Il boom della finanza verde ha acceso un faro sulle aziende di molteplici settori ma gli strumenti a disposizione degli investitori ancora non sono sufficientemente affidabili per consentire valutazioni accurate. A questo riguardo Nomisma e Carbon Tracker hanno indagato i problemi metodologici dei rating ESG partendo da uno studio sperimentale realizzato per misurare l‘intensità carbonica di alcuni dei principali produttori automobilistici a livello globale. Nello specifico la ricerca ha preso in esame la variazione delle vendite per tipologia di motore tra il 2020 e il 2022 facendo emergere che, per quanto il mix delle vendite sia cambiato, non sembra esserci alcuna ragione tecnologica che giustifichi un aumento delle emissioni durante il ciclo di vita, che per alcuni produttori arriva al 39%. Piuttosto, Nomisma e Carbon Tracker hanno stimato una diminuzione delle emissioni delle case automobilistiche dovute alla percentuale di veicoli a basse emissioni presenti sul mercato nell’ordine del 10%. Solamente due tra le aziende monitorate hanno dichiarato emissioni superiori di oltre il 12% rispetto alle stime elaborate nello studio. Al riguardo va segnalato come, nell’arco dei due anni presi in considerazione, le aziende di settore abbiano migliorato le loro rilevazioni, dichiarando in media il 16% di emissioni in più per veicolo (da circa 42 a circa 49 tonnellate di CO2) rispetto al passato.
In ultimo, lo studio ha preso in esame i rating ESG evidenziandone i limiti dal punto di vista qualitativo e metodologico. In primo luogo la correlazione tra i diversi rating rimane bassa e da un punto di vista qualitativo appare poco chiaro cosa misurino effettivamente. Un confronto con i punteggi di allineamento della tassonomia UE, basata sull’impatto, indica infatti che le emissioni sono ancora un fattore molto marginale nei rating ESG e, conseguentemente, non contribuiscono a migliorare in modo significativo alla decarbonizzazione dei portafogli. In conclusione, i risultati dello studio condotto da Nomisma e Carbon Tracker hanno sottolineato l’urgenza di un approccio ancora più accurato nella valutazione e nella rendicontazione delle emissioni per dare modo anche alle istituzioni finanziarie, banche e fondi, di potersi affidare a dati più solidi per la decarbonizzazione dei loro portafogli.
Le emissioni di CO2 in Europa
Secondo un’informativa del Parlamento Europeo, il settore dei trasporti è responsabile del 30% delle emissioni totali di CO2 in Europa. Di questi, il 72% viene prodotto dal solo trasporto su strada. Al fine di limitarle l’Unione Europea si è data come obiettivo la riduzione del 60% di emissioni entro il 2030. La percentuale è calcolata sui livelli di emissione del 1990.
Le auto elettriche
La crisi ambientale ha reso evidente quanto sia importante raggiungere questo obiettivo. Se in alcuni settori sono stati adottati dei provvedimenti, l’aumento della mobilità delle persone negli ultimi decenni ha causato un incremento delle emissioni di CO2. Grossi sforzi sono stati compiuti per migliorare l’efficienza energetica delle auto di nuova generazione. Negli anni, la vendita di veicoli green è aumentata. L’acquisto di auto elettriche, un tempo guardate con sospetto dai consumatori, sta prendendo piede. Unico svantaggio, al momento, il costo iniziale più elevato rispetto alle altre vetture, che però nel lungo periodo consente di risparmiare diverse migliaia di euro, confermando quanto convenga l’auto elettrica, sia per il portafoglio che per l’ambiente.
Come ridurre le emissioni di CO2 prodotti dalle auto
In che modo si possono ridurre i livelli di CO2 prodotti dalle auto? Rendendo i veicoli più efficienti e intervenendo sul tipo di alimentazione delle autovetture. I modelli di auto più diffusi sono ancora quelli a benzina ma, anche quelle elettriche stanno avendo un rialzo nella curva della domanda di mercato. Per calcolare quanta CO2 produce una macchina, bisogna tenere conto non solo delle emissioni create dalla frequenza d’uso del veicolo, ma anche da quelle causate dalla produzione e dallo smaltimento del veicolo stesso.
Quanta CO2 producono le auto
Tra i consumi delle auto e le emissioni di CO2 c’è una relazione diretta. Quanto più si consuma, tanta più anidride carbonica viene immessa nell’aria. Catalizzatori e i filtri fra i più avanzati a livello tecnologico, non sono così efficaci per la riduzione delle emissioni quanto la riduzione dei consumi. Ovviamente questo dipende anche dal tipo di carburante con cui l’auto si alimenta.
Le emissioni di Co2 di un’auto a benzina sono pari a 2.380g per litro consumato. Se per spostarci, ad esempio, consumiamo due litri di benzina, avremmo immesso nell’aria quasi 5 chili di anidride carbonica. Minori invece le emissioni CO2 di un’auto a Gpl, con 1.610g immessi per litro. Ci sono poi le auto a metano, con 2.750g di CO2 per kg e le auto diesel, con emissioni di 2.650g per litro di gasolio consumato. Le auto hybrid sono divise in tre gruppi: del primo fanno parte i veicoli che emettono fino a 60g di CO2 ogni km, del secondo quelli che emettono tra 61 e 95 g, del terzo quelli oltre i 95g.
E le auto elettriche? Un’auto elettrica emana emissioni di CO2 inferiori di almeno il 25-30% rispetto ai veicoli con motori a combustione sulla lunga percorrenza. Il che significa che dopo un terzo o la metà di percorrenza complessiva producono vantaggi climatici netti.
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