Da poche ore è iniziato il processo contro Hunter Biden in un tribunale di Wilmington nel nord della Carolina. Il figlio dell’attuale presidente statunitense dovrà rispondere di tre capi di accusa per violazione delle norme sulla detenzione di armi, vale a dire per aver acquistato e conservato un’arma mentre era tossicodipendente, dichiarando il falso. Nel corso della prima udienza, è stata avviata la selezione della giuria che ora è composta da tre donne bianche, tre donne nere, quattro uomini neri e due uomini bianchi e sarà chiamata a decidere se ritenere l’imputato colpevole o meno. I quattro giurati supplenti sono due donne nere e due donne bianche. Il giudice distrettuale americano Maryellen Noreika, ha detto che entrambe le parti inizieranno ad aprire le discussioni sul caso martedì. Il primo testimone sarà l’agente dell’FBI Erika Jensen. Il procedimento giudiziario, in cui sono chiamate a testimoniare una decina di persone, fra cui l’ex moglie de tre ex fidanzate dell’imputato, durerà una o due settimane. Saranno portate come prove le sue memorie (Beautiful Things: a memoir), in cui Hunter ammette la sua discesa agli inferi e il suo laptop, con fotografie sessualmente esplicite e le email compromettenti.
Joe Biden qualche istante prima dell’inizio dell’interrogatorio del figlio, ha rilasciato una dichiarazione affermando di provare un “amore sconfinato” per lui e “grande rispetto per la sua forza”. “Sono il presidente, ma sono anche un papà”, ha detto. “Jill e io amiamo nostro figlio e siamo così orgogliosi dell’uomo che è oggi”. E la mamma che oggi compiva 73 anni ha voluto essere presente in aula per dare supporto a Hunter.
Due guinness dei primati
Per gli americani questo sarà il secondo guinnes dei primati sul fronte presidenziale. Il primo riguarda Donald Trump che per l’ultima condanna sarà il primo presidente nella storia americana, che seppur condannato, continuerà la sua gara elettorale con la prospettiva di poter essere eletto per la seconda volta. Il secondo riguarda Hunter, che potrebbe essere il primo figlio di un presidente americano in carica a essere condannato. Il figlio di Biden aveva cercato di risolvere le accuse di detenzione di armi, nonché altre accuse penali separate per non aver pagato 1,4 milioni di dollari di tasse, attraverso un patteggiamento con i pubblici ministeri lo scorso luglio che gli avrebbe risparmiato il carcere. Il giudice Noreika però ha detto che l’accordo era insolito e ha ordinato agli avvocati di sviluppare un nuovo accordo che entrambe le parti però non sono riuscite a raggiungere così il patteggiamento è andato in fumo.
Il procuratore Weiss: “Non ho politicizzato il caso”
Il caso, in aula da oggi, è stato seguito dal procuratore speciale David Weiss, nominato dal Dipartimento della Giustizia per esaminare diverse questioni aperte che coinvolgono il 54enne secondogenito del presidente. L’imputato si è dichiarato non colpevole di tutti e tre i capi di imputazione mossi nei suoi confronti, pur avendo ammesso di essere stato dipendente da alcol, crack e cocaina.
La difesa di Hunter: “Ho commesso errori. Ma sono stato messo alla berlina dall’estrema destra”
L’imputato, pur avendo ammesso lo scorso dicembre le proprie responsabilità per “errori commessi nella mia vita e per aver gettato via le opportunità e i privilegi che mi erano stati concessi”, ha accusato i deputati della “destra Maga (Make America Great Again, lo slogan usato da Trump, ndr)” di averlo “messo alla berlina per le sue dipendenze e aver sminuito la sua ripresa”. Il figlio del presidente ha aggiunto: “Hanno cercato di disumanizzarmi, di mettermi in imbarazzo e di danneggiare mio padre”. Hunter ha anche puntato il dito contro un negozio, in cui aveva portato il laptop a riparare, per averlo manipolato col fine di aggiungere informazioni compromettenti.
Cosa prevede la legge americana sull’acquisto di armi
Negli Stati Uniti, quando si acquista un’arma, bisogna firmare un modulo del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, in cui si dichiara che si è autorizzati a farlo. Due dei capi di accusa a carico di Hunter Biden riguardano la falsa dichiarazione in risposta alla domanda su una dipendenza da stupefacenti, a cui rispose negativamente. Il terzo capo d’accusa riguarda il possesso dell’arma: è infatti reato federale possederne una se si è dipendenti da stupefacenti, proprio come fece Hunter per 11 giorni, a ottobre 2018, prima che la sua compagna la gettasse via, preoccupata per la sua salute mentale. Hunter ha testimoniato di essere “pulito” dal maggio 2019.
Il presidente non “perdonerà” il figlio in caso di condanna
Il capo della Casa Bianca, che oggi ha dichiarato di avere “un amore sconfinato per mio figlio”, ma ha chiarito che “come presidente, non commenta e non commenterà i casi federali in corso”, ribadendo di avere “fiducia in lui e rispetto per la sua forza”.
A settembre Hunter dovrà affrontare un altro processo per l’accusa di evasione fiscale
A settembre, poche settimane prima delle elezioni per la Casa Bianca, a Los Angeles inizierà un secondo processo a suo carico: l’accusa è evasione fiscale, dichiarazioni fiscali false e mancata dichiarazione dei redditi entro i tempi previsti dalla legge.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.