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Italia, quali sono le parole più usate nello slang? Amo, Fra, Zio e Bro


four person standing at top of grassy mountain
Photo by Helena Lopes on Pexels.com

In Italia, lo slang rappresenta una componente essenziale della comunicazione quotidiana, arricchendo il linguaggio parlato con una miriade di espressioni regionali e influenze internazionali. Ogni regione vanta il proprio patrimonio linguistico, con termini e soprannomi che riflettono le sue uniche tradizioni culturali e storiche. Quali sono? Nello studio condotto da Preply, “Amo” si conferma il soprannome più popolare in Italia, con il 27% delle preferenze, soprattutto tra le donne e la Gen Z. Seguono “Fra” (15%), “Zio” (14%) e l’inglese”Bro” (14%), usati principalmente dagli uomini. Il 20% degli intervistati invece, in gran parte baby boomer e la generazione silenziosa, dichiara di non usare soprannomi. A livello regionale, “Giovane” spicca in    Lombardia, mentre “Vecchio” è preferito in Veneto e Emilia-Romagna. Al Sud, termini dialettali come “Compà”, “Fratm” e “Mbare” sono ampiamente utilizzati. Lo slang italiano dimostra così la sua ricchezza e varietà, riflettendo le diverse identità culturali del paese.

Il 44% degli italiani ritiene che i soprannomi siano essenziali per creare rapporti forti

La maggioranza degli italiani guarda positivamente ai soprannomi colloquiali: il 44% li ritiene fondamentali per creare legami autentici, mentre il 41% sostiene siano capaci di creare un senso di appartenenza e di rafforzare il legame con la tradizione locale. Solo una minoranza li considera una barriera linguistica o una fonte di fastidio. I contesti più comuni per l’utilizzo dei soprannomi colloquiali sono le conversazioni dal vivo con gli amici (61%) e all’interno della famiglia (36%), con una maggiore frequenza tra le donne in quest’ultimo caso.

TikTok vs tradizioni locali:  il duo che plasma i soprannomi italiani

Per i giovani italiani, TikTok domina la scena dei social nell’influenzare i trend dei soprannomi, con il 35% degli intervistati che lo ritiene l’influenza principale, seguito da Instagram (19%), YouTube (16%) e Facebook (12%). Tuttavia, il 28% degli intervistati attribuisce ancora alle tradizioni locali un ruolo fondamentale nell’evoluzione linguistica, dimostrando come tecnologia e radici culturali collaborino per mantenere vivo e unico il linguaggio quotidiano.



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