agli utenti domestici in ciascuna regione.

Per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo dell’Energia elettrica mercato libero vengono selezionati, per ciascuna regione, i fornitori del servizio (providers) più rappresentativi (utilizzando il metodo del cut-off), individuati sulla base delle quote di mercato desunte dai dati di spesa, a livello regionale, provenienti dall’indagine di settore svolta annualmente da ARERA. La rilevazione delle tariffe dell’energia elettrica mercato libero viene svolta centralmente dall’Istat attraverso procedure di raccolta automatica dei dati (web scraping); i dati sono rilevati sul portale offerte 4 Da gennaio 2022, il prezzo del gas di città e gas naturale sul mercato libero è entrato nei piani di rilevazione dell’Indagine sui prezzi al consumo. Le variazioni tendenziali sono quindi disponibili solo dal dicembre 2022. Quali sono gli elementi che vengono presi in considerazione e che determinano il costo finale? La tipologia del cliente (residente o non residente), la tariffa applicata (monoraria o multioraria) e la tipologia di contratto (prezzo variabile o bloccato).

Al fine di offrire una stima del differenziale del costo medio dell’energia elettrica venduta nel mercato di maggior tutela e nel mercato libero, così come richiesto dalla Commissione, è stato necessario predisporre una rilevazione ad hoc nel mese di novembre 2023, finalizzata a stimare la spesa media corrispondente ad una quantità annua di energia elettrica consumata pari a 2700 KW/h, per i soli residenti, e con una potenza impegnata pari a 3 KW. La rilevazione ha riguardato esclusivamente le offerte presenti nel mercato libero, essendo la stima del costo medio sul mercato di maggior tutela già disponibile sul sito dell’Autorità di settore. I dati mostrano che, a novembre, il prezzo medio (comprensivo di oneri e IVA) del mercato libero per la famiglia tipo risulta essere pari a 44,33 centesimi di euro per KW/h, contro i 28,29 centesimi per KW/h stimati da ARERA per il mercato di maggior tutela. Il prezzo medio dell’energia elettrica per una famiglia tipo, ottenuto come media aritmetica ponderata tra il prezzo ricostruito per il mercato libero e quello diffuso da ARERA stimato sulla base delle tariffe del mercato tutelato, risulta pari a 39,03 centesimi di euro per KW/h. La stima del prezzo medio tiene conto del peso del mercato libero dell’energia che risulta circa il doppio rispetto a quello del mercato tutelato (in termini di volumi).

Gli impulsi inflazionistici di origine esterna

A partire dal secondo trimestre del 2021, i prezzi delle materie prime energetiche sono cresciuti progressivamente, raggiungendo livelli critici già a dicembre 2021, con ulteriori rialzi nel 2022 e fino alla fine dell’estate; l’ultima parte del 2022 è stata invece caratterizzata da una rapida diminuzione dei prezzi, proseguita nel corso del 2023. I valori medi unitari all’importazione dei beni energetici, in flessione nel 2020 (-30,9%), hanno segnato nel complesso incrementi eccezionalmente elevati sia nel 2021 (+84,4%) sia nel 2022 (+119,8%). E dall’autunno 2022, hanno mostrato una progressiva decelerazione, registrando nel primo trimestre del 2023 una flessione 9 tendenziale (-10,4%) che si è poi accentuata nei due trimestri successivi (-39,0% e -53,0%, rispettivamente nel secondo e nel terzo).

L’andamento dei valori medi unitari all’import dei prodotti energetici, data la forte dipendenza energetica del nostro Paese dall’estero, contribuisce a spiegare gran parte delle pressioni inflazionistiche importate nel corso del 2021 e del 2022.

Nel dettaglio dei beni energetici importati, i valori medi unitari all’importazione del gas naturale sono rapidamente cresciuti nel corso del 2021, segnando un aumento tendenziale del 300% nel quarto trimestre (da +4,2% del primo) e mostrando una dinamica di crescita ancora molto sostenuta nei primi nove mesi del 2022; nell’ultimo trimestre dell’anno si è registrato un deciso rallentamento, seguito da una flessione nel primo trimestre 2023 (-5,1%), accentuatasi nei mesi successivi (-67,0% nel terzo trimestre). Anche i prezzi dell’energia elettrica hanno subito rialzi notevoli negli ultimi due anni, con aumenti spesso più marcati di quelli del gas naturale: i valori medi unitari all’importazione dell’energia elettrica sono cresciuti rapidamente e in misura rilevante già dal primo trimestre del 2021 (+55,0%) e, analogamente al gas naturale, hanno raggiunto il picco di crescita nel quarto trimestre dello stesso anno, segnando un incremento di eccezionale entità (+371,1%). La crescita è rimasta molto sostenuta fino all’autunno del 2022, per poi mostrare una drastica frenata nell’ultimo trimestre (-0,2%) e un netto calo tendenziale nel primo trimestre 2023 (-37,8%), ulteriormente ampliato nei due trimestri successivi (-54,8% e -76,8%, rispettivamente nel secondo e nel terzo). Una dinamica relativamente meno accentuata ha caratterizzato invece i prezzi del petrolio: i valori medi unitari all’import, dopo essere aumentati del 118,2% nel secondo trimestre 2021 (da -12,0% del primo), hanno mantenuto un profilo di crescita sostenuto, ma più contenuto, con picchi nel quarto trimestre 2021 (+83,1%) e nel secondo trimestre 2022 (+82,4%). Dopo un progressivo rallentamento nella seconda metà del 2022, anche i valori medi unitari all’import del petrolio greggio hanno registrato nella prima parte del 2023 una flessione tendenziale (-10,7% e -28,3%, rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre). Nel terzo trimestre dell’anno in corso, la flessione resta marcata, ma risulta in attenuazione, a causa della ripresa dei corsi internazionali in un nuovo contesto caratterizzato da deficit di produzione e riduzione delle scorte.

 La dinamica dei prezzi alla produzione della fornitura di energia elettrica e gas sul mercato interno I prezzi alla produzione dell’industria sul mercato nazionale sono aumentati in media nel 2021 del 13,0% (da -4,3% del 2020) e del 42,7% nel 2022. Nel primo trimestre del 2023, hanno registrato una crescita in netta attenuazione (+8,1%), flettendo progressivamente nei due trimestri successivi (-6,2% nel secondo e -16,1% nel terzo). A ottobre 2023, la flessione dei prezzi alla produzione dell’industria risulta in attenuazione (-12,4%)6 . Il comparto energetico ha contribuito in modo significativo alla dinamica dell’inflazione alla produzione nel corso dell’ultimo biennio. I prezzi all’origine dei prodotti energetici venduti sul mercato interno sono aumentati in media del 33,6% nel 2021 (da -13,9% del 2020) e del 104,3% nel 2022. Nel primo trimestre dell’anno in corso hanno registrato una crescita in decisa attenuazione (+4,8%), per poi flettere nel secondo (-22,9%) e, in misura più marcata, nel terzo (-37,3%), principalmente per effetto delle dinamiche negative dei prezzi della fornitura di energia elettrica e gas naturale. A ottobre, la loro flessione tendenziale si attesta a -28,3%. Il settore della fornitura di energia elettrica e gas è stato direttamente e immediatamente influenzato dall’andamento delle quotazioni internazionali delle principali materie prime energetiche importate (gas naturale e greggio) e dell’energia elettrica importata, i cui rialzi hanno determinato, a partire dal secondo trimestre del 2021, una forte accelerazione della crescita dei prezzi del gruppo, rimasta molto sostenuta fino al terzo trimestre del 2022 (+155,3%). A fine 2022, la dinamica dei prezzi si è nettamente attenuata e, nel primo trimestre 2023, la crescita si è attestata al +4,8%; nei mesi successivi, i prezzi sono rapidamente diminuiti in termini tendenziali, segnando una flessione del -43,4% nel terzo trimestre, ridimensionatasi a -34,5% a ottobre. Nell’ambito del settore, con riguardo ai due principali comparti, produzione e distribuzione di energia elettrica e produzione di gas, distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte, si rilevano nel biennio 2021-2022 dinamiche sostanzialmente simili, ma molto più accentuate per il secondo comparto: nel corso del 2021 i prezzi della produzione di gas, distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte sono rapidamente aumentati a partire dal secondo trimestre, segnando un incremento tendenziale del 136,1% nell’ultimo (da -11,1% del primo) e restando per tutto il 2022 su tassi di crescita tendenziali superiori o prossimi al 200%; mentre quelli della produzione e distribuzione di energia elettrica, in aumento già a partire dal primo trimestre del 2021 (+4,6%), hanno mostrato un profilo di crescita più graduale, raggiungendo il picco nel terzo trimestre 2022 (+139,6%) e segnando un netto rallentamento nel quarto (+51,3%). Dal secondo trimestre 2023, si rilevano dinamiche tendenziali negative dei prezzi in progressiva accentuazione in entrambi i comparti. A ottobre, i prezzi della produzione di gas, distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte mostrano un’ulteriore accentuazione della loro flessione, quelli della produzione e distribuzione di energia elettrica registrano invece un deciso ridimensionamento.



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