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Metsola rieletta presidente del Parlamento Europeo mette in ombra la Von der Leyen


EP Plenary session – Election of the new EP President

Roberta Metsola, la presidente del Parlamento europeo, come previsto, ieri è stata riconfermata alla presidenza del Parlamento fino al 2027, al primo turno con 562 voti. Un record, nel nome di larghissime intese che hanno visto a bordo elementi di praticamente tutti i gruppi i politici. Von der Leyen non avrà gli stessi numeri. La presidente della Commissione uscente si è trasferita da lunedì a Strasburgo. Ha visto, per ultimi, i Conservatori. E non li ha convinti. Ma la partita per il suo bis, sul fronte di Ecr, si gioca altrove. E avrà nel colloquio telefonico con Giorgia Meloni il suo momento chiave. Con il gruppo dei Conservatori von der Leyen ha trascorso – parole sue – “un’ora intensa”. Ha toccato temi cari a meloniani, come la migrazione, la necessità di un commissario alla sburocratizzazione per le imprese, la messa a punto di un Green Deal che sia pragmatico. Sulla migrazione, spiegano fonti parlamentari, a Fdi è piaciuta la volontà di von der Leyen di continuare con le partnership con i Paesi terzi che, per la premier italiana, sono oramai un’assioma. Sul Green Deal, invece, la fumata è stata grigio-nera. “Serve un radicale cambio di passo e il superamento di un approccio ideologico sulla transizione”, ha sottolineato Carlo Fidanza, primo a parlare nel gruppo. I polacchi del Pis hanno usato toni ancora più netti, Marion Marechal non è stata da meno. Al momento, la gran parte di Ecr è orientata per il no, al massimo per l’astensione (che comunque vale come voto contrario). La riunione è terminata con pochi sorrisi e tanti punti interrogativi. Von der Leyen è tornata a tessere la sua tela tra i corridoi dell’Eurocamera, consapevole tuttavia che, anche con Ecr, la partita resta aperta.

La telefonata con Meloni, con il passare dei giorni, rischia di diventare un Godot dai contorni poco definibili. Da qui a stasera ogni momento può essere quello buono. Ma con la premier von der Leyen non potrà solo soffermarsi sul programma.
Dovrà parlare del peso che avrà l’Italia nella Commissione del futuro. E per incassare il sì dei 24 meloniani dovrà assicurare alla loro leader una vicepresidenza dell’esecutivo Ue, andando oltre l’assegnazione di una delega di peso. Sul profilo, il principale indiziato resta quello di Raffaele Fitto. Il ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr potrebbe avere un portafoglio che include il bilancio comunitario e il Next Generation Ue. E mentre von der Leyen vedeva Ecr Fitto era a Bruxelles, per un faccia a faccia – guarda caso – proprio con il commissario al Budget, Johannes Hahn. “Un proficuo scambio di vedute”, ha twittato Fitto. Von der Leyen, rispetto a Ecr, ha un problema. Un endorsement dei meloniani potrebbe allargare la pattuglia dei franchi tiratori, soprattutto tra i Liberali e i Socialisti. E potrebbe far evaporare l’aiuto dei Verdi, al momento piuttosto sicuro e anche corposo: si tratta, in teoria, di 53 voti. Allo stesso tempo von der Leyen deve fare i conti con un Ppe che sotterraneamente ribolle. L’ingresso dei Greens in maggioranza a molti non piace. L’eventuale sì di Fdi semina, allo stesso tempo, più di un malumore. I tre partiti filo-Ue contano 401 eletti. Con il supporto dei Verdi von der Leyen avrebbe un margine di oltre 90 voti rispetto al quorum di 361. “Non c’è altra scelta”, spiega al Pe chi è convinto che, seppur senza entusiasmo, von der Leyen ce la farà. “I 562 voti di Metsola possono avere un effetto positivo sul voto su Ursula”, ha sottolineato Fulvio Martusciello. Eppure, la maggioranza record di Metsola si staglia come un’ombra sulla tedesca del Ppe. In caso di clamorosa debacle, gli occhi saranno tutti su Metsola continuerà a guidare il Parlamento per i primi due anni e mezzo della decima legislatura.

Risultati delle votazioni

1.Roberta Metsola (PPE, MT) 562 voti a favore

2. Irene Montero (La Sinistra, ES) 61 voti a favore

Totale voti espressi: 699

Schede bianche o non valide: 76

Voti validi: 623

Maggioranza richiesta: 312

Chi è Roberta Metsola

Nata a Malta nel 1979, Roberta Metsola è deputata dal 2013. È stata eletta prima vicepresidente nel novembre 2020 ed è stata Presidente ad interim del Parlamento dopo la morte del Presidente Sassoli, avvenuta l’11 gennaio 2022. Il 18 gennaio 2022 è stata eletta Presidente per la seconda metà della IX legislatura. È la terza donna presidente del Parlamento europeo, dopo Simone Veil (1979-1982) e Nicole Fontaine (1999-2002). Rivolgendosi alla Camera dopo la sua elezione, la Presidente Metsola ha dichiarato: “Insieme, dobbiamo difendere la politica della speranza, il sogno dell’Europa. Voglio che i cittadini ritrovino la convinzione e l’entusiasmo per il nostro progetto. La convinzione nel rendere il nostro spazio comune più sicuro, più giusto e più equo. La convinzione che insieme siamo più forti e migliori. La convinzione che la nostra sia un’Europa per tutti”.

La versione completa del discorso della Presidente è disponibile qui.

Conferenza stampa

La Presidente Metsola ieri ha tenuto una conferenza stampa intorno alle 13.00, nella sala Daphne Caruana Galizia a Strasburgo (disponibile anche via streaming).

Presentazioni delle candidate prima della votazione

Le due candidate hanno tenuto un breve discorso prima del primo turno di votazione, che è possibile rivedere qui.

I poteri della Presidenza del Parlamento

Il Presidente gode di un’ampia gamma di poteri esecutivi e rappresentativi previsti dal regolamento. Oltre a tali funzioni, l’autorità del Presidente si estende a “tutti i poteri necessari per presiedere ai lavori del Parlamento e per garantirne il corretto svolgimento”. L’articolo 14 del trattato sull’Unione europea stabilisce che il Parlamento elegge il suo presidente tra i suoi membri. Dalle prime elezioni europee (suffragio universale) del 1979, ogni presidente è in carica per un periodo rinnovabile di due anni e mezzo. Ciò significa che possono esserci due presidenti in ogni legislatura. Dalla creazione del Parlamento, nel 1952, si sono alternati 31 Presidenti, di cui 17 a partire dal 1979. 

Il parlamento ha eletto anche 11 nuovi presidenti

Sempre martedì in una votazione a scrutinio segreto cartaceo, sono stati eletti 11 vicepresidenti al primo turno di votazione.

Risultato del primo scrutinio

Deputati votanti: 701

Voti in bianco o non validi: 36

Voti validi espressi: 665

Maggioranza assoluta dei voti espressi necessaria: 333

I vicepresidenti neoeletti (a maggioranza assoluta) sono indicati di seguito nell’ordine in cui sono stati eletti:

  1. Sabine Verheyen (PPE, Germania) – 604
  2. Ewa Kopacz (PPE, Polonia) – 572
  3. Esteban González Pons (PPE, Spagna) – 478
  4. Katarina Barley (S&D, Germania) – 450
  5. Pina Picierno (S&D, Italia) – 405
  6. Victor Negrescu (S&D, Romania) – 394
  7. Martin Hojsik (Renew, Slovacchia) – 393
  8. Christel Schaldemose (S&D, Danimarca) – 378
  9. Javi López (S&D, Spagna) – 377
  10. Sophie Wilmès (Renew, Belgio) – 371
  11. Nicolae Stefanuta (Verdes/ALEm, Romania) – 347

I voti per i restanti candidati sono riportati di seguito:

·  Antonella Sberna (ECR, Italia) 323

·  Roberts Zīle (ECR, Lettonia) 306

·  Younous Omarjee (La Sinistra, Francia) 272

·  Klára Dostálová (Patrioti per l’Europa, Cechia) 214

·  Fabrice Leggeri (Patrioti per l’Europa, Francia) 209

·  Ewa Zajączkowska-Hernik (Europa delle Nazioni Sovrane, Polonia) 102

L’elezione dei restanti 3 vicepresidenti procede con il voto iniziato alle 18.00 di oggi.

Il numero di voti che ciascun candidato eletto riceve e il turno di votazione in cui viene eletto determinano il suo ordine di precedenza. Di seguito è riportata una descrizione dettagliata della procedura, compresi i risultati delle votazioni per ciascun turno.

L’elezione dei cinque questori del Parlamento è prevista per oggi.

Ruolo dei vicepresidenti e dei questori

I 14 vicepresidenti e i cinque questori, insieme alla Presidente, costituiscono l’Ufficio di presidenza del Parlamento. L’Ufficio di presidenza stabilisce le norme per il corretto funzionamento del Parlamento. Tra le sue altre funzioni, elabora il progetto preliminare di bilancio del Parlamento e decide in materia amministrativa, di personale e di organizzazione.

Il portafoglio di ciascun vicepresidente o questore comprende le loro responsabilità specifiche in seno all’Ufficio di presidenza, ed è attribuito dal Presidente. Oltre ai loro ruoli in seno all’Ufficio di presidenza, i vicepresidenti possono sostituire la Presidente, anche nel presiedere le discussioni in Aula e nel rappresentare il Parlamento in cerimonie o atti specifici, se necessario. I questori si occupano di questioni amministrative che riguardano direttamente gli stessi deputati e sono membri dell’Ufficio di presidenza a titolo consultivo.

Nell’eleggere i membri dell’Ufficio di presidenza, i gruppi politici mirano a garantire che i vicepresidenti e i questori riflettano in linea di massima le dimensioni dei gruppi e tengano conto dei risultati delle votazioni per l’elezione della Presidente.

Regole elettorali

Il regolamento del Parlamento stabilisce le modalità di elezione dei membri dell’Ufficio di presidenza. Come per l’elezione del Presidente, le candidature sono presentate da un gruppo politico o da un gruppo di deputati che raggiungono la soglia minima (1/20 dei deputati).

I vicepresidenti sono eletti a scrutinio unico, a maggioranza assoluta dei voti espressi. Se il numero dei candidati idonei è inferiore a 14, si procede a una seconda votazione per i seggi rimanenti, alle stesse regole. Nel caso in cui si renda necessaria una terza votazione, è sufficiente una maggioranza relativa. I vicepresidenti hanno la precedenza nell’ordine in cui sono eletti e, in caso di parità, per età. Se votati per acclamazione, un voto a scrutinio segreto determina l’ordine di precedenza.

L’elezione dei questori segue la stessa procedura seguita per l’elezione dei vicepresidenti.



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