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USA, BERNIE SANDERS HA PRESENTATO UN DISEGNO LEGGE PER RIDURRE L’ORARIO DELLA SETTIMANA LAVORATIVA DA 40 A 32 ORE


set of black opened envelope and cash dollars
Photo by Karolina Grabowska on Pexels.com

Per più di 80 anni la settimana lavorativa negli Stati Uniti ha sempre avuto una durata totale di 40 ore. Da mercoledì scorso il senatore Bernie Sanders ha deciso che le cose dovevano cambiare introducendo un disegno di legge che ridurrebbe l’orario a 32 ore. Quali le ragioni? Considerati i progressi nell’automazione, nella robotica e nell’intelligenza artificiale, Sanders ha detto che le aziende statunitensi possono permettersi di concedere ai dipendenti più tempo libero senza tagliare salari e benefici per compensare le ore perse.  Ciò significa che le persone che attualmente lavorano dal lunedì al venerdì, otto ore al giorno, potranno aggiungere un giorno in più al loro fine settimana. I lavoratori che hanno diritto agli straordinari verrebbero pagati extra se superano le 32 ore settimanali.

Sanders ha spiegato che le riduzioni dell’orario di lavoro verrebbero attuate gradualmente nell’arco di quattro anni. 

In che modo una settimana lavorativa più breve influirebbe sui dipendenti e sulla produttività?

Un recente studio sulle aziende britanniche che hanno accettato di adottare una settimana lavorativa di 32 ore ha concluso che i dipendenti sono arrivati ​​al lavoro meno stressati e più concentrati mentre i ricavi sono rimasti stabili o sono aumentati.  Nel 2022, un team di ricercatori universitari e l’organizzazione no profit 4 Day Week Global hanno chiesto a 61 aziende di ridurre l’orario di lavoro per sei mesi senza tagliare i salari. Successivamente, il 71% dei 2.900 lavoratori ha affermato di essere meno esaurito e quasi la metà ha dichiarato di essere più soddisfatta del proprio lavoro. Nel frattempo, 24 delle società partecipanti hanno registrato una crescita dei ricavi superiore al 34% rispetto ai sei mesi precedenti. Quasi altre due dozzine hanno registrato un aumento minore.

“La maggior parte dei dipendenti registra un aumento della produttività durante il periodo di prova. Sono più energici, concentrati e capaci”, ha detto alla commissione del Senato di Sanders Juliet Shor, professoressa di sociologia del Boston College e ricercatrice principale dello studio britannico.

Molti però sono coloro che hanno espresso delle perplessità riguardo al fatto che una settimana lavorativa di 32 ore possa funzionare per tutti.  Proprio perché non si possono omologare tutti i lavori.  E’ palese che chi lavora al computer ha obblighi lavorativi differenti rispetto a chi lavora manualmente per mantenere in funzione le catene di montaggio. Per questo motivo un notevole numero di repubblicani con l’aggiunta di alcuni democratici si è già schierato sul fronte del no con la convinzione, tra l’altro, che la proposta di Sanders resti senza futuro. Il senatore del GOP Bill Cassidy della Louisiana ha affermato che pagare ai lavoratori lo stesso salario per meno ore costringerebbe i datori di lavoro a trasferire il costo dell’assunzione di più lavoratori sui consumatori. “Minaccerebbe milioni di piccole imprese che operano con margini sottilissimi perché non sono in grado assumere nuovi lavoratori per coprire i buchi produttivi”  ha affermato Cassidy. Ma Sanders non ha fatto passi da gambero accusando i dirigenti contrari di volere solo intascare profitti extra poiché la tecnologia ha aumentato la produttività dei lavoratori. “Continuiamo la tendenza secondo cui la tecnologia avvantaggia solo le persone al vertice, o chiediamo che questi cambiamenti trasformativi vadano a vantaggio dei lavoratori?” ha detto Sanders. “E uno dei vantaggi deve essere una settimana lavorativa inferiore, una settimana lavorativa di 32 ore.”

La pandemia ha scatenato in tutto l’Occidente la crisi economica più grave dal Dopoguerra, peggiore anche di quella seguita al crollo di Lehman Brothers. Ad avere pagato sono stati soprattutto i lavoratori, in particolare quelli più fragili, i precari, quelli del commercio, della ristorazione, del turismo. E non solo dal punto di vista occupazionale, con un aumento dei senza lavoro, ma anche retributivo. Quasi ovunque, e anche in Italia, i salari medi sono diminuiti nel 2020. A salvarsi sono stati in pochi, tra questi in particolare gli americani. Lo stipendio medio americano è infatti cresciuto anche l’anno scorso, passando da 66.383 Usd (60.909.72 euro) a 69.392 Usd (63.670,63 euro), calcolati usando il metodo della parità di potere d’acquisto, che tiene conto anche del costo della vita. In Italia usando la stessa misura, la riduzione è stata da 36.835,04 euro (40.145 Usd) a 34.654,95 euro (37.769 Usd).

Per meglio analizzare il livello dello stipendio medio americano si usa tuttavia  la paga oraria, visto che la media annuale include naturalmente anche i dati di chi lavora part time o solo per un periodo limitato, o gli stagionali. Oltreoceano peraltro non si usa pagare mensilmente i dipendenti, ma ogni due settimane, e non esiste il concetto di stipendio mensile come in Italia.

Lo stipendio medio americano è di 30,73 dollari all’ora (28,22 euro)

Negli hotel e nei ristoranti gli stipendi più bassi negli Usa

Osservando quindi i dati forniti dal Bls, ovvero il Bureau of Labour Statistics, emerge che i dollari guadagnati ogni ora dal lavoratore americano medio (in questo caso stavolta senza considerare il potere d’acquisto) sono pari a 39, 73 Usd (36,45 euro). Si tratta di un valore che è notevolmente cresciuto nel tempo, se consideriamo che 10 anni fa per esempio era di 23 dollari (21,10 euro), e prima della pandemia, nel febbraio 2020, di 28,5 dollari ossia 25,72 euro. Da considerare è anche che negli Stati Uniti l’inflazione negli ultimi anni è stata maggiore che in Europa e in Italia, e che vi sono stati aumenti del salario minimo, ma molto di questo incremento è dovuto certamente a una crescita del Pil, oltre che dell’occupazione stessa, più vivace che da questa parte dell’Atlantico.

Lo stipendio medio americano è tutelato dal salario minimo

Ma come ovunque questi numeri rappresentano una media, e nascondono in realtà valori molto diversi in base al settore preso in considerazione. Così se da un lato coloro che lavorano nell’ambito delle utilities (erogazione di acqua, elettricità, gas, ecc) godono negli Usa di stipendi di 45,08 dollari all’ora, (41,40 euro) dall’altro i lavoratori del settore degli alberghi e ristorazione si devono accontentare di due volte e mezzo meno, ovvero 18,82 dollari (17,29 euro).  In quest’ultimo gruppo tipicamente sono occupati giovani che lavorano durante gli studi, immigrati, e molti di loro prendono il salario minimo, oltre a dipendere soprattutto dalla mance.

I salari degli addetti del commercio e dei magazzinieri

Tra coloro che hanno stipendi più alti negli Usa ci sono per esempio coloro che sono occupati nell’Ict Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con 44,46 dollari all’ora (40,83 euro), e quelli che si occupano di attività finanziarie, con 40,53 dollari (37,22 euro) sempre all’ora. Nel grande mondo dei servizi professionali, che include avvocati, architetti, dentisti, e molto altro il salario medio è di 37,03 dollari l’ora (34,01 euro), con, è facile immaginare, una grande variabilità interna in base al ruolo e al sotto-settore. Tra i meno pagati invece vi sono coloro che sono addetti del commercio al dettaglio, che ricevono 22,12 dollari l’ora (20,32 euro), e chi è occupato nel settore del trasporto e magazzinaggio, che ne prende 26,97 euro (24,77 euro).

Dove gli stipendi Usa sono più alti

Si tratta in fondo di differenze tra settori che sono presenti anche altrove in Occidente, anche se i numeri cambiano da Paese a Paese. E come in Italia e in altre realtà vi è anche un’ulteriore tipologia di divario, è quello che intercorre tra le diverse aree geografiche degli Usa. Se nello stato di New York lo stipendio medio sale a 35,5 dollari all’ora (32,60 euro) e in California a 36,6 (33,62 euro) in Mississippi, lo stato più povero del Paese, scende a 23,4 (21,49 euro), e in West Virginia a 25,7 dollari (23,03 euro).

A New York gli stipendi più alti

Chi sogna un lavoro negli Usa spesso ha in mente i salari della Silicon Valley, ma la realtà quotidiana è fatta anche delle paghe minime ricevute da chi fa il commesso da Walmart sugli Appalachi o nel profondo Sud, dove i redditi sono molto inferiori, e con essi gli stipendi.

Ma come è fatta la busta paga standard di un lavoratore americano?

Innanzitutto c’è da dire che è assai più semplice di una busta paga europea o, peggio ancora, italiana. Sostanzialmente gli stipendi Usa devono scontare le seguenti principali trattenute sulla retribuzione netta:

Social Security Tax – si tratta di una tassa che vale il 6,2% sui primi 113.700 dollari di stipendio annuale
Medicare – è una trattenuta pari all’1.45% della retribuzione lorda e serve per finanziare il sistema sanitario americano

In sostanza bisogna calcolare che tra gli stipendi Usa lordi e quelli netti il cuneo fiscale è di circa il 33%. Ben lontano dai valori europei o italiani dove la differenza tra lordo e netto è di circa il 50%.

I lavori più pagati in America

Se poi si va a vedere quali sono le professioni che sono meglio pagate negli Stati Uniti si resta abbastanza sorpresi. Perché? Lo scopriamo tra poco. Intanto: al primo posto ci sono gli sviluppatori software e questo non sorprende affatto. Questa figura di lavoratore è, in realtà ricercatissima ovunque, figuriamoci in America. Uno sviluppatore software in America può arrivare a guadagnare poco più di 100mila dollari l’anno. Il reddito medio è di 101mila dollari. Anche il secondo posto non sorprende: sono gli statistici che in America guadagnano uno stipendio lordo di 84mila dollari (sempre reddito mediano). Come per lo sviluppatore software, anche per lo statistico le prospettive di carriera sono molto promettenti perché si tratta di una professionalità che è utile, anzi, indispensabile, in praticamente tutti gli ambiti del business. Quello che davvero stupisce è che dal terzo al sedicesimo ci sono solo professioni sanitarie. Chirurgo, anestesista, ortodontista, parodontologo, psichiatra, dentista, ostetrico e ginecologo, pediatra, internista… hanno tutti stipendi mensili che possono arrivare, con bonus, premi, eccetera, a superare i 100mila dollari l’anno.



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