Mercoledì scorso, il CEO di Tesla, Elon Musk, ha affermato che le case automobilistiche cinesi demolirebbero la maggior parte delle altre case automobilistiche del mondo se non ci fossero barriere commerciali. “La nostra osservazione è in generale che le case automobilistiche cinesi sono le più competitive al mondo”, ha detto Trump durante una conferenza sugli utili di Tesla quando gli è stato chiesto se vedeva eventuali opportunità di partnership con i produttori cinesi. “Le case automobilistiche cinesi sono state le più competitive e “avranno un successo significativo al di fuori della Cina, a seconda del tipo di tariffe o barriere commerciali stabilite”, ha ribattuto Musk in una call post-utili con gli analisti.
Ieri il ministero degli Esteri cinese facendo riferimento alle dichiarazioni di Musk, ha assicurato di volere mantenere “un ambiente imprenditoriale giusto e aperto”. Nei fatti però già lo scorso anno la Tesla, per restare competitiva, ha dovuto comprimere ancora di più i suoi margini preoccupando gli investitori. Musk però ha avvertito che Tesla stava raggiungendo “il limite naturale di riduzione dei costi” con la sua gamma esistente e ora prevede di iniziare a produrre a metà del 2025, per competere con i rivali economici, un crossover compatto più economico di prossima generazione, destinato al mercato di massa.
Il presidente Joe Biden ha affermato che la Cina è determinata a dominare il mercato dei veicoli elettrici e che lui “non permetterà che ciò accada”. L’ex presidente Donald Trump, che è il favorito per la nomina repubblicana alla presidenza quest’anno, ha giurato che se sarà eletto chiederà una tariffa universale del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti, revocando la tariffa più favorita della Cina.
Mercoledì Musk ha affermato che non esiste “alcuna opportunità evidente” di collaborare con i rivali cinesi, ma Tesla è disponibile a dare loro l’accesso alla sua rete di ricarica e a concedere in licenza altre tecnologie come la guida autonoma. L’Europa ha anche assunto una posizione protezionistica nei confronti dei produttori cinesi di veicoli elettrici. L’anno scorso, la Commissione europea ha avviato un’indagine sull’opportunità di imporre tariffe punitive per proteggere i produttori dell’UE dalle importazioni cinesi di veicoli elettrici più economici che, secondo loro, beneficiano di sussidi statali. Più che di tariffe, gli Stati Uniti e l’Europa avrebbero bisogno di politiche che dessero alle loro case automobilistiche il tempo di costruire una catena di fornitura diversificata. Un processo non veloce. Gli americani lo sanno. Per questo motivo Musk è molto preoccupato.
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