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ECCO QUALI SONO LE CITTÀ PIÙ CARE DEL MONDO


Molte città in tutto il mondo continuano a lottare con la crisi del costo della vita, che ha fatto lievitare i prezzi negli ultimi due anni. L’ultima ricerca dell’EIU sul costo della vita a livello mondiale (WCOL Worldwide Cost of Living), condotta tra il 14 agosto e l’11 settembre 2023, ha rilevato che, in media, i prezzi sono aumentati del 7,4% su base annua in termini di valuta locale per oltre 200 beni e servizi di uso comune. Si tratta di un aumento leggermente inferiore all’8,1% riportato nell’indagine dello scorso anno, ma significativamente superiore alla tendenza registrata dal 2017 al 2021. Sebbene lo studio di quest’anno copra 173 delle principali città del mondo, le medie dell’inflazione sono state calcolate escludendo Kiev (che non è stata censita nel 2022) e Caracas.

I prezzi sono scesi nel 2021-2022 quando la Cina ha revocato le restrizioni per il Covid ma…

Gli aumenti dei prezzi nel 2021-22 si sono ridotti da quando la Cina ha revocato le restrizioni legate al Covid-19 alla fine del 2022 e anche l’impennata dei prezzi dell’energia avvenuta dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022, si è attenuata. In alcune economie avanzate, come Stati Uniti, Australia e Regno Unito, la domanda dei consumatori si è rivelata sorprendentemente resistente al ritmo aggressivo della stretta monetaria iniziata nel 2022.

Le città più care

Singapore e Zurigo sono risultate le città più care del 2023. Zurigo è risalita dal sesto posto per raggiungere Singapore in testa alla classifica, facendo scendere New York (che l’anno scorso era al primo posto a pari merito con Singapore) al terzo posto. Poiché l’indice WCOL si basa sulla conversione dei prezzi in valuta locale in dollari statunitensi (come valuta comune), l’aumento di Zurigo riflette in parte la forza del franco svizzero, nonché i prezzi elevati di generi alimentari, articoli per la casa e attività ricreative. Singapore, invece risulta particolarmente cara per i trasporti e l’abbigliamento. Al terzo posto quest’anno si classifica un’altra città svizzera, Ginevra, seguita da Hong Kong al quinto posto e Los Angeles (Stati Uniti) al sesto posto.

Nel complesso, la top ten di quest’anno comprende due città asiatiche (Singapore e Hong Kong), quattro città europee (Zurigo, Ginevra, Parigi e Copenaghen), tre città statunitensi (New York, Los Angeles e San Francisco) e Tel Aviv in Israele. Va detto però che l’indagine è stata condotta prima dell’inizio della guerra tra Israele e Hamas, che ha influenzato i tassi di cambio in Israele e quindi potrebbe aver reso più difficile l’approvvigionamento di alcuni beni a Tel Aviv, influenzando così i prezzi.

La città più economica è Damasco

La città più economica è ancora Damasco, anche se il suo paniere di prezzi WCOL è aumentato del 321% su base annua in termini di valuta locale (in un contesto di revoca dei sussidi governativi e svalutazione della valuta, che ha aumentato i costi di importazione). In fondo alla classifica si trovano anche Teheran (Iran) e Tripoli (Libia). Sebbene il tasso di inflazione di Teheran sia elevato, pari a quasi il 49%, i prezzi di Tripoli sono aumentati di poco più del 5% nell’ultimo anno. Tutte e tre le città sono particolarmente economiche per i generi alimentari, così come per altri beni per la casa e la cura personale.

L’elenco delle città che sono scese più in basso in classifica, quindi che risultano meno care, comprende anche diverse città in Russia, Cina e Giappone. Mosca e San Pietroburgo sono scese drasticamente, rispettivamente di 105 posizioni al 142° e di 74 posizioni al 147°. Sebbene i prezzi siano aumentati in entrambe le città (del 5,9% e del 6,6%, secondo i nostri calcoli) a causa della repressione delle importazioni e della carenza di manodopera, questo impatto è stato oscurato dal fatto che il rublo si è deprezzato di circa il 60% rispetto allo scorso anno. In Asia, l’indebolimento del renminbi e dello yen ha portato quattro città cinesi (Nanchino, Wuxi, Dalian e Pechino) e due giapponesi (Osaka e Tokyo) a scivolare bruscamente verso il basso nella nostra classifica. Quali i fattori che hanno inciso maggiormente? La valuta più debole, la lenta ripresa post-pandemia e la contenuta domanda dei consumatori.

A Caracas l’inflazione resta alle stelle

La città con l’inflazione più alta è ancora Caracas. Tuttavia, l’inflazione è rallentata fino a raggiungere (solo) il 450% nell’ultimo anno, rispetto a tassi di oltre il 25.000% nel 2019. Le banche centrali in gran parte dell’America Latina sono state tra le prime a seguire gli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve americana, al fine di sostenere le loro valute che infatti si sono apprezzate rispetto al dollaro statunitense.

I prezzi dei servizi pubblici stanno aumentando lentamente; i prezzi dei prodotti alimentari continuano ad aumentare

I prezzi dei servizi pubblici (bollette per l’energia domestica e l’acqua) hanno registrato l’inflazione più lenta (5,7%). I prezzi dei generi alimentari e dei trasporti, al contrario, hanno continuato a salire di oltre l’8% nell’ultimo sondaggio. L’aumento dei prezzi dei trasporti riflette una forte ripresa della domanda man mano che i viaggi postpandemia sono tornati alla normalità. Nel frattempo, l’inflazione dei prodotti alimentari è stata particolarmente vigorosa perché molti produttori e rivenditori di prodotti alimentari hanno aumentato i costi di fatto trasferendo sull’acquirente l’aumento delle materie prime aumentato di oltre il 50% per il 2023 rispetto al 2019, a causa della difficoltà nella spedizione di cereali e altri alimenti dall’Ucraina e dalla Russia, e na causa di eventi meteorologici che influiscono sui raccolti in tutto il mondo.

Variazioni regionali nell’andamento dell’inflazione

I prezzi e l’inflazione per ciascuna categoria inclusa nel sondaggio differiscono notevolmente in base all’area geografica. Sebbene le città dell’Europa occidentale siano tra le più costose per attività ricreative, trasporti, beni per la casa e cura personale, le città degli Stati Uniti si collocano più in alto per servizi pubblici, aiuto domestico e tabacco. Le città asiatiche sono tra le più costose per generi alimentari e alcol. E le città australiane sono al primo posto per i prezzi del tabacco.

Il rallentamento dell’inflazione è stato modesto nel 2023

Il rallentamento dell’inflazione nel 2023 è stato, nella migliore delle ipotesi, modesto. Nel 2024 le previsioni sono di un impatto ritardato degli aumenti dei tassi di interesse che rallenterà l’attività economica e, di conseguenza, la domanda dei consumatori. Ma permangono rischi al rialzo: ulteriori escalation della guerra tra Israele e Hamas farebbero salire i prezzi dell’energia, mentre un impatto maggiore del passaggio de El Niño (previsto nel 2024) farebbe salire ulteriormente i prezzi dei prodotti alimentari. Inoltre le disparità regionali potrebbero anche ampliarsi, con i paesi sviluppati che si avvicinano al raggiungimento degli obiettivi della banca centrale del 2% dell’IPC, ma molti mercati in via di sviluppo potrebbero continuare a vedere i prezzi salire.

Le disparità regionali potrebbero anche ampliarsi, con i paesi sviluppati che si avvicinano al raggiungimento degli obiettivi della banca centrale del 2% dell’IPC

In Europa

L’inflazione nell’Europa orientale è stata rapida in tutte le categorie, dagli aiuti domestici (al 13,2%) ai generi alimentari (al 9,7%). Il risultato è che 9 delle 13 città dell’Europa orientale sono salite nella classifica WCOL, con una media elevata di quasi 17 posti.



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