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Dopo l’attacco di Israele in Libano, entra scena anche l’Iran


war destruction in ukrainian city
Photo by Алесь Усцінаў on Pexels.com

Dopo il bombardamento lanciato da Israele sul campo profughi palestinese di Ain El-Hilweh vicino a Sidone, il più grande tra i campi palestinesi del Libano, il cui obiettivo era Mounir Maqdah, comandante delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, il braccio armato di Al Fatah, la guerra è oramai destinata ad allargarsi su altri territori. La Casa Bianca avvisata preventivamente di questa azione militare aveva fatto sapere di aver raggiunto un’intesa con Israele in base alla quale la portata dell’invasione terrestre sarebbe stata limitata alle zone di confine nel Libano meridionale. Durante le 48 ore di conversazioni ad alto livello tra funzionari americani e israeliani, quest’ultimi avevano rassicurato la Casa Bianca riguardo gli obiettivi di questa azione militare.  Essenzialmente due: quello di distruggere le infrastrutture di Hezbollah vicino al confine israeliano e poi quelli di ritirare le forze armate. Esplosioni sono state udite nella zona di Damasco, in Siria, in quelli che con ogni probabilità sono bombardamenti israeliani.  Secondo i media locali, le difese aeree siriane avrebbero intercettato “obiettivi ostili” nei pressi della capitale siriana. La tv di Stato siriana ha poi comunicato che un giornalista è stato ucciso dai raid. L’esercito israeliano ha rivelato di avere intercettato un drone che sorvolava il Mediterraneo, a poche decine di chilometri a ovest della parte centrale di Israele. E sarebbe stata questa azione a provocare il forte boato udito a Tel Aviv e riportato da fonti giornalistiche.

La conferma israeliana, incursioni in Libano

L’esercito israeliano nelle ore successive ha poi confermato di aver lanciato un’incursione terrestre denominata ‘Northern Arrows’ (‘Frecce del Nord’) “mirata e limitata” nel Libano meridionale contro obiettivi e infrastrutture di Hezbollah in diversi villaggi libanesi lungo il confine. Verso le 19,30 di stasera l’Iran è passata al contrattacco lanciando dei missili verso Israele che sono stati intercettati dai sistemi anti-missilistici Usa dislocati nella regione, prima di raggiungere i cieli dello Stato ebraico, e non dall’Iron Dome israeliano. L’attacco era stato preannunciato intorno a mezzogiorno di oggi dagli Usa. Gli Stati Uniti avevano allertato Israele affermando di avere indicazioni che l’Iran si stava preparando a un imminente lancio di un missile balistico contro Israele, ha riferito Axios, citando una fonte della Casa Bianca.

Vertice sicurezza Usa con Biden e Harris

Joe Biden e Kamala Harris questa mattina (ora di Washington) si sono riuniti con i loro consiglieri per la sicurezza nazionale, per discutere di quello che era, allora, l’imminente attacco iraniano, ha reso noto la Casa Bianca dopo l’inizio dell’attacco. “Hanno rivisto lo status dei preparativi degli Usa per aiutare Israele a difendersi da questi attacchi e proteggere il personale americano nella regione”, ha precisato la Casa Bianca in una dichiarazione.

Attacchi armati a Jaffa

Almeno due assalitori, uno dei quali armato con un fucile d’assalto, sono entrati in azione alla stazione ferroviaria di Jaffa. Quattro persone sono state uccise e sette ferite, ha reso noto la polizia che oramai non esita più a parlare di terrorismo. I due assalitori che poco prima avevano aperto il fuoco, sono stati “neutralizzati”.

Netanyahu: “Siamo in mezzo a campagna contro asse del male”

“Siamo nel mezzo di una campagna contro l’asse del male iraniano. Dobbiamo restare uniti. Resisteremo insieme nei giorni difficili che ci attendono”. Così in un breve video il premier israeliano Benjamin Netayahu, poche ore dopo l’annuncio dell’avvio di incursioni di terra in Libano.

“In Libano attacchi mirati”

I raid delle truppe israeliane nel Libano meridionale, iniziati la notte scorsa, sono stati limitati e hanno interessato solo una breve distanza oltre confine. Inoltre non ci sono stati scontri diretti con Hezbollah all’interno del Paese. Lo ha indicato un alto funzionario israeliano della sicurezza citato dal Guardian, contraddicendo le precedenti affermazioni dell’Idf di “violenti combattimenti” al Sud. Un’operazione più ampia che abbia come obiettivo la capitale libanese Beirut, colpita da ripetuti attacchi aerei negli ultimi giorni, “non è sul tavolo”, ha poi aggiunto.

Il Partito di Dio ha confermato che non si sono verificati “scontri diretti sul campo”, ma in una dichiarazione alla tv satellitare al-Jazeera, il responsabile del gruppo sciita libanese per i media, Mohammad Afif, ha ripetuto che i miliziani sono “pronti allo scontro”. Sempre secondo al-Arabiya, le Idf si sono spinte in terra libanese per “cinquecento metri”. In precedenza, una fonte della sicurezza libanese ha riferito ad Asharq Al-Awsat che “le forze israeliane non sono ancora entrate nel territorio libanese, nonostante l’annuncio delle Idf di essere impegnato in aspri combattimenti nel sud del Libano”. Un raid aereo israeliano ha colpito la zona di Brital, nella regione di Baalbek, in Libano, con un bilancio di otto morti. Lo riporta il giornale libanese L’Orient Le Jour mentre proseguono le operazioni israeliane contro obiettivi di Hezbollah in Libano.

Anche Beirut è di nuovo nel mirino delle forze israeliane (Idf). A confermarlo via X sono le stesse Idf che per il momento non forniscono alcun dettaglio sul raid aereo “mirato” dopo giorni di operazioni contro obiettivi di Hezbollah. I raid israeliani hanno interessato anche la Siria e le operazioni sono proseguite anche a Gaza. Sirene d’allarme sono inoltre scattate a Tel Aviv e nel centro del Paese in seguito al lancio di razzi dal Libano. Da Israele nuovo ordine di sgombero località sud del Libano Da Israele è intanto arrivato un nuovo ordine di sgombero per gli abitanti di diverse località del sud del Paese dei Cedri. “Dovete andare immediatamente a nord del fiume Awali, salvare la vostre vite e lasciare immediatamente le vostre abitazioni”, ha scritto su X Avichai Adraee, portavoce delle forze israeliane (Idf). Il fiume Awali si trova più in profondità all’interno del territorio libanese rispetto al fiume Litani, a circa 60 chilometri dal confine. “Il Libano meridionale è pieno di terroristi e armi di Hezbollah. Se lo stato del Libano e il mondo non riescono a respingere Hezbollah dai nostri confini, non abbiamo altra scelta che farlo noi stessi”, ha dichiarato il portavoce delle Idf Daniel Hagari, aggiungendo; “Voglio chiarire che la nostra guerra è contro Hezbollah, non contro il popolo del Libano. Non vogliamo danneggiare i civili libanesi e stiamo prendendo misure per impedirlo”. Hagari ha aggiunto che “continueremo a fare tutto il necessario affinché le famiglie israeliane possano tornare alle loro case in sicurezza e protezione” nel nord di Israele. Per questo, ha spiegato, “le Forze di difesa israeliane stanno conducendo raid limitati e mirati lungo il confine settentrionale di Israele contro la minaccia che Hezbollah rappresenta per i civili nel nord di Israele. Questi raid di terra localizzati prenderanno di mira le roccaforti di Hezbollah che minacciano le città, i kibbutz e le comunità israeliane lungo il nostro confine”.

Idf: “Violenti scontri a sud, Hezbollah usa civili come scudi umani”

Il portavoce in lingua araba delle Idf, Avichay Adraee, aveva parlato di “intensi scontri in corso a sud del fiume Litani nel Libano meridionale” tra le truppe israeliane e i miliziani di Hezbollah. Secondo Adraee, che avverte i civili libanesi di stare lontani dalla zona, ”Hezbollah sta usando i civili come scudi umani”. Sono diversi gli obiettivi di Hezbollah, tra cui siti per la produzione di armi e altre infrastrutture militari, presi di mira nei raid aerei condotti nella notte sul quartiere Dahiyeh, a sud di Beirut: “L’organizzazione terroristica di Hezbollah costruisce intenzionalmente i suoi siti di produzione di armi e militari sotto il cuore di Beirut e li inserisce nei centri abitati della città”. L’Idf ha aggiunto che continuerà a operare “per garantire il ripristino della sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi cittadini”.

Meloni in contatto primo ministro Libano: “Impegno Italia per cessate fuoco”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il primo ministro del Libano, Najib Mikati. Nel rinnovare la vicinanza dell’Italia al Libano e al popolo libanese e nel ricordare i primi aiuti immediati alla popolazione civile stanziati ieri dal governo, la presidente del Consiglio – informa Palazzo Chigi – ha ribadito l’impegno italiano per un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto che permetta agli sfollati di tornare alle proprie case. L’Italia, anche quale Presidenza di turno del G7, continuerà a lavorare per una de-escalation a livello regionale. La premier ha infine ricordato il ruolo cruciale dei militari italiani presenti nel sud del Libano all’interno della missione UNIFIL, sottolineando l’importanza della loro sicurezza.

Raid Idf su casa nel sud del Libano, 10 morti

L’agenzia di stampa libanese Nna ha riferito dal canto suo di un raid contro un’abitazione nella città di Daoudiya, nel Libano meridionale, da parte dell’Idf in cui sono morte almeno 10 persone e altre 5 sono rimaste ferite.

Hezbollah rivendica lancio razzi contro sede Mossad vicino a Tel Aviv

Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato razzi contro la base Glilot, sede del quartier generale del Mossad e di un’unità dell’intelligence israeliana a Herzliya vicino a Tel Aviv nel centro di Israele. Secondo il Times of Israel, nell’attacco sono rimaste lievemente ferite due persone e stanno ricevendo cure mediche.

Ministero Sanità Libano: oltre mille morti da inizio raid Idf, 95 ieri

Sono più di mille le persone che sono state uccise in Libano da quando Israele ha deciso di lanciare attacchi contro obiettivi di Hezbollah, riferisce il ministero della Sanità di Beirut che, nel suo ultimo bilancio, parla di circa 95 persone che sono state uccise e 172 ferite negli attacchi aerei israeliani in Libano di ieri. Potrebbero essere fino a un milione le persone sfollate, scrive la Bbc.

Raid anche su Damasco, la condanna della Siria: “Resisteremo e ci difenderemo”

Inoltre tre civili sono stati uccisi e nove sono rimasti feriti in raid aerei israeliani condotti alle prime ore di oggi su Damasco, in Siria. Lo sostiene l’agenzia di stampa Sana citando una fonte militare. “Il nemico israeliano ha lanciato un’aggressione aerea con aerei da guerra e droni dal Golan siriano occupato, prendendo di mira diversi punti di Damasco”, afferma l’agenzia la Sana aggiungendo che “tre civili sono stati uccisi e altri nove feriti”.

Tra le vittime del raid c’è la giornalista siriana Safaa Ahmed, conduttrice della tv statale, riferisce l’Autorità generale per la radio e la televisione siriana esprimendo condoglianze per quella che ha definito una ”martire della perfida aggressione israeliana a cui è stata sottoposta la capitale Damasco”.

Il ministero degli Esteri siriano ha condannato l’attacco aereo israeliano condotto su Damasco. ”La Siria condanna questa brutale aggressione israeliana e rinnova il suo appello al mondo affinché metta fine al caos israeliano che sta infiammando l’intera regione e minacciando la pace e la sicurezza regionale e internazionale”, si legge in una nota del ministero, il quale sostiene che la Siria ha il ”legittimo diritto di difendere la sua terra e il suo popolo e di resistere a questi crimini con tutti i mezzi garantiti dal diritto internazionale”.

Raid Idf su campo profughi Gaza, 13 morti

Israele nel frattempo prosegue anche con le sue operazioni militari a Gaza. Almeno 13 persone sono invece morte e altre sono rimaste ferite a causa di un raid aereo delle Idf sul campo profughi di Nuseirat nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta la Cnn citando funzionari sanitari dell’ospedale dei martiri di Al-Aqsa e dell’ospedale di Al-Awda.

Idf: colpito centro comando Hamas in scuola Unrwa a Gaza

Le Idf hanno inoltre riferito di aver condotto un raid aereo di precisione nella notte contro un centro di comando di Hamas creato all’interno di una struttura scuola dell’Unrwa a sud di Gaza City. Da questa scuola, si legge in una nota dell’Idf, ”i terroristi pianificavano ed eseguivano attacchi contro le truppe israeliane e lo Stato di Israele”. I militari spiegano che, prima di condurre il raid, sono stati avvertiti i civili perché lasciassero la zona. ”Questo è un ulteriore esempio di come l’organizzazione terroristica di Hamas abusa in modo sistematico delle infrastrutture civili violando il diritto internazionale”, recita la nota



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