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MELONI E BIDEN GRANDE INTESA SUI FLUSSI MIGRATORI E GLI AIUTI ALL’UCRAINA. LA PREMIER POI ANNUNCIA IL TRASFERIMENTO DI CHICCO FOTI IN ITALIA


Negli Usa è un fronte aperto fra Biden e Donald Trump, i più probabili front runner nella corsa alla Casa Bianca. E non a caso entrambi sono reduci da una visita quasi speculare al confine con il Messico. Per la premier italiana Giorgia Meloni il benvenuto di Biden è particolarmente caloroso. “Giorgia, sono contento che sei tornata negli Stati Uniti, siamo grandi amici”, esordisce il presidente americano prima di iniziare il bilaterale, accogliendo nello Studio Ovale l’ospite intonando Georgia on my mind di Ray Charles. All’inizio dell’incontro i due leader hanno ribadito il sostegno a Kiev e l’impegno a evitare una escalation in Medio Oriente difendendo il diritto di navigazione nel Mar Rosso, insidiato dagli attacchi degli Houthi. Temi di alta geopolitica in una doppia missione, fra Washington e Toronto, che a Meloni serve a condividere con i partner le priorità del G7 a presidenza italiana, che ha al centro anche la questione migratoria, oltre all’Intelligenza artificiale. In cima alle priorità c’è anche l’Africa, da “sostenere” anche per “mettere fine alle migrazioni illegali e al traffico di esseri umani: è diventata l’attività finanziaria criminale più redditizia a livello globale e non possiamo accettarlo”. Il capitolo immigrazione – seppur con dinamiche diverse – è cruciale per entrambi sul versante interno. D’altra parte la gestione dei flussi migratori è uno dei principali obiettivi del Piano Mattei, e non è escluso che l’Italia chieda agli Stati Uniti una sponda sui tanti tavoli aperti in Africa. Dalla Casa Bianca confermano che è condiviso il fine di esplorare opportunità di collaborazione in aree di interesse comune nel continente africano. Nella prospettiva del Piano Mattei, dovrebbe entrare nell’agenda della premier per le prossime settimane una missione in Egitto dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, che nelle ultime ore ha ricevuto una telefonata da Biden. Il presidente americano a sua volta lancia un annuncio: “Gli Usa parteciperanno ad una grande operazione di aiuti a Gaza che inizierà nei prossimi giorni”. Una frase in cui inizialmente ha un lapsus, confondendo l’Ucraina e Gaza. La crisi mediorientale impegna gran parte del colloquio, all’indomani dell’uccisione di decine di palestinesi durante una consegna di aiuti nel nord della Striscia. Meloni conferma la sua preoccupazione, “dobbiamo coordinare le azioni per evitare una escalation, e sosteniamo pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti”, garantisce all’alleato, sottolineando che Roma ha concentrato gli sforzi sulla crisi umanitaria. Quelli diplomatici, aggiunge, devono “garantire passi concreti per favorire la prospettiva di due popoli e due Stati, che è l’unica soluzione di lungo termine sostenibile”. C’è allineamento anche sul Mar Rosso, teatro di tensioni in cui la “missione europea Aspides” rappresenta “un’importante risposta” agli Houthi, sottolinea Meloni. E anche sull’Ucraina. Biden ringrazia la premier per il suo “incrollabile sostegno” a Kiev. L’Italia ha sostenuto anche le sanzioni alla Russia, dossier su cui gli Usa premono per destinare al finanziamento della ricostruzione dell’Ucraina i 280 miliardi di dollari di fondi detenuti dalla banca centrale russa all’estero, e congelati dai vari Paesi occidentali. Stanziare i fondi per Kiev è cruciale, ha sottolineato anche il capo del Pentagono, Lloyd Austin, rimarcando che se l’Ucraina perde la guerra, i paesi Nato dovranno combattere contro la Russia.

Sugli asset russi è decisione sovrana dei Paesi

Gli Usa sono favorevoli ad un utilizzo degli asset russi congelati a favore di Kiev ma “ogni nazione deve decidere per se stessa, è decisione sovrana”. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, in un briefing con i corrispondenti italiani in Usa dopo l’incontro tra Joe Biden e la premier italiana nello studio Ovale, per mettere come spesso accade precisi paletti ai discorsi a volte eccessivamente a maglia larga oltre che con qualche scivolone del presidente americano. Kirby ha però precisato che il presidente americano “non ha l’autorità per farlo, spetta al parlamento (che ci sta già lavorando, ndr)”. E ha aggiunto che la mossa sarebbe da “concordare con gli alleati”, con il G7 come sede di dialogo ideale. 

Chico Forti trasferito in Italia

Meloni con la sua trasferta americana porta a casa un altro successo per essere riuscita a stipulare un accordo sul trasferimento in Italia di Chico Forti, condannato nel 2000 a Miami per un omicidio di cui si proclama innocente. Intanto in un video diffuso a Washington arrivano le parole della premier: “Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora aspettiamo in Italia Chico Forti”. “È uno straordinario risultato del Governo e della diplomazia italiana”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Orgoglioso dei nostri funzionari. In silenzio continuiamo a raggiungere risultati importanti”.

“Il rientro in Italia di Chico Forti è un importante ed atteso traguardo raggiunto grazie all’autorevole impegno in prima persona del Presidente Giorgia Meloni”, ha dichiarato Carlo Nordio, il ministro a capo del dicastero della Giustizia in Italia. “I miei uffici lavoreranno per ottemperare, nel più breve tempo possibile, a tutti i passaggi tecnici necessari di competenza del Ministero della Giustizia e di cui avevo parlato con l’Attorney general, M.Garland, nella visita a novembre presso il Department of Justice di Washington. Auspichiamo che anche tutti gli altri passaggi, che chiamano in causa tra l’altro le autorità giudiziarie, si possano compiere nel più breve tempo possibile per consentire a Forti di continuare a scontare nel suo Paese, vicino ai suoi affetti, la pena”.



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