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BIDEN IL RAPPORTO DEL PROCURATORE SPECIALE HUR LO DEFINISCE “UN UOMO ANZIANO E CON POCA MEMORIA”


Joe Biden appare sempre più in difficoltà quando deve parlare in pubblico. E sebbene manchino ben 9 mesi all’inizio delle elezioni, pare già che la maggior parte degli americani abbia scelto di non votarlo. “Si confonde mentre parla, incespica quando cammina, spesso gli capita di non ricordare i nomi delle persone e quando una giornalista invitata alla conferenza stampa alla Casa Bianca glielo fa notare, facendo riferimento al rapporto del procuratore speciale Robert Hur dal quale si evince che si è sbagliato anche a riferire la data della morte del figlio, va su tutte le furie. “Come diavolo ha osato sollevarlo?” ha detto Biden, lottando visibilmente per tenere a freno le sue emozioni. E dire che il rapporto del procuratore speciale Robert Hur avrebbe dovuto essere una buona notizia per Biden. Lo ha scagionato da qualsiasi illecito penale nell’archiviazione dei documenti riservati , che aveva utilizzato quando era vicepresidente sotto Barack Obama , nella sua casa privata e in un ex ufficio. Contrariamente a quando è accaduto a Donald Trump che in un’indagine penale separata è entrato di nuovo nel mirino della giustizia accusato di aver preso grandi quantità di documenti top-secret dopo aver lasciato la Casa Bianca nel 2021, ostacolando poi i tentativi di recuperarli. Tuttavia, Hur ha scatenato una bomba politica, a soli nove mesi dalle elezioni, dicendo che il democratico di 81 anni si è presentato come un “uomo anziano, ben intenzionato e con scarsa memoria. Quindi considerata la ridotta acutezza mentale di Biden, ha detto Hur, una giuria non lo avrebbe in ogni caso ritenuto colpevole dell’accusa di documenti”.

Interrogato sui commenti dei giornalisti alla Casa Bianca dopo il suo discorso formale, Biden ha detto rispondendo a una domanda della Fox: “La mia memoria è a posto: guardate quello che ho fatto da quando sono presidente” degli Stati Uniti. Non ho mai diffuso informazioni classificate”, ha poi affermato a proposito dell’indagine sulla gestione delle carte segrete quando era vicepresidente. “Avrei dovuto prestare più attenzione a come quei documenti venivano gestiti”, ha ammesso, ribadendo di non aver infranto la legge. “Il procuratore speciale ha concluso che io non ho commesso nessun crimine con le carte classificate. Non solo: io ho collaborato con la giustizia, deponendo per cinque ore in due giorni, l’8 e il 9 ottobre, all’indomani dell’attacco di Hamas contro Israele, quindi nel bel mezzo di una crisi internazionale”, ha sottolineato Biden. “Trump al contrario ha mentito e non ha collaborato”, ha aggiunto il presidente Usa.

Il presidente Mike Johnson e altri importanti leader repubblicani della Camera dei Rappresentanti però hanno definito il rapporto di Hur “profondamente inquietante” e hanno affermato che dimostra che Biden era “non idoneo” alla presidenza.”Un uomo troppo incapace di essere ritenuto responsabile per la cattiva gestione di informazioni riservate è certamente inadatto allo Studio Ovale”, si legge in una nota. Hur è stato nominato dal procuratore generale di Biden, Merrick Garland, l’anno scorso dopo che era stato trovato materiale riservato nella casa di Joe Biden nel Delaware e in un ex ufficio. Il rapporto di 388 pagine afferma che Biden aveva “conservato e divulgato volontariamente materiale riservato” nel periodo successivo alla sua partenza dalla vicepresidenza, ben prima di sconfiggere Trump nel 2020 per diventare presidente. Hur,  precedentemente nominato da Trump procuratore capo dello stato del Maryland, ha affermato che i documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan e altre questioni sono stati recuperati dagli agenti dell’FBI. Tuttavia, “concludiamo che le prove non sono sufficienti per condannare, e rifiutiamo di raccomandare il perseguimento giudiziario del signor Biden per la sua conservazione dei documenti classificati dell’Afghanistan”, ha detto, aggiungendo: “Anche perché parebbe difficile convincere una giuria a condannare  ormai quasi un ex presidente ultra ottantenne di un crimine grave che richiede uno stato mentale di ostinazione”.

Il caso

L’inchiesta su Biden era stata avviata dopo che l’Fbi aveva scoperto alla fine del 2022 documenti top secret nel suo garage di casa a Wilmington e in un ufficio privato di un think tank di Washington. Il presidente ha offerto pieno sostegno all’indagine e si è fatto interrogare, ma dall’inchiesta sono emerse molte circostanze allarmanti. Innanzitutto la scarsa sicurezza con cui erano custoditi i documenti che avrebbero dovuto essere consegnati agli Archivi nazionali: alcune carte segrete sull’Afghanistan (tra cui quelle che provano la sua opposizione all’aumento delle truppe deciso da Obama) erano conservati in una scatola di cartone usurata nel suo garage, insieme ad una scala e un cesto di vimini, come mostrano alcune foto che probabilmente diventeranno virali sui social, soprattutto tra gli attivisti di destra. I suoi notebook contenenti informazioni riservate erano tenuti in cassetti aperti a casa. Biden era noto inoltre per rimuovere e conservare materiale riservato dai suoi briefing book per un uso futuro, e il suo staff talvolta non riusciva a recuperarlo, si legge nel rapporto. “E non esisteva alcuna procedura per rintracciare parte del materiale riservato che Biden aveva ricevuto al di fuori dei suoi briefing book”, scrive Hur. Biden non avrebbe potuto essere perseguito come presidente in carica, ma nel suo rapporto il procuratore speciale afferma che non avrebbe comunque raccomandato accuse contro di lui per varie ragioni.
Tra queste il fatto che come vicepresidente, e durante la sua successiva presidenza quando furono trovate le carte sull’ Afghanistan, “aveva l’autorità di conservare documenti riservati a casa sua”. Ma anche il fatto che una giuria potrebbe pensare che li avesse dimenticati in una casa presa in affitto in Virginia e quindi non trattenuti volontariamente. Oltre al fatto che in un processo Biden probabilmente si sarebbe presentato alla giuria “come un uomo anziano empatico, ben intenzionato e con una scarsa memoria”, come emerso sia con l’autore della sua biografia sia nella deposizione davanti agli investigatori. Commentando la memoria del presidente, Hur afferma che “sembrava avere limiti significativi” nelle testimonianze. In una “non ricordava quando era vicepresidente, dimenticandosi quando era terminato il suo mandato”, in un altra quando era iniziato. Inoltre “non ricordava, nemmeno dopo diversi anni, quando morì suo figlio Beau”. Il rapporto aggiunge che “la sua memoria appariva confusa nel descrivere il dibattito sull’Afghanistan che un tempo era stato così importante per lui. Tra le altre cose, ha erroneamente affermato di ‘avere avuto una reale divergenza’ di opinioni con il generale Karl Eikenberry, quando, in realtà, Eikenberry era un alleato che Biden ha citato con approvazione nel suo promemoria della festa Ringraziamento al presidente Obama”. Biden si e’ “rallegrato” che l’indagine si sia conclusa senza accuse, ha ricordato la sua piena collaborazione – anche con due deposizioni subito dopo l’attacco di Hamas in Israele – e ha ribadito di aver sempre “lavorato per proteggere la sicurezza dell’America”.

Biden combatte da tempo gli attacchi provenienti dalla destra e anche da alcuni interni al suo stesso partito, secondo cui sarebbe troppo vecchio per essere presidente. “Sono la persona più qualificata negli Stati Uniti per diventare presidente e portare a termine l’incarico”, ha ribadito. Però poi quando ha risposto ad altre domande dei giornalisti, ha detto uno strafalcione parlando  della guerra di Israele a Gaza perché ha confuso momentaneamente il Messico e l’Egitto. Cose che capitano ai comuni mortali, ma un presidente degli Stati Uniti dovrebbe sapere fare la differenza.

Il consigliere speciale della Casa Bianca Richard Sauber e l’avvocato personale di Biden, Bob Bauer, hanno attaccato i commenti definendoli né “accurati né appropriati”. “Il rapporto utilizza un linguaggio altamente pregiudizievole per descrivere un evento comune tra i testimoni: la mancanza di ricordo di eventi vecchi di anni”, hanno scritto in una lettera a Hur. “Tali commenti non hanno posto in un rapporto del Dipartimento di Giustizia.” Ora il team legale di Biden ha chiesto che Hur corregga i suoi commenti sulla memoria del presidente, “che non pensiamo siano accurati o appropriati”. Trump nel frattempo è già passato all’attacco: “Questo caso ha dimostrato che il sistema giudiziario ha un doppio standard e i processi contro di me sono selettivi e incostituzionali!. Il caso di Biden è 100 volte diverso e più grave del mio”. Subito dopo gli ha fato eco lo speaker della Camera e stretto alleato del tycoon, Mike Johnson: “Un uomo così incapace che non può essere incriminato per aver mal custodito le carte è certamente inadatto allo Studio Ovale”.



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