Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi è arrivata a Pechino, con la figlia, Ginevra, che il 16 settembre compirà 8 anni, e si tratterrà in Cina quattro giorni, tra la capitale e Shangai, per rilanciare i rapporti bilaterali, l’interscambio economico e le relazioni culturali, dopo il mancato rinnovo del memorandum sulla Via della Seta. La missione inizierà ufficialmente domani, e la fitta agenda di appuntamenti prevede l’incontro con il primo ministro del Consiglio di Stato Li Qiang, mentre lunedì Meloni vedrà il presidente Xi Jinping.
La premier nelle ore precedenti la partenza non ha voluto mancare alla presentazione del Piano strategico Zes unica, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi a Roma, in Italia. Un piano, approvato con DPCM, su proposta del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro delle imprese e del made in Italy e il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, decisamente importante, che ha durata triennale e definisce, anche in coerenza con il PNRR e con le programmazioni nazionali e regionali dei fondi strutturali europei nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, individuando, anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della ZES unica, compresi quelli destinati a favorire la riconversione industriale finalizzata alla transizione energetica, e le modalità di attuazione.
Nel piano una specifica sezione è dedicata agli investimenti e agli interventi prioritari, necessari a rimuovere, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 119, sesto comma, della Costituzione, gli svantaggi dell’insularità, nelle regioni Sicilia e Sardegna.
La Struttura di Missione ZES Unica avrà un compito importante, quello di predisporre lo schema di Piano Strategico, garantendo la piena partecipazione delle regioni interessate. Alla predisposizione del Piano partecipano, anche tre rappresentanti designati congiuntamente dall’Unione delle province d’Italia e dall’Associazione nazionale dei comuni italiani.
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