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Meloni: l’apertura di due centri di accoglienza in Albania è un investimento


Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi ha visitato con il Primo Ministro della Repubblica di Albania, Edi Rama, le aree previste dal protocollo di collaborazione Italia-Albania in materia migratoria. Ossia i famosi hotspot che apriranno le loro porte il primo agosto. Lo ha promesso ieri la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa con l’omologo Edi Rama, a margine del tour nelle strutture di Gjader e Shengjin. Quale l’obiettivo della costruzione di questi due centri di accoglienza? Far diminuire i flussi migratori con meccanismi di deterrenza. Nell’hotspot al porto di Shengjin verranno portati i migranti che provengono da paesi sicuri e non vulnerabili raccolti nel Mediterraneo che saranno sottoposti a screening sanitario, identificazione e potranno formalizzare la domanda di protezione internazionale. Poi chi non ha diritto ad approdare in Italia verrà trasferito a Gjader, nel centro di permanenza e rimpatrio. Quindi nella pratica funziona così: rendo sempre più difficile e costoso raggiungere l’Italia – finanziando i regimi nordafricani, ostacolando il soccorso in mare o mandando le persone in Albania, affinché sia sempre meno conveniente partire. L’accordo potrebbe essere replicato in altri paesi e diventare parte di una soluzione strutturale. È questa la vera partita che la premier sta giocando. Va precisato però che non è detto che riuscirà a portarla a casa, ostacoli e punti oscuri non mancano: come quel mare dove i migranti non sono “irregolari”, ma “naufraghi” e le operazioni di screening risultano particolarmente complesse, o quei giudici che hanno mandato alla Corte di giustizia Ue la norma sul trattenimento e contestano la definizione governativa di “paesi sicuri”. Se non funzionasse avrebbe dei capri espiatori, in caso contrario segnerebbe un gran colpo.

Per il centrosinistra si tratta solo di “un hotspot elettorale, una passerella”. Meloni però fa spallucce e risponde: “Continuo a fare il mio lavoro. Non posso scomparire come piacerebbe alla sinistra”. E con Rama al suo fianco, si presenta ai giornalisti concentrandosi sulla difesa del protocollo tra Italia e Albania firmato il 6 novembre scorso: il progetto non va considerato una spesa “ma un investimento che ha un costo di 670 milioni di euro per cinque anni, cioè 134 milioni di euro l’anno. 

Meloni sa di avere le spalle coperte a livello europeo perché la volontà di esternalizzare le pratiche d’asilo è trasversale agli schieramenti e ben vista anche in Germania. Lo testimonia la lettera con cui 15 paesi Ue, su 27, hanno chiesto di usare hub nei paesi terzi. Modello Meloni-Rama.

Al termine della visita hanno rilasciato le dichiarazioni congiunte.



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