L’ex presidente Donald Trump giovedì scorso si è impegnato a contrastare il calo delle nascite in America, obbligando il governo federale o le compagnie assicurative a coprire i costi della fecondazione in vitro aggiungendo che avrebbe istituito una detrazione fiscale per i neo-genitori, per aiutarli a sostenere i costi legati alla nascita di un figlio.
“Sotto l’amministrazione Trump, il vostro governo pagherà, o la vostra compagnia assicurativa sarà obbligata a pagare, tutti i costi associati al trattamento di fecondazione in vitro, la fecondazione per le donne perché vogliamo più bambini, per dirla in maniera semplice”, ha detto l’ex presidente durante una tappa della campagna elettorale in Michigan. “Sì noi pagheremo e questo aiuterà le famiglie ” perché non sarà più una semplice possibilità, tenuto conto del fatto che non esiste alcun obbligo a livello federale, ma una realtà. È con l’annuncio “pro-famiglia” che Trump ora cerca di fare breccia tra le donne e gli indipendenti che, a questo punto della corsa, pare siano più propensi a sostenere la vicepresidente Kamala Harris, in particolare nel Michigan dove la Harris ha un po’ di vantaggio. I democratici hanno attaccato Trump e i repubblicani per le restrizioni all’aborto, mentre la Corte Suprema dello stato dell’Alabama ha scatenato una reazione nazionale stabilendo che gli embrioni congelati possono essere considerati bambini ai sensi della legge statale. I legislatori statali si sono quindi mossi per proteggere i fornitori di fecondazione in vitro sulla scia della sentenza. Parlando in un centro di assistenza per metalli e materie plastiche nel Michigan centrale, Trump ha definito i sondaggi “falsi” e “truccati” aggiungendo che il successo della signora Harris in alcuni posti è dovuto al fatto che “nessuno la conosce per davvero”, definendola una “radicale”, “marxista” e “incostante” in materia di politica. E aggiungendo che, se eletta, la Harris aumenterebbe le tasse sul reddito, ignorerebbe l’immigrazione illegale, sarebbe indulgente con la criminalità e adotterebbe politiche che distruggerebbero l’industria automobilistica dello Stato, che rappresenta circa il 19% dell’intera produzione automobilistica degli Stati Uniti.
Trump poi ha promesso di promuovere i tagli fiscali, aumentare le trivellazioni di petrolio e gas naturale e opporsi ai mandati sui veicoli elettrici che la signora Harris aveva precedentemente sostenuto, aggiungendo che nei suoi piani c’è quello di impedire che le mance nei ristoranti vengano tassate e di eliminare la tassa sui sussidi della previdenza sociale. “Questa elezione non è una scelta tra democratici e repubblicani”, ha detto Trump . “È una scelta tra comunismo e libertà”. Ora però Trump sta intensificando la sua attenzione sul Michigan, perché la sua risicata vittoria in Michigan che ha sbalordito l’establishment politico, perché ha segnato la prima volta che un repubblicano è riuscito a vincere in questo stato in una corsa presidenziale da quando George HW Bush lo fece nel 1988, se la vuole tenere stretta. Nel 2020, fu Biden a vincere in quello stato con oltre 154.000 voti e ora da quando i sondaggi hanno mostrato che la signora Harris ha un leggero vantaggio su di lui, Trump non vuole perdere terreno perciò col senatore JD Vance dell’Ohio, ha fatto irruzione negli stati della Rust Belt, per sottolineare i loro sforzi per mettere alle strette la Harris in tutta la regione.
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