Da ieri il vice presidente iraniano Mohammad Mokhber, 69 anni, dopo la morte del premier iraniano Ebrahim Raisi avvenuta in un incidente in elicottero il 19 maggio, ha assunto l’incarico di presidente ad anterim della Repubblica islamica d’Iran. Com’è oramai noto dalle cronache, Sayyid Ebrahim Raisol-Sadati, conosciuto semplicemente come Ebrahim Raisi o Ebraim Raisi, 8º presidente dell’Iran dal 3 agosto 2021 è ufficialmente deceduto. L’elicottero su cui viaggiava due giorni fa inizialmente risultante disperso sulle montagne iraniane a ridosso del confine con l’Azerbaigian e l’Armenia, è stato trovato sulla strada per il villaggio iraniano di Khoilar-Kalam, ha dichiarato il capo della Mezzaluna rossa locale Pir Hossein Koolivand. Le squadre di ricerca hanno trovato parti dell’ala e della pala del velivolo su una collina e si sono mosse verso il posto. L’agenzia di stampa statale turca Anadolu e quella iraniana Fars hanno segnalato che un drone Akinci fornito da Ankara ha rilevato una “fonte di calore” in una zona dell’Azerbaigian orientale e che sul posto sono state immediatamente inviate le squadre di soccorso. La Mezzaluna rossa iraniana ha inviato nella zona 73 squadre di soccorso, compresi cani da rilevamento, che hanno operato in condizioni meteorologiche difficili, con pioggia e nebbia che riducono la visibilità.
Il luogo dell’incidente sarebbe a circa 100 chilometri da Tabriz, vicino a un villaggio chiamato Tavil, in una remota zona montuosa dell’Azerbaigian. Anche il presidente russo, Vladimir Putin, ha ordinato l’invio di due aerei, un elicottero e 50 uomini dalla Russia per cercare l’elicottero.
La tv di Stato iraniano ha dato la notizia ufficiale della morte del presidente definendolo “martire del servizio” e precisando che saranno resi noti il luogo e l’ora della cerimonia funebre. Tra le vittime ci sono le guardie del corpo del presidente, il generale Mehdi Mousavi, un membro della base Ansar al-Mahdi delle Guardie rivoluzionarie, il pilota, il copilota e il tecnico di volo. A bordo dell’elicottero c’erano anche il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della provincia dell’Azarbaijan orientale Malek Rahmati e il leader della preghiera del venerdì di Tabriz, Mohammadali Al-Hashem. Con un messaggio diretto agli amici, ma soprattutto ai nemici a partire da Israele, l’Ayatollah Ali Khamenei, guida suprema del paese, ha assicurato che non ci saranno vuoti di potere. E il governo iraniano ha annunciato che continuerà ad operare “senza interruzioni” dopo la morte del presidente Raisi. “Il presidente del popolo iraniano, laborioso e instancabile…, ha sacrificato la sua vita per la nazione”, si legge in un comunicato del governo. “Assicuriamo alla nazione leale che, con l’aiuto di Dio e il sostegno del popolo, non ci sarà la minima interruzione nell’amministrazione del Paese”, aggiunge la nota. Il convoglio presidenziale di tre elicotteri era partito dall’Azerbaigian dopo una visita di Raisi all’omologo lham Aliyev, con cui aveva inaugurato una diga. Le prime notizie, arrivate dai media iraniani, hanno riferito di un “incidente”, ma senza chiarire se l’elicottero coinvolto fosse quello di Raisi. Il seguito è stato un susseguirsi caotico di aggiornamenti, spesso contraddittori. “Raisi non è ferito, è ripartito a bordo di un’auto”, la prima versione dell’agenzia iraniana Mehr, che poi ha cancellato la notizia. Il primo resoconto ufficiale è arrivato dal ministro dell’interno Ahmad Vahidi, che ha confermato lo schianto (“il duro atterraggio”) dell’elicottero con Raisi, il ministro degli Esteri, il governatore della provincia e il principale imam della regione, “a causa delle cattive condizioni meteorologiche”. E soprattutto ha fatto capire che l’allarme era reale, tanto più che la nebbia ostacolava l’arrivo dei soccorritori sul posto. Nel frattempo, gli altri due elicotteri del convoglio sono arrivati a destinazione.
L’Ue, su richiesta di Teheran, aveva subito attivato il sistema satellitare Copernicus. Altri Paesi, come Arabia Saudita, Russia e Turchia, hanno offerto assistenza. Anche la Casa Bianca ha seguito l’evoluzione della crisi, mentre da Roma Giorgia Meloni ha convocato per una riunione con i ministri compenti e l’intelligence. Raisi è stato visto spesso come il favorito per succedere ad Ali Khamenei come leader supremo. Considerato un intransigente nella politica iraniana, la presidenza di Raisi ha visto uno stallo nei negoziati con gli Stati Uniti sul piano d’azione globale congiunto (JCPOA) e proteste su larga scala in tutto il Paese alla fine del 2022, innescate dalla morte di Mahsa Amini il 16 settembre.
I suoi incarichi
All’inizio della sua carriera, Raisi ha ricoperto diversi incarichi nel sistema giudiziario iraniano, tra cui quello di vice procuratore e procuratore di Teheran. Per il suo ruolo nel cosiddetto comitato della morte durante le esecuzioni dei prigionieri politici iraniani nel 1988, divenne noto come il “Macellaio di Teheran”, venendo sanzionato dall’Office of Foreign Assets Control degli Stati Uniti.
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