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Italia, in 6 città vince il centrodestra, caos a Roma per un presunto errore del sistema informatico


Sei città al centrodestra, centrosinistra a quota 10 con Cagliari e Bergamo già al primo turno: questo il quadro delle elezioni comunali 2024. Mentre in Piemonte si conferma il presidente uscente di centrodestra Alberto Cirio. All’indomani delle elezioni europee, lo scrutinio delle amministrative fotografa un centrosinistra che regge nelle grandi città. Il campo largo ‘strappa’ dunque al primo turno Cagliari al centrodestra con l’elezione di Massimo Zedda eletto con il 60,29%. Si riconferma al primo turno a Bergamo, dove Elena Carnevali viene eletta sindaca con il 54,95% staccando lo sfidante del centrodestra Andrea Pezzotta. La spunta subito anche il candidato sindaco di Livorno Luca Salvetti. Il campo largo vede subito eletto il proprio candidato sindaco a Cesena, con il primo cittadino uscente Enzo Lattuca che ottiene più del 65% delle preferenze. Ma anche a Modena, dove Massimo Mezzetti è eletto con il 63,81%. Eletti, sempre per il fronte progressista, a Reggio Emilia Marco Massari, il candidato di Pesaro Andrea Biancani (60,60%), la candidata Ilaria Bugetti a Prato, il candidato di Pavia Michele Lissia, il candidato di Sassari Giuseppe Mascia (51,68%).

Il centrodestra conquista 6 città al primo turno

Dal canto suo il centrodestra è stato riconfermato al primo turno a Pescara, con il sindaco uscente Carlo Masci, ad Ascoli Piceno l’uscente Marco Fioravanti (73,90%) e a Ferrara l’ex primo cittadino Alan Fabbri (57,88). Con il candidato Gian Luca Zattini, il cdx l’ha spuntata subito anche a Forlì e a Biella dove è stato rieletto il candidato Marzio Olivero. Il centrodestra ha inoltre strappato al Movimento 5 Stelle Campobasso.

Chi è finito al ballottaggio

Quanto ai capoluoghi di regione andranno al ballottaggio Firenze, dove è avanti la candidata del centrosinistra Sara Funaro sullo sfidante di centrodestra Eike Dieter Schmidt, ma anche Bari che, arrivata al voto tra le polemiche per le inchieste giudiziarie, vede il candidato Vito Leccese, espressione del centrosinistra e appoggiato anche dal primo cittadino uscente Antonio Decaro, prevalere sul candidato di centrodestra Fabio Romito. Si va al ballottaggio a Perugia, dove si consuma un testa a testa tra la candidata del campo largo Vittoria Ferdinandi e quella del centrodestra Margherita Scoccia, e a Potenza dove la sfida sarà tra il candidato di centrodestra Francesco Fanelli e Vincenzo Telesca appoggiato da liste civiche. Nei capoluoghi di provincia si va verso il ballottaggio ad Avellino tra il candidato del campo largo Antonio Gengaro e la sfidante Laura Nargi, appoggiata da liste civiche, ma anche a Cremona tra Alessandro Portesani (Cdx) e Leonardo Virgilio (Csx). Si va al turno di ballottaggio per eleggere il sindaco di Urbino: in base ai dati definitivi del Viminale (20 sezioni su 20) Maurizio Gambini, sindaco uscente, ricandidato dal centrodestra, è al 47,96%, e il candidato del centrosinistra Federico Scaramucci, appoggiato da una coalizione composta da Pd, M5S, Alleanza Verdi sinistra italiana e Socialisti, ‘Sinistra per Urbino,’ ‘Urbino bene comune’, al 44,73%. Per pochi voti Valeria Cittadin, al 49,22% e sostenuta dall’intero centrodestra, non riesce a essere eletta al primo turno sindaca di Rovigo, l’unico capoluogo di provincia veneto chiamato al voto. Andrà al ballottaggio con Edoardo Gaffeo, l’ex sindaco. Il sindaco è destinato a essere deciso al secondo turno anche a Verbania, dove Riccardo Brezza del campo largo se la vedrà con Giandomenico Albertella appoggiato da due liste civiche. Completato nella notte lo scrutinio per le elezioni comunali di Vibo Valentia: in base ai dati definitivi del Viminale (37 sezioni su 37) vanno al ballottaggio Roberto Cosentino, candidato del centrodestra, al 38,43%, e Vincenzo Romeo, del centrosinistra, al 31,92%. A Vercelli il ballottaggio sarà tra il candidato del centrodestra Roberto Scheda e il candidato di centrosinistra Gabriele Bagnasco. Anche Lecce al ballottaggio. Il 23 e 24 giugno i cittadini saranno chiamati nuovamente alle urne per il secondo turno e dovranno decidere tra Adriana Poli Bortone (centrodestra), che ha ottenuto il 49,6% e Carlo Salvemini (centrosinistra) che ha ottenuto il 47%.

Roma nel caos per il sistema informatico in tilt

Quella di lunedì 10 giugno è stata una giornata complessa per la macchina elettorale di Roma, alle prese con la registrazione degli esiti delle elezioni europee. Tutta colpa del sistema informatico andato in tilt nella notte del 9 giugno con le operazioni di inserimento dei dati elettorali concentrate alla Fiera di Roma e accumulo di ritardi protratti fino alla sera di lunedì. A peggiorare la situazione il fatto che ci fossero un’ottantina di verbali “con dati incongruenti” per cui dovrà essere un giudice a riconteggiare i voti.

Le polemiche sui ritardi

L’opposizione di centrodestra, ma anche l’alleato ed ex inquilino del Campidoglio Ignazio Marino di Avs fanno fuoco e fiamme sul Comune: «Non è possibile che la Capitale, unica in Europa, si trovi in questa situazione” ha sbottato l’ex sindaco. “Chiedo un intervento forte delle autorità competenti”.  A dire la sua si è aggiunto anche l’assessore al Personale Andrea Catarci che ha detto: “Faremo un approfondimento sulla catena delle responsabilità”. Al momento è stata esclusa la mano dell’hacker, ma si fa sempre più strada l’ipotesi di una defaillance del sistema seppure già testato”.

Cosa è successo?

Le operazioni legate al voto si sono concluse ieri sera regolarmente alle 23 del 9 giugno, ha spiegato l’assessore, e si è quindi proceduto a immettere i dati nel sistema digitale, quello che deve trasmetterli al Viminale. Solo che a un certo punto della notte, dopo le prime 800 sezioni su 2.599, «il sistema ha crashato». Si è provato a riavviare, due, tre volte: nessun risultato. Mentre i tecnici lavoravano si è deciso di concentrare le operazioni di inserimento dati alla Fiera di Roma, dove sono state attivate altre 100 postazioni digitali oltre alle 60 già attive, con altrettanti dipendenti al lavoro sui verbali. Nel frattempo, dalle 7 del mattino, lentamente il sistema aveva ricominciato a funzionare. Nel pomeriggio si è portato a termine finalmente l’inserimento dei voti di lista, ma sulle preferenze si è scontato il ritardo accumulato nella notte. In serata si è conclusa la trasmissione dei voti di preferenza.

Dati incongruenti in 78 sezioni

Per 78 sezioni invece, ha proseguito Catarci, sono emersi “dati manifestamente incongruenti”. Più voti dei votanti, per esempio, o verbali consegnati in bianco. Informazioni che non si possono inserire nel sistema e che quindi saranno oggetto di riconteggio da parte dell’autorità giudiziaria. Quindi sarà un giudice a decidere come conteggiare quelle sezioni. «La presenza di verbali con aspetti di incongruenza, e quindi chiusi a zero, non ha collegamenti con il bug informatico che ha bloccato il sistema ha ricominciato a funzionare riprendere i lavori dalla Fiera di Roma» ha precisato Catarci. Il sindaco Roberto Gualtieri è comunque furibondo: «Ho disposto verifiche interne e sarò severissimo» ha dichiarato in serata. E di sicuro qualche testa cadrà.



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