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CRESCE LA SOLIDARIETÀ TRA NERI AMERICANI E PALESTINESI


Murale di solidarietà nero-palestinese raffigurante George Floyd nella città di Gaza, 2020

Nell’ultimo decennio, i neri americani e i palestinesi hanno trovato una crescente solidarietà. In realtà, pr decenni, molti attivisti neri e palestinesi hanno creduto in una “lotta congiunta” per combattere la guerra. contro il razzismo e l’imperialismo, inclusa un’opposizione condivisa al Congresso Nazionale Africano movimento. Poi nel 2020, l’omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia bianco ha cambiato molte cose. L’efferato omicidio ebbe grande risonanza anche in Cisgiordania, dove i palestinesi facendo paragoni con le proprie esperienze sotto occupazione, dedicarono un enorme murale a Floyd che si palesò sulla massiccia barriera di separazione di Israele.

Nel 2013 quando per sensibilizzare le persone riguardo i temi legati alla discriminazione razziale,alcuni attivisti diedero vita alla coalizione nota come Black Lives Matters, il cui obiettivo principale fu quello di combattere la violenza e le discriminazioni nei confronti dei cittadini di colore, una lotta che includeva anche il sostegno ai palestinesi convogliato in un’altra piattaforma chiamata Vision for Black Lives. I neri americani di fatto riuscirono a spronare  gruppi ebraici, che avevano largamente sostenuto il movimento BLM, a combattere contro l’imperialismo e la politica di segregazione razziale di Israele. Gli israeliani però dal loro punto di vista avevano e hanno leggi apparentemente inattaccabili.  La legge israeliana offre la cittadinanza a tutti gli ebrei nel mondo, ma non agli israeliti ebrei neri perché non sono riusciti a produrre alcuna prova della loro eredità ebraica. Questo il motivo per cui dopo molte indagini, il Rabbinato Capo di Israele ha deciso che gli Israeliti Ebrei Neri non essendo realmente ebrei non avevano diritto alla cittadinanza.

Sudafrica

Nel 2023, il Congresso Nazionale Africano ha ribadito il suo sostegno alla Palestina e ha chiesto un cessate il fuoco ha definito Israele uno stato di apartheid, ha chiesto una soluzione a due stati. “Abbiamo sofferto sotto l’apartheid, mostriamo sostegno per la Palestina” queste le parole del Presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa.

Stati Uniti

Durante la guerra tra Israele e Hamas nel corso del 2023 la risposta dei neri americani è risultata divisa. Mentre il Black Lives Matter Chicago ha mostrato un forte sostegno ai palestinesi.

Uno sguardo al passato

  • Nel 1950, Raphael Johnson Bunche, politologo e diplomatico statunitense, vinse il Premio Nobel per la pace per il suo lavoro come mediatore dell’ONU in Palestina, per la stipula dell’armistizio dopo la guerra del 1948 tra ebrei e arabi. In quegli anni Malcolm X fu una delle prime grandi figure afroamericane a sostenere la causa palestinese. In una conferenza stampa del 1958, l’attivista per i diritti umani e leader nella lotta degli afroamericani, affermò che i neri americani “sarebbero stati completamente in sintonia con la causa araba”. Diversi mesi prima del suo assassinio nel 1965, visitò la Striscia di Gaza e i campi profughi palestinesi. 
  • Nel 1967, l’attivista per i diritti civili Ethel Minor scrisse un articolo per il Comitato di coordinamento nonviolento degli studenti intitolato Raccolta del terzo mondo: il problema palestinese: metti alla prova le tue conoscenze. L’influente rubrica descriveva il “colonialismo” israeliano; in Palestina e ha collegato la lotta dei neri americani a quella palestinese.
  • Nel 1966, venne fondato il Partito delle Pantere Nere il cui obiettivo fu quello di sostenere la causa palestinese. Le Pantere Nere consideravano gli afroamericani come una popolazione “colonizzata internamente” e consideravano sia i neri americani che i palestinesi appartenenti al “Terzo Mondo” popoli oppressi dal colonialismo e dall’imperialismo. Le Pantere Nere successivamente hanno sviluppato rapporti con l’OLP, ossia l’Organizzazione per la Liberazione Palestinese.
  • Nel 1970, un gruppo di 56 attivisti afroamericani pubblicò una dichiarazione intitolata “Un appello dei neri americani contro il sostegno degli Stati Uniti al governo sionista di Israele” sul New York Times. La dichiarazione dichiarava che i neri americani dovrebbero avere “piena solidarietà con i nostri fratelli e sorelle palestinesi, che come noi, stanno lottando per l’autodeterminazione e per la fine dell’oppressione razzista”.

Cydney Wallace, un attivista della comunità ebraica nera, il 26 settembre, ha iniziato un viaggio che ha avuto come prima tappa la Cisgiordania che aveva l’obiettivo di comprendere più da vicino le lotte dei palestinesi che vivono in Cisgiordania sotto l’occupazione militare israeliana. La Wallace, e un numero crescente di neri americani, hanno dichiarato di vedere la lotta palestinese in Cisgiordania e Gaza riflessa nella loro stessa lotta per l’uguaglianza razziale e i diritti civili. Il recente aumento dei movimenti di protesta contro la brutalità della polizia negli Stati Uniti ha unito gli attivisti neri e palestinesi sotto una causa comune. Ma questa parentela a volte mette a dura prova l’alleanza più che secolare tra attivisti neri ed ebrei. Alcuni ebrei americani infatti temono che il sostegno possa intensificare la minaccia dell’antisemitismo e indebolire i legami ebraico-neri rafforzati durante il movimento per i diritti civili.

Secondo un sondaggio condotto all’inizio di questo mese dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research, gli adulti neri erano più propensi degli adulti bianchi e ispanici a dire che gli Stati Uniti sono troppo favorevoli a Israele: il 44% rispetto al 30% e al 28%, rispettivamente. Tuttavia, i neri americani non erano più propensi degli altri a dire che gli Stati Uniti non sostengono abbastanza i palestinesi. Rami Nashashibi, un organizzatore della comunità palestinese americana nella zona sud di Chicago, ha invitato Wallace e gli altri a prendere parte al viaggio chiamato Gerusalemme Nera – un’esplorazione della città sacra attraverso una lente africana e nera americana. “La mia identità palestinese è stata fortemente plasmata e influenzata dalla storia dei neri americani”, ha ammesso Nashashibi. “Ho sempre sperato che un viaggio come questo aprisse nuove strade che unissero i punti non solo in modo politico e ideologico, ma tra la liberazione e le lotte per l’umanità che ci sono molto familiari negli Stati Uniti,” ha concluso.



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