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Strage di Ustica, Bologna la celebra al Parco della Zucca in ricordo delle vittime


Da oggi 27 giugno fino al 10 agosto il Parco della Zucca di Bologna, dove sorge il Museo per la Memoria di Ustica, ospiterà la 15ma edizione di Attorno al Museo, la rassegna culturale promossa dall’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, il tristemente noto incidente aereo, avvenuto in Italia nel mar Tirreno meridionale, nel tratto compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica alle 20:59 (UTC+2) del 27 giugno 1980 nel quale morirono tutti gli 81 occupanti tra passeggeri ed equipaggio del volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. Tutt’oggi un buco nero senza risposte certe, nonostante siano trascorsi 44 anni da quel triste avvenimento, perché vari aspetti dell’incidente non sono ancora stati chiariti in maniera compiuta, a partire dalla dinamica stessa.

Varie ipotesi sono state formulate nel corso degli anni riguardo alla natura, alla dinamica e alle cause dell’incidente: una delle più battute, e accettata con valenza in sede civile e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento internazionale, in particolare francese, libico e statunitense, con il DC-9 che si sarebbe trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo e sarebbe stato bersagliato per errore da un missile lanciato nello specifico da un caccia francese o NATO con l’intenzione di colpire un Mig delle forze aeree libiche. Nel 1994, nel libro di Claudio Gatti Il quinto scenario pubblicato da Rizzoli, l’autore espose la pista israeliana, con il DC-9 che era divenuto bersaglio di un missile lanciato da un caccia israeliano, con l’intenzione di colpire l’aereo di linea con a bordo gli 81 passeggeri poiché, secondo alcune voci, vi sarebbe stato Gheddafi a bordo con un carico di plutonio da utilizzare in una fantomatica “Bomba degli iracheni”.

Altre ipotesi, tuttavia meno accreditate e, alla prova dei fatti, rivelatesi inconsistenti, parlano di cedimento strutturale o di attentato terroristico (un ordigno esplosivo di cui è stata ipotizzata la collocazione a bordo in varie posizioni, per ultimo nella toilette del velivolo). Quest’ultima ipotesi appare in forte contrasto sia con la scoperta di varie parti integre della fusoliera, quali vani carrelli e bagagliaio e perfino il sedile del WC della toilette, risultato intatto, che suggerivano che non vi fosse stata alcuna esplosione interna, sia con la accertata presenza di sostanze esplosive come il T4 e il TNT compresenti su alcuni rottami e suppellettili recuperate e perciò indicativa — per la delicatezza della lavorazione congiunta delle due sostanze — di un ordigno esplosivo di fabbricazione industriale e non artigianale.

La più autorevole opinione sulla causa del disastro venne nel febbraio 2007 dal Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, che all’epoca dell’incidente era il Presidente del Consiglio in carica, il quale, riferendo all’autorità giudiziaria, attribuì la responsabilità involontaria dell’abbattimento a un missile francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei Foch, e che furono i servizi segreti italiani a informare lui e l’allora (2007) ministro dell’interno Giuliano Amato dell’accaduto. Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga, si sarebbe trovato il dittatore libico Mu’ammar Gheddafi. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della cassazione, della sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di trasporti e difesa dal tribunale di Palermo. Nel settembre 2023, lo stesso Giuliano Amato ha confermato tale ricostruzione, dichiarando ai microfoni di La Repubblica che la strage fu conseguenza di “un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi”. La compagnia aerea Itavia, di proprietà di Aldo Davanzali, che era già pesantemente indebitata prima dell’incidente, cessò le operazioni sei mesi dopo quell’incidente ossia il 10 dicembre 1980. Nel 2018 la cassazione ha condannato i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e della difesa a risarcire gli eredi del titolare della compagnia Itavia per il dissesto finanziario al quale andò incontro dopo il disastro aereo di Ustica; i due Ministeri sono stati riconosciuti colpevoli dell’omesso controllo della situazione di rischio venutasi a creare nei cieli di Ustica dove aerei militari non autorizzati e non identificati incrociarono l’aerovia assegnata al volo Itavia.

Lo spettacolo commemorativo

L’apertura della rassegna è affidata allo spettacolo Sempre, ovunque con te mi troverai presentato da Concita De Gregorio, è un viaggio in parole e musica, assieme alla cantautrice Erica Mou, sul filo della memoria e della poesia cui seguirà un altro evento che si celebrerà stanotte con l’ausilio di alcuni schermi dislocati nella città di Bologna che ospiteranno una videoinstallazione di Jacopo Rinaldi, Viaggio notturno per mare, a cura di Silvia Brambilla che mostrerà le immagini “abissali” girate nel 1987 sui fondali marini dalla missione Opera dell’istituto francese Ifremer che individuò i frammenti del relitto, permettendo al Giudice Priore di scrivere la verità giudiziaria sulle cause dell’abbattimento. L’evento fa parte della 15ma edizione di Attorno al Museo, la rassegna organizzata dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica al Parco della Zucca (via di Saliceto 3/22, Bologna), dove sorge il Museo per la Memoria di Ustica. Tra gli ospiti che hanno accettato con entusiasmo di partecipare con produzioni originali alla rassegna Concita De Gregorio, Erica Mou, Stefano Massini, Virgilio Sieni, David Riondino.

Il valore aggiunto ella missione Opera

Va ricordato che la missione Opera non solo riuscì a localizzare il relitto, ma permise al Giudice Rosario Priore di scrivere nella sua sentenza-ordinanza del ‘99 la verità sulle cause dell’evento: il DC-9 venne abbattuto all’interno di un’operazione di guerra aerea. I frammenti del velivolo furono recuperati a 3620 metri di profondità, in uno dei punti più depressi del Mediterraneo: i mezzi e le strumentazioni utilizzati da Ifremer per questa operazione furono gli stessi impiegati solo due anni prima, nell’85, per la localizzazione e il ritrovamento del Titanic nell’Atlantico settentrionale.

Gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
Per informazioni: www.attornoalmuseo.it | www.associazioneparentiustica.it | www.museibologna.it/ustica



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