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Convention dei democratici, tanta retorica e poca carne al fuoco


Ieri il presidente Biden  circondato dalla first lady Jill Biden e dalla figlia Ashley Biden, alla prima serata della Convention democratica ha salutato il partito che ha servito fedelmente per più di 50 anni con un sottofondo di cori di “grazie Joe” provenienti dall’affollato United Center prendendosi scena e merito dei suoi successi, sebbene oramai abbia passato il testimone alla sua vice, Kamala Harris. Così ha iniziato ricordando con varie sottolineature il fatto che lui ha salvato l’America portandola fuori dalla pandemia di COVID-19 e dalla sua devastazione economica, ha detto che sotto la sua amministrazione è cresciuta l’occupazione, ha detto di avere abbassato il costo dell’insulina e di avere approvato un’importante legge per incrementare la produzione di chip per computer e ricostruire le infrastrutture della nazione.

Insomma quella di ieri per lui è stata un’occasione d’oro per stigmatizzare e cambiare la narrazione che tuttora circonda la sua uscita dopo il suo disastroso dibattito con l’ex presidente Donald Trump e per ribattere le accuse del grande nemico. “Sono determinato a far andare avanti l’America, non a farla tornare indietro. A oppormi all’odio e alla violenza in tutte le sue forme, a essere una nazione in cui non solo viviamo con la diversità, ma prosperiamo grazie ad essa, senza demonizzare nessuno, senza lasciare nessuno indietro e diventando una nazione che professiamo di essere”, ha detto.

“Grazie a voi, e non sto esagerando, grazie a voi, abbiamo avuto uno dei quattro anni di progressi più straordinari di sempre, punto. E anche a noi. E quando dico noi, intendo Kamala e io”, ha continuato. Biden ha poi giurato che la signora Harris e il suo compagno di corsa, il governatore del Minnesota Tim Walz, avrebbero portato avanti i progressi compiuti durante i suoi quattro anni. “Sarà una presidentessa che i nostri figli ammireranno. Sarà rispettata dai leader mondiali perché lo è già. Sarà una presidentessa di cui possiamo essere tutti orgogliosi e sarà una presidentessa storica che metterà il suo marchio sul futuro dell’America”, ha proseguito. Biden ha anche reso omaggio ai dimostranti anti-Israele nelle strade di Chicago, affermando che “quei dimostranti là fuori hanno ragione”. Ma quando il suo discorso e la serata volgevano al termine sulla costa orientale, molta gente del pubblico ha cominciato ad andarsene.

Anche la Harris ha ringraziato Biden per il suo servizio. “Questa sarà una settimana grandiosa e voglio iniziare celebrando il nostro incredibile Presidente Joe Biden “, ha detto. “Grazie per la tua vita di servizio alla nostra nazione e per tutto ciò che continuerai a fare. Ti saremo per sempre grati”. 

Scenari che cambiano in fretta tenuto conto che solo un mese fa, Biden era ancora il presunto candidato del Partito Democratico, arrivando a questa convention come presidente in carica con 5 decenni di esperienza politica. Aveva appena concluso un ciclo di primarie di sei mesi in cui si era candidato sostanzialmente senza opposizione. Certo, era vecchio, un po’ barcollante e incline a momenti di incertezza, ma i democratici celebravano spudoratamente queste qualità come prova che Biden fosse un uomo buono e perbene che aveva davanti a sé altri quattro anni di leadership stabile. Poi, nel giro di pochi giorni, Biden è stato magicamente eliminato e sostituito dalla vicepresidente Kamala Harris, che non ha mai guadagnato un solo voto per la presidenza. (Tanto per dire “democrazia”).

Questo straordinario giro di poltrone incruento è stato portato a termine nel giro di pochi giorni a porte chiuse perché i leader del partito hanno deciso che avevano maggiori possibilità di aggrapparsi al potere con la signora Harris e così il presidente in carica è stato accompagnato nel Grande Seminterrato nel Cielo. Niente di simile è mai stato realizzato nella storia della politica americana. E ha funzionato. Gli elettori, democratici e repubblicani, ora dovrebbero chiedersi se la signora Harris e gli attuali leader del Partito Democratico siano disposti a combattere con altrettanta audacia e instancabilità per i loro interessi come fanno per se stessi quando si tratta di preservare il loro potere politico. La risposta secondo molte persone intervistate è no.

Se i democratici sono riusciti a realizzare questo colpo da maestro, perché non possono fermare l’invasione del confine? Perché la Harris e i democratici non sono riusciti ad arginare l’inflazione che sta schiacciando i contribuenti americani? Perché i democratici non possono insegnare ai bambini di Chicago a leggere?

Non aspettatevi molta curiosità da parte della stampa politica su questo punto.

Il sito web politico Politico ha osservato che la campagna della Harris è priva di un singolo problema politico, oltre all’attaccamento al potere, ovviamente. I legislatori democratici hanno definito la campagna elettorale della Harris “una strategia intelligente”, a patto che ciò significhi loro di restare al potere. Aggiungendo che: “Preferiscono definire un piano specifico dopo novembre, quando una potenziale presidente eletta Harris dovrà formare la sua amministrazione e stabilire le sue priorità di governo”, ha riferito Politico. Di nuovo, tanto per dire “democrazia”. Ora bisogna solo attendere e vedere chi taglierà il tacchino il giorno del Ringraziamento.



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