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Trump a caccia di voti fra i conservatori evangelici difende il ribaltamento della Roe v. Wade ed è primo negli InteractivePolls


L’ex presidente Donald Trump, che sul suo profilo Social su Truth in queste ore ha pubblicato trionfante le preferenze degli elettori che lo piazzano in testa alla classifica con il 57,5% delle preferenze, ieri è tornato a Washington per presenziare a un influente incontro di conservatori evangelici per chiedere il loro sostegno due anni dopo essersi preso il merito della sconfitta  della Roe v. Wade ossia la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti d’America, considerata una pietra miliare nella giurisprudenza statunitense, che nel 1973 legalizzò l’aborto in tutti gli Stati Uniti. Una grande vittoria per Trump che ha celebrato quando venne presa la storica decisione il 24 giugno 2022 che ebbe l’effetto pratico di revocare immediatamente in quasi la metà degli stati, il diritto all’aborto.

Ma la strada di Trump e di coloro favorevoli al divieto all’aborto in realtà non è ancora così tanto in discesa. Perché c’è ancora una legge federale valida in tutti gli Stati Uniti, chiamata Emergency Medical Treatment and Labor Act o EMTALA, che in realtà tutela il diritto all’aborto e impone a tutti gli ospedali di fornire cure immediate a qualsiasi paziente che arrivi in una “condizione medica di emergenza”. Ora la questione davanti alla Corte Suprema è solo una: occorre stabilire se quella legge, possa coprire gli aborti d’emergenza, anche negli stati in cui la procedura è vietata. In altre parole: il paziente e il medico sarebbero protetti dai procedimenti giudiziari, anche in uno stato in cui l’aborto è vietato? L’amministrazione Biden ha detto sì citando in giudizio l’Idaho per il suo divieto quasi totale di aborto, che prevede una sola eccezione per la vita – ma non per la salute – della madre. “Le donne non dovrebbero essere vicine alla morte per ricevere cure”, ha detto il segretario del Dipartimento della sanità e dei servizi umani Xavier Becerra con una dichiarazione con la quale ha annunciato la causa. L’Idaho però ha ribattuto, dicendo che EMTALA non può sostituire la sua legge statale. E allora per non perdersi tra i sì e i no occorre fare qualche passo indietro.

Nell’agosto 2022, il Dipartimento di Giustizia, dopo la cancellazione della Roe v. Wade, ha citato in giudizio l’Idaho, affermando che il suo divieto violava l’EMTALA perché non prevede un’eccezione per la salute della madre. Perché la legge dell’Idaho blocca gli aborti “anche quando un medico stabilisce che l’aborto è il trattamento necessario dal punto di vista medico per prevenire gravi rischi per la cura del paziente”, ha scritto il dipartimento di giustizia in una dichiarazione del tribunale.

Secondo la formulazione stessa di EMTALA però, se esiste un “conflitto diretto”, EMTALA deve sostituire la legge statale.

Così ora Corte Suprema ha permesso che il divieto dell’Idaho rimanga in vigore mentre esamina il caso. Gli avvocati dell’Idaho hanno sostenuto che EMTALA non copre l’aborto e non autorizza i medici a eseguire una procedura che altrimenti sarebbe illegale. “Un paziente che voleva, ma gli è stato negato, un aborto non può utilizzare l’EMTALA per costringere un pronto soccorso a eseguirne uno, né può farlo il governo federale”, hanno scritto nella memoria della Corte Suprema dello stato. E non c’è conflitto tra il divieto dell’Idaho e la protezione federale, poiché entrambi cercano di proteggere la vita delle donne e dei loro “bambini non ancora nati”, hanno aggiunto. “Questo caso riguarda l’amministrazione Biden che manipola l’EMTALA per ignorare la scelta degli abitanti dell’Idaho di preservare la vita”, ha affermato John Bursch, consulente senior dell’Alliance Defending Freedom, un gruppo conservatore di difesa legale che rappresenta lo stato.

I medici dell’Idaho hanno affermato che il divieto ha già danneggiato le donne a cui sono state negate le cure mentre soffrivano di gravi complicazioni della gravidanza. Un gruppo di 678 medici dell’Idaho ha presentato una memoria in cui descriveva diversi casi di donne ad alto rischio di infezione, sepsi, insufficienza renale e infertilità che sono state rimandate a casa dall’ospedale o trasferite fuori dallo stato per ricevere cure segnalando che ora lavorano sotto uno stress enorme, temendo di dover allontanare i pazienti in emergenza o rischiare la perdita della licenza o addirittura una pena detentiva.

Gli attivisti anti-aborto dicono che i medici stanno volontariamente interpretando male la legge, che consente di procedere all’aborto in caso di pericolo di vita.

Cosa ha detto la Corte Suprema?

Il 24 aprile, i nove giudici hanno ascoltato le argomentazioni di Josh Turner, dell’ufficio del procuratore generale dell’Idaho, e di Elizabeth Prelogar, del procuratore generale degli Stati Uniti.

Il signor Turner ha dovuto affrontare una raffica di domande a volte taglienti da parte dei tre giudici liberali – Sonya Sotomayor, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson – che sembravano tutti dubitare che l’Idaho potesse, sotto EMTALA, negare l’aborto alle donne incinte che affrontavano gravi problemi di salute.

La legge federale “dice che non è necessario aspettare che la persona sia sull’orlo della morte”, ha detto il giudice Kagan.

Anche il giudice Amy Coney Barrett, una conservatrice che ha votato per rovesciare Roe v Wade, è intervenuta in alcuni punti, dicendosi “scioccata” dal fatto che Turner non potesse dire in modo definitivo se i medici dell’Idaho potessero eseguire aborti nei casi in cui le donne affrontavano seri rischi per la salute come perdita di fertilità.

Mentre si attende la sentenza che dovrebbe essere emessa entro l’estate, Trump intanto cavalca la questione anti-abortista per conquistare quella fetta di elettorato estremamente conservatrice e orientata ad attuare rigorose politiche anti-aborto. Il suo discorso fatto ieri alla Coalizione Fede e Libertà, l’organizzazione cristiana, presieduta da Ralph Reed, che ha lodato la nomina da parte di Trump di “non uno, non due, ma tre giudici conservatori alla Corte Suprema” che ha portato alla definitiva caduta del caso Roe v. Wade. nel 2021, ha riscosso molto successo. E questo per l’ex presidente è più di un punto a favore sul fronte dei consensi. Va ricordato poi che questo era anche il secondo discorso tenuto nella sala da ballo del Washington Hilton in meno di un mese. L’ultima volta che Trump è stato in hotel a maggio, è stato accolto da una folla che in gran parte gli era ostile. Che sia un altro buon segno della sua risalita?



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