Menu Chiudi

Istat, pubblica i dati di una ricerca sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali, ecco chi guadagna di più e chi di meno


Anche nel secondo trimestre del 2024, in base ai dati appena pubblicati da ISTAT, similmente ai due trimestri precedenti, nel settore privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è stata più elevata di quella dell’inflazione. L’incremento retributivo più sostenuto si registra per il comparto industriale – per effetto degli incrementi erogati nei principali comparti della manifattura – ma è marcato anche nei servizi, essendo trainato dagli incrementi economici fissati dai rinnovi nel settore del credito e assicurazioni e in quello del commercio. Questa fase di recupero delle retribuzioni rispetto all’inflazione dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, alla luce della chiusura di ulteriori rinnovi nel settore dei servizi. Nella pubblica amministrazione invece, dove ancora si è in attesa dei rinnovi relativi al triennio 2022-2024, la crescita retributiva risulta in rallentamento ed è sostenuta esclusivamente dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti delle Amministrazioni non statali.

  • Alla fine di giugno 2024, i 41 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 64,0% dei dipendenti – circa 8,4 milioni – e corrispondono al 62,9% del monte retributivo complessivo.
  • Nel corso del secondo trimestre 2024 sono stati recepiti 4 contratti: conciarie, distribuzione moderna organizzata, agricoltura – impiegati, pubblici esercizi.
  • I contratti che – a fine giugno 2024 – sono in attesa di rinnovo ammontano a 34 e coinvolgono circa 4,7 milioni di dipendenti (il 36,0% del totale).
  • Il tempo medio di attesa di rinnovo a giugno 2024 è pari a a 27,3 mesi (era 29,2 a giugno 2023) per i lavoratori con contratto scaduto e a 9,8 mesi se calcolato sul totale dei dipendenti (era 15,4 a giugno 2023).
  • La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2024 è cresciuta del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.
  • L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2024 segna un aumento dell’1,2% rispetto al mese precedente e del 3,6% rispetto a giugno 2023; l’aumento tendenziale è stato del 4,9% per i dipendenti dell’industria, del 3,7% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.
  • I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: legno, carta e stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e settore metalmeccanico (+6,4%). L’incremento è invece nullo per farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.

COPERTURA CONTRATTUALE

Nel secondo trimestre del 2024, tra i contratti monitorati, sono stati rinnovati tre accordi: conciarie, distribuzione moderna organizzata, agricoltura – impiegati e pubblici esercizi; nello stesso periodo sono scaduti due contratti: tessili, vestiario e maglierie, traporto merci su strada e servizi di magazzinaggio. Alla fine di giugno risultano in vigore 41 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,4 milioni di dipendenti e corrispondono al 62,9% del monte retributivo complessivo. Quest’ultima quota sale all’ 81,8% nel settore privato, differenziandosi per attività economica: 100,0% nel settore agricolo, 94,1% nell’industria e 70,0% nei servizi privati. Nella pubblica amministrazione l’incidenza è pari a zero, in quanto tutti i contratti sono scaduti. L’indagine sulle retribuzioni contrattuali permette di stimare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che resterebbero in vigore nel semestre luglio-dicembre 2024 nell’ipotesi di assenza di rinnovi; tale quota diminuirebbe passando dal 42,1% di luglio 2024 al 41,6% di dicembre 2024.

PROIEZIONI DELL’INDICE

Sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di giugno, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie per l’intera economia registrerebbe un incremento del 2,7% nel semestre luglio-dicembre 2024 e del 3,0% nella media del 2024

TENSIONE CONTRATTUALE

Nel mese di giugno 2024, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 36,0%, in diminuzione rispetto al mese precedente (38,9%) e rispetto a giugno 2023 (52,8%). Mediamente, i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono 27,3, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2023 (29,2). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 9,8 mesi, in diminuzione rispetto a quella registrata un anno prima (15,4). Con riferimento al solo settore privato, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 18,2%, in diminuzione rispetto al mese precedente (21,9%) e rispetto a giugno 2023 (39,7%). I mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 23,2, attesa media che scende a 4,2 mesi se calcolata sul totale dei dipendenti privati.



Scopri di più da WHAT U

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Scopri di più da WHAT U

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere