Menu Chiudi

Bannon ex consigliere di Trump, si presenta davanti a un carcere nel Connecticut per scontare 4 mesi di carcere


Steve Bannon, ex capo stratega della Casa Bianca ed ex  consigliere di Donald Trump, proprio il giorno in cui Trump gioisce per la decisione della Corte Suprema americana che oggi ha stabilito che i presidenti godono di “immunità assoluta” per gli atti ufficiali compiuti nell’ambito delle loro responsabilità principali e possono avere un’immunità parziale da procedimenti penali per altri comportamenti ufficiali regalandogli di fatto dell’immunità per alcune delle azioni che gli sono state contestate nel processo per l’interferenza elettorale, vale a dire per le accuse di aver complottato per ribaltare la sua sconfitta alle elezioni presidenziali del 2020, è stato arrestato oggi nel Connecticut. Il motivo? Perché una giuria lo ha ritenuto colpevole di due capi d’imputazione per  l’attacco al Campidoglio degli Stati Uniti del 2016. Quali? Il primo: essersi rifiutato di presentarsi a una deposizione presso la Commissione della Camera dei Rappresentanti del 6 gennaio, il secondo: essersi rifiutato di fornire documenti relativi al suo coinvolgimento nei tentativi dell’ex presidente repubblicano di ribaltare la sconfitta elettorale del 2020 contro Biden. Bannon prima di varcare le porte della Federal Correctional Institution di Danbury, ossia una prigione federale, dove si è presentato autonomamente, ha parlato con i giornalisti presenti, definendosi un “prigioniero politico” e poi ha espresso riconoscenza nei confronti di Trump che lo ha “molto sostenuto” dagli attacchi dei democratici, in particolare da quelli del procuratore generale Merrick Garland.

Lo stratega ora dovrà scontare una condanna a quattro mesi di carcere. Insomma questa volta i giudici non sono stati clementi e venerdì 28 giugno hanno confermato le sue condanne per oltraggio al Congresso. Gli avvocati della difesa hanno sostenuto che il caso solleva questioni che dovrebbero essere esaminate dalla Corte Suprema, inclusa la convinzione del precedente avvocato di Bannon che il mandato di comparizione non fosse valido perché Trump aveva affermato i privilegi esecutivi. I pubblici ministeri, tuttavia, affermano che Bannon aveva lasciato la Casa Bianca anni prima e Trump non aveva mai invocato i privilegi esecutivi di fronte al comitato. Oltre a lui un altro collaboratore di Trump, il consigliere commerciale Peter Navarro, è stato condannato per oltraggio al Congresso. Quest’ultimo però si era presentato alle porte della prigione a marzo per scontare la sua condanna di quattro mesi dopo che la Corte Suprema aveva respinto la sua richiesta di ritardare la sentenza.

Le altre accuse contro Bannon

Bannon inoltre è anche stato accusato di riciclaggio di denaro, cospirazione, frode e altre accuse, e il processo per questi capi di imputazione è stato rinviato almeno fino alla fine di settembre. Precedentemente graziato da Trump con un atto di clemenza l’uomo è stato anche accusato a livello federale di aver ingannato migliaia di donatori che credevano che i loro soldi fossero stati usati per mantenere la promessa principale della campagna di Trump di costruire un muro lungo il confine meridionale tra Stati Uniti e Messico. Invece, i procuratori hanno affermato che lo stratega ha dirottato oltre un milione di dollari, pagando uno stipendio a un funzionario della campagna e spese personali per se stesso.



Scopri di più da WHAT U

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Scopri di più da WHAT U

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere