Un gruppo di specialisti della Società Italiana di Andrologia (Sia) ha messo a punto un nuovo strumento, chiamato Trace (Testosterone ReplACEment), capace di diagnosticare il deficit di testosterone allo scopo di individuare i pazienti che hanno bisogno della terapia ormonale sostitutiva.
“Si tratta di uno strumento grafico che integra i livelli di testosterone calcolati nei laboratori con una serie di parametri relativi a sintomi e condizioni cliniche, a ciascuno dei quali è attribuito un punteggio alla cui somma corrisponde una percentuale di probabilità che il paziente con deficit di testosterone necessiti di un trattamento con terapia ormonale sostitutiva”, spiega il segretario nazionale Sia Tommaso Cai, direttore dell’Unità operativa di Urologia dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento.
Il nuovo “metro” tiene conto non soltanto dei livelli di testosterone nel sangue, ma anche di quelli di altri ormoni, come LH e FSH, e dei sintomi prostatici, dei disturbi di erezione e urinari, della presenza di eventuali malattie metaboliche e del peso del paziente. Ciò consente di individuare correttamente anche i pazienti che fino a oggi si trovavano in una ‘zona grigia’ e che spesso subivano un ritardo terapeutico importante. “Uno strumento molto utile perché pone l’ l’attenzione su molti parametri importanti, segni di un possibile deficit di testosterone e che devono essere prontamente valutati”, conclude il presidente Sia Alessandro Palmieri, professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli. “Le parole d’ordine sono diagnosi precoce e terapia precoce”.
Il testosterone, spiega anche personal-trainer.it, non è solo l’ormone maschile deputato alla funzione sessuale e allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili, ma ha un grande impatto anche in altri aspetti della salute maschile e una sua carenza aumenta il rischio cardiovascolare così come la probabilità di sviluppare osteoporosi. I maschi producono circa 50 volte più testosterone rispetto alle femmine, nell’ordine di 5/10 mg al giorno.
Questa differenza dipende sia dalla maggiore produzione di testosterone, sia dalla scarsa attività dell’enzima aromatasi (responsabile della conversione del testosterone in estrogeni).
A tal riguardo è importante ricordare come l’aromatasi si concentri soprattutto nel tessuto adiposo, il che determina una minore quantità di testosterone nei soggetti sovrappeso e obesi.
Una sensibile riduzione dei valori ematici di testosterone si verifica anche con l’invecchiamento e in corso di malattie specifiche come ipotiroidismo, cirrosi epatica e insufficienza renale.
Lo sapevi che…
- il fumo induce vasocostrizione, restringendo le piccole arterie del testicolo e diminuendone la funzionalità. Chi fuma tende quindi a produrre meno testosterone e meno spermatozoi rispetto a un non fumatore. Anche gli alcolisti hanno livelli di testosterone libero sensibilmente inferiori rispetto ai bevitori occasionali.
- Una piccola quota di testosterone viene trasformata in estradiolo dall’enzima aromatasi, particolarmente concentrato a livello del tessuto adiposo.
Nell’uomo, l’estradiolo, che rappresenta un ormone tipicamente femminile, interagisce con specifici recettori, contribuendo alla maturazione di vari tessuti, in particolare quello osseo. Alla pubertà, l’increzione di testosterone aumenta di riflesso anche la produzione di estrogeni, che determinano la saldatura dei dischi intercartilaginei con conseguente arresto della crescita. - La differente concentrazione di emoglobina nei due sessi è dovuta ai più alti valori di testosterone nell’organismo maschile. Questo potente ormone anabolico stimola infatti l’eritropoiesi, cioè la formazione di nuovi globuli rossi.
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