Dopo le elezioni europee tocca alla Francia essere sotto i riflettori. Il 9 giugno 2024 il Capo dello Stato ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Le prossime elezioni legislative si terranno il 29 e 30 giugno 2024 per il 1° turno e il 6 e 7 luglio 2024 per il 2° turno. A pochi giorni dal primo voto volto a scegliere la composizione di un nuovo emiciclo al Palazzo Borbonico, il colore politico del futuro governo resta imprevedibile. In quest’ottica Ifop-Fiducial per Radio Sud ha interrogato i francesi sul loro desiderio di vittoria e di un futuro primo ministro attraverso queste elezioni legislative. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.000 persone, rappresentativo della popolazione francese di 18 anni
e più. La rappresentatività del campione è stata assicurata dal metodo per quote (sesso, età, professione dell’intervistato) previa stratificazione per regione e categoria di agglomerato.
Le interviste sono state effettuate tramite questionario online dal 25 al 26 giugno 2024. Al termine del voto, è emerso che il 37% (-1 punto rispetto alla settimana scorsa) dei francesi auspica la vittoria del Rassemblement National. Il Raggruppamento Nazionale precede di 7 punti il Nuovo Fronte Popolare, la cui vittoria è auspicata dal 30% dei francesi (+1 punto rispetto alla settimana scorsa). Infine, “solo” il 22% spera in una vittoria della maggioranza il 7 luglio, collocando la maggioranza presidenziale al terzo posto. In termini di pronostici di vittoria, anche in questo caso sembra favorito il Rassemblement National, con il 64% dei francesi che vede il partito di Jordan Bardella in testa alla fine del voto, un aumento significativo di 7 punti rispetto alla settimana scorsa. . Per quanto riguarda il Nuovo Fronte Popolare, abbiamo osservato un calo di 3 punti rispetto alla settimana scorsa, con ormai il 20% dei francesi che vedono questa coalizione vincere queste elezioni legislative. Per quanto riguarda un eventuale cambio di capo del governo, le due personalità favorite dai francesi sono Jordan Bardella (44%) seguito da Gabriel Attal (41%, ma meno 4 punti rispetto alla settimana scorsa). Per il Nuovo Fronte Popolare, François Ruffin (63%) sembra essere nella posizione migliore per diventare Primo Ministro tra gli elettori del Nuovo Fronte Popolare, seguito da Raphaël Glucksmann (59%).
Macron è fiducioso di poter vincere le elezioni evitando così la coabitazione al governo
Dopo la sconfitta subita dal suo partito alle elezioni europee Macron ha sciolto il Parlamento. Quasi due ore tra il discorso del presidente e le domande dei giornalisti presenti nella sala sono servite per esplicitare le posizione dell’inquilino dell’Eliseo e il suo piano per il futuro della Francia. Per Macron il pericolo sono gli estremisti, sia di destra sia di sinistra, ed ha invitato quindi tutte le forze moderate a unirsi. Al momento l’unica cosa certa è che prima delle elezioni non ci sarà un confronto diretto tra Marin Le Pen, o Jordan Bardella, con Macron perché, come ha sottolineato quest’ultimo: “Il presidente non fa campagna elettorale”, sarà quindi il primo ministro Gabriel Attal a guidare il partito verso le elezioni. Come già fatto per le europee dunque il numero uno dell’Eliseo si asterrà dal confronto diretto con altri leader, senza però rinunciare a condividere con i francesi la sua visione di futuro per il Paese. Le cose fatte in sette anni di presidenza sono tante e Macron rivendica i successi del suo mandato ma allo stesso tempo fa un mea culpa per non aver fatto abbastanza per i giovani in questo periodo. A chi critica la decisione di concedere le elezioni anticipate il presidente risponde che crede nella democrazia e “non si può far finta di nulla quando il 50 per cento dei voti sono stati presi dagli estremisti, bisogna rispettare il volere del popolo e il 7 luglio vedremo qual è”. Macron non ha paura che la sua decisione dia le chiavi del potere all’estrema destra, secondo lui nel voto alle europee è emerso un sentimento di rabbia e delusione, anche comprensibile, dei francesi ma allo stesso tempo “sono fiducioso nei nostri compatrioti che sono uomini e donne di buona volontà, che credono nella Repubblica e nella democrazia”. La scommessa di Macron è che la rabbia emersa nel voto all’europee non coincida con il sostegno al modello proposto dal Rassemblement National.
Non va dimenticato che il sistema politico francese prevede la possibilità della cosiddetta coabitazione, ovvero che il presidente della repubblica e quello del governo siano frutto di schieramenti politici rivali. L’ultima volta che si è verificato è stato tra il 1997 e 2002 con il presidente neogollista Jacques Chirac e il primo ministro socialista Lionel Jospin. Se la maggioranza nel nuovo parlamento sarà di destra, Macron sarà costretto quindi a dividere il ramo esecutivo con un esponente con idee politiche assai differenti dalle sue. La coabitazione creerebbe difficoltà nel governare la Francia, ma anche per l’Unione europea: la posizione francese non sarebbe la stessa nel Consiglio europeo, dove siede il presidente della Repubblica, e nel Consiglio dell’Unione europea dove invece siedono i ministri del governo.
La sostituzione del primo ministro
Il cambio del primo ministro voluto da Emmanuel Macron a inizio 2024, che ha fatto sì che Gabriel Attal prendesse il posto di Elisabeth Borne ha aperto una nuova pagina del secondo quinquennato di presidenza Macron. Per comprendere a pieno l’audacia, ma allo stesso tempo le incognite, che ci sono dietro a questa scelta occorre definire il contesto all’interno del quale si inserisce la stessa e le caratteristiche del nuovo primo ministro e del suo governo. Insomma ne vedremo delle belle. Anzi molto di più.
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