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Italia, autunno caldo per le pensioni e la manovra fiscale


Con l’entrata in vigore delle nuove regole del Patto di Stabilità che impongono il rientro progressivo dal debito, è arrivato il momento per l’Italia di fare il conto alla rovescia visto che il 20 settembre Roma dovrà presentare a Bruxelles il piano settennale per la correzione dei conti pubblici che definirà il perimetro della manovra di bilancio. E i conti si sa non tornano mai, lo ha sottolineato ieri dal palco riminese della tradizionale kermesse ciellina il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, mettendo in guardia il Governo italiano sulla riduzione del debito pubblico, lanciando l’allarme sulla futura tenuta del sistema pensionistico e sanitario a causa della crisi demografica e del costante invecchiamento della popolazione. Preoccupazioni condivise anche dal presidente di Istat, Gabriele Fava che intervistato da La Stampa ha confermato la necessità di pensare a una revisione radicale del sistema pensionistico aggiungendo che finché l’attuale trend demografico non verrà invertito tra 25 anni gli over 65 saranno il 25% della popolazione. E cosa potrebbe succedere? Incrociando previsioni demografiche e studi sulla spesa previdenziale, nel 2030 il sistema pensionistico italiano potrebbe implodere. Perché il 2030 sarà l’anno in cui andranno in pensione i figli del baby boom, cioè i nati nel meraviglioso biennio 1964-65, quando l’Italia nel pieno miracolo economico partorì oltre un milione di bambini. Quei bambini, al compimento dei 66-67 anni, busseranno alla porta dell’Inps. Un picco di richieste che si tradurrà in uno choc, soprattutto se la crescita economica rimarrà modesta. Il periodo più critico secondo molti economisti potrebbe arrivare fino al 2035. Poi, se le casse dell’Inps reggeranno, anno dopo anno la situazione dovrebbe migliorare per stabilizzarsi tra il 2048 e il 2060.

Manovra 2025: ipotesi taglio Irpef fino a 50mila euro per alleggerire le tasse

Alleggerire l’Irpef per i redditi fino a 50mila euro. Questa è la nuova sfida che il governo italiano intende affrontare nel contesto della prossima manovra economica. Rimane però un problema, non di poco conto: dove reperire le risorse con cui effettuare questa operazione. Un’operazione che, se alla fine realizzata, rappresenterebbe un nuovo passo in avanti rispetto all’ultimo intervento che ha ridotto – ma solo per quest’anno – le aliquote da quattro a tre, con un beneficio soprattutto per i redditi bassi.

Il nodo delle coperture

Conti alla mano, le risorse per coprire l’operazione potrebbero non essere di poco conto. Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Antonio Tajani, vice presidente del consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati assicurano che sarà una manovra prudente. Ma intanto c’è chi fa notare che per il solo cuneo fiscale occorrerà sborsare 10 miliardi di euro e che il governo italiano non ha ancora ha chiarito dove prenderà più della metà delle risorse che mancano all’appello.

Il Ministro dell’economia e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti il 7 agosto nel corso di una conferenza stampa era intervenuto su diversi aspetti del decreto in materia fiscale approvato dal Cdm. In particolare, si era soffermato sull’adeguamento della flat tax per i cosiddetti ‘Paperoni’ che dall’estero decidono di trasferire la residenza in Italia, sottolineando che pur passando da 100 mila a 200 mila euro (la misura entra in vigore per coloro che chiedono il trasferimento dalla data della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto) la “misura restava interessante” e ricordando che ad usufruirne dal 2017 ad oggi sono state ben 1.186 persone.

Quanto è il debito pubblico italiano 2024?

Debito pubblico | FrancoMostacci.it

Sulla base dei dati preliminari di giugno del fabbisogno dello Stato (+2,4 miliardi) e della gestione della liquidità (nessuna variazione) è possibile anticipare che a luglio 2024 il debito pubblico abbia raggiunto l’ammontare di 2.945 miliardi, in leggera riduzione.

Tassazione degli extraprofitti

Sul dibattito emerso sull’ipotesi di tassazione degli extraprofitti, il ministro aveva confermato che anche anche le “banche italiane, come tutte le altre realtà che fanno utili e che stanno bene, sarebbero state chiamate come tutti i cittadini a contribuire alla finanza pubblica”. Parlando delle legge di bilancio anche Giorgetti aveva rivendica prudenza, serietà e responsabilità anche riguardo alle previsioni delle entrate e le ipotesi di tesoretti: “Ci sono delle scadenze che sono state prorogate” e alla fine “tireremo le somme e faremo le nostre valutazioni”.

La Tv pubblica

Sulla Rai, la tv pubblica italiana, Giorgetti invece aveva spiegato che prima di valutare ipotesi di privatizzazioni “occorreva capire cosa si intende per servizio pubblico”, aggiungendo che “bisognava chiedersi prima cosa fa la Rai”, vedere “il suo confine di azione” perché “se fa anche cose che non sono di servizio pubblico, o non sono essenzialmente di servizio pubblico, uno può valutare anche ipotesi di parziale privatizzazione”. Rispetto alla designazione del prossimo amministratore delegato, Giorgetti aveva colto l’occasione per sottolineare quanto “Giampaolo Rossi (attuale direttore generale della Rai) fosse una persona assolutamente in grado di fare il suo mestiere”. Insomma tante saranno a breve le decisioni da prendere per l’Italia.

Diritto di cittadinanza

Un altro tema molto dibattuto in Italia in questi ultimi giorni d’estate è il diritto di cittadinanza. La legge sulla cittadinanza italiana, è stata varata 32 anni fa, e si fonda sul principio dello Ius sanguinis, ovvero il “diritto di sangue”. Ciò significa che acquista la cittadinanza italiana chi nasce da almeno un genitore italiano. Per gli stranieri, la legge prevede un percorso lungo e complesso, che richiede la residenza in Italia ininterrotta da almeno 10 anni cittadino extra UE, di almeno 4 anni per il cittadino UE e poi redditi non inferiori a € 8.263,31 per il singolo richiedente o di 11.362,05 con coniuge a carico e aumento di € 516,46 per ogni familiare o figlio a carico. Lo straniero può richiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di residenza legale in Italia, ridotti a cinque anni per coloro cui è stato riconosciuto lo status di apolide o di rifugiato e a quattro anni per i cittadini di Paesi della Comunità Europea.

Da anni nel Belpaese si discute di una possibile riforma della legge, con l’obiettivo di garantire il diritto alla cittadinanza ai minori nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri.

Diverse le proposte sul tavolo, ognuna con le sue peculiarità:

  • Ius soli: Prevede l’acquisizione automatica della cittadinanza per il solo fatto di essere nati sul territorio italiano, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Un modello applicato in diversi Paesi, ma che in Italia incontra resistenze.
  • Ius soli temperato: Rappresenta una via di mezzo tra lo Ius soli puro e lo Ius sanguinis. Prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza per i minori nati in Italia da genitori stranieri, a patto che almeno uno dei due genitori abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo e risieda in Italia da un certo numero di anni.
  • Ius scholae: Lega l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un ciclo di studi in Italia. La proposta di legge discussa nella scorsa legislatura prevedeva la possibilità di ottenere la cittadinanza per i minori nati o arrivati in Italia entro i 12 anni, che avessero frequentato regolarmente almeno 5 anni di scuola. Altre proposte estendono il requisito scolastico a 10 anni o all’intero ciclo dell’obbligo.
  • Ius culturae: Simile allo Ius scholae, lega la cittadinanza all’acquisizione dei riferimenti culturali del Paese ospitante, veicolati attraverso la scuola e la partecipazione alla vita sociale.

Insomma per il governo italiano sarà un settembre molto caldo e non dal punto di vista climatico.



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