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L’esercito israeliano continua a prendere di mira obiettivi di Hezbollah e la guerra continua


L’esercito israeliano ha lanciato nuovi appelli per evacuare i residenti della periferia sud di Beirut, dove continua a prendere di mira obiettivi del movimento islamico libanese Hezbollah. Nelle ultime ore si sono sentite diverse esplosioni, ha osservato l’Afp. “Per la vostra sicurezza e quella dei vostri familiari, dovete evacuare immediatamente gli edifici designati e quelli adiacenti e allontanarvi di almeno 500 metri”, ha scritto il portavoce dell’esercito israeliano di lingua araba, Avichay Adraee, sul suo account X menzionando diversi quartieri della periferia sud. Negli ultimi giorni i raid aerei israeliani sono aumentati intorno alla capitale libanese. L’Idf afferma di aver preso di mira diversi leader del movimento filo-iraniano Hezbollah nella capitale e nelle aree circostanti.

L’FBI e il Dipartimento per la sicurezza interna avvertono della possibilità di attacchi terroristici nella ricorrenza del 7 ottobre

L’imminente anniversario dell’ attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre e i continui disordini in Medio Oriente potrebbero fungere da incentivo per gli atti di violenza da parte degli estremisti. Lo affermano l’FBI e il Dipartimento per la sicurezza interna in un annuncio pubblico congiunto. Lo rende noto la Cnn. Pur non individuando minacce specifiche o credibili per gli Stati Uniti, l’avviso giunge in prossimità dell’anniversario dell’attacco del 7 ottobre in Israele, che ricorre lunedì, e degli appelli alla violenza contro l’Occidente da parte di gruppi terroristici stranieri, hanno affermato le agenzie. L’avviso giunge mentre Israele porta a termine attacchi mortali contro il quartier generale di Hezbollah in Libano e mentre valuta una risposta al recente attacco missilistico balistico dell’Iran. Come riportato dalla CNN, le forze di polizia di tutto il Paese hanno intensificato i pattugliamenti attorno alle istituzioni ebraiche e musulmane in risposta alle recenti tensioni in Medio Oriente e all’imminente anniversario del 7 ottobre e alle festività ebraiche. Il Dipartimento di Polizia di New York ha aumentato i pattugliamenti, ha detto una fonte delle forze dell’ordine alla CNN. Si prevede che saranno mantenuti per le prossime due settimane. Il NYPD collaborerà anche con la polizia statale per missioni di rilevamento di esplosivi su ponti e tunnel, e saranno utilizzate unità di elicotteri per il rilevamento di radiazioni, ha detto la fonte.   E la scorsa settimana il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha dichiarato che i suoi pattugliamenti intensificati avrebbero incluso un numero maggiore di agenti in servizio, veicoli di comando e unità a cavallo. Anche le polizie di Chicago, Miami e Philadelphia hanno intensificato i pattugliamenti. Nel loro annuncio congiunto di venerdì, l’FBI e il DHS hanno affermato: “Le istituzioni ebraiche, musulmane o arabe, tra cui sinagoghe, moschee/centri islamici e centri comunitari, e i grandi raduni pubblici, come commemorazioni, veglie o altre dimostrazioni legittime, rappresentano obiettivi attraenti per attacchi violenti o minacce false da parte di una varietaà di attori minacciosi, tra cui estremisti violenti e autori di crimini d’odio. Siate sempre consapevoli dell’ambiente circostante e segnalate alle autorita’ eventuali attività sospette”, si legge nell’annuncio. L’Idf afferma di aver effettuato un attacco aereo “mirato” contro gli agenti del centro di comando e controllo di Hamas, all’interno di un ex complesso dell’Unrwa a Jabaliya, nella Striscia di Gaza settentrionale. Lo riporta il Times of Israel. Secondo l’esercito israeliano Hamas avrebbe utilizzato la struttura “per pianificare e lanciare attacchi contro Israele e le forze israeliane a Gaza”. L’Idf ha detto di aver adottato alcune misure per “ridurre le vittime civili”

Libano, è guerra a tutto campo

Gli incendi divampano a seguito dei razzi lanciati dal Libano nel nord di Israele, vicino alla città di Kiryat Shmona, vicino al confine con il Libano, il 5 ottobre 2024

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un video su X si è rivolto al presidente francese Emmanuel Macron dicendogli “di vergognarsi” insieme agli altri leader che chiedono l’embargo sulle armi a Israele. “Israele vincerà con o senza di te, ma la tua vergogna risuonerà a lungo dopo la nostra vittoria”. “L’Iran ha lanciato due volte centinaia di missili sul nostro territorio, il più grande attacco missilistico balistico della storia Israele ha il dovere e il diritto di difendersi e di rispondere agli attacchi, ed è così che faremo”, ha detto Netanyahu, in un messaggio alla nazione. Israele ha reso noto che dall’inizio delle operazioni di terra in Libano sono stati uccisi circa 440 combattenti Hezbollah. Il presidente israeliano Isaac Herzog in un messaggio trasmesso per l’anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele, ha detto: “Le nostre ferite non possono ancora essere completamente rimarginate perché gli ostaggi vengono ancora torturati, giustiziati e muoiono in prigionia”. Delle 251 persone rapite e portate nella Striscia di Gaza il 7 ottobre, 97 sono ancora tenute in ostaggio, di cui 33 dichiarate. Il presidente irlandese Michael Higgins ha definito “oltraggioso” che l’esercito israeliano “minacci” le forze Unifil presenti nel sud del Libano e che “abbia cercato di far evacuare i villaggi che stanno difendendo”. Lo riporta il quotidiano Irish Times che ieri aveva riferito della richiesta israeliana al governo irlandese di rimuovere i propri peacekeeper da un avamposto al confine con il Libano, noto come posto 6-52.Il contingente irlandese conta 347 dei circa 10.000 caschi blu di Unifil. “Questo non è solo un insulto alla più importante istituzione mondiale che conta 193 membri, ma è anche un insulto ai soldati e alle loro famiglie che corrono dei rischi perché tutti possano vivere in pace e per proteggere i più vulnerabili – ha aggiunto Higgins – sono certo che il coraggio dimostrato dal nostro contingente e dai loro colleghi viene ricordato nei pensieri e nelle preghiere di tutti coloro che riconoscono il valore della pace, in patria e all’estero”.

Israele però non ha nessuna intenzione di fare passi da gambero e la sua intenzione è continuare a colpire Hezbollah  in Libano. A dichiararlo è stato il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, generale Herzi Halevi. “Dobbiamo continuare a  esercitare pressioni su Hezbollah e creare danni duraturi al nemico,  senza dare tregua all’organizzazione”, ha dichiarato. L’esercito israeliano (Idf) ha riferito che le sue forze speciali stanno conducendo raid di terra contro infrastrutture di Hezbollah nel Libano meridionale, distruggendo missili, rampe di lancio, torri di guardia e depositi di armi. L’esercito ha aggiunto che i soldati hanno anche smantellato i tunnel che Hezbollah usava per avvicinarsi al confine israeliano. Sempre IDF riporta che circa 1.400 libanesi, tra cui combattenti e civili di Hezbollah, sono stati uccisi e circa 1,2 milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case da quando Israele ha intensificato i suoi attacchi a fine settembre, con l’obiettivo di paralizzare Hezbollah e allontanarlo dal confine fra i 2 Paesi. Martedì Israele ha lanciato quella che definisce un’operazione di terra limitata nel Libano meridionale. Secondo il conteggio fornito dall’Idf, sono 9 i suoi soldati uccisi in combattimenti ravvicinati nell’area negli ultimi giorni. Gli attacchi israeliani in Libano hanno colpito aree e infrastrutture civili, tra cui ospedali e paramedici. “Cento bambini uccisi in 11 giorni e oltre  690 feriti nelle ultime sei settimane; circa 400.000 minori sfollati:  in Libano c’è una situazione devastante, soprattutto dal punto di  vista umanitario. Urge un intervento immediato per scongiurare un  peggioramento, la comunità internazionale si mobiliti. Si eviti una seconda Gaza e siano innanzitutto garantite le vie di rifornimento per un accesso agli aiuti più rapida”, queste le parole di Andrea Iacomini, portavoce nazionale di Unicef Italia, ad Adnkronos, ricordando che il conflitto in Medio Oriente va ad amplificare “una situazione già di per sé  drammatica nel paese dei Cedri tenendo conto della crisi economica in  atto”.

Almeno 25 persone sono morte e altre 127 sono rimaste ferite nei raid israeliani messi a segno ieri in Libano. Lo ha reso noto oggi il ministero della Sanità libanese in un comunicato riportato dai media locali

“La nostra risposta a qualsiasi aggressione israeliana sarà più forte e più dura. Possono mettere alla prova la nostra determinazione”: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, rimarcando in conferenza stampa a Damasco che “l’Iran starà al fianco della resistenza in qualsiasi circostanza”. Nel corso della sua visita in Siria, dopo la tappa di ieri in Libano, Araghchi ha incontrato il suo omologo siriano,  Bassam Sabbagh, il presidente Bashar Al Assad, il premier siriano, Mohammad Ghazi al-Jalali, ed esponenti dei “gruppi di resistenza palestinese”, secondo quanto riferito dai media iraniani. Secondo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Sanita’ libanese, sono 1974 i morti e 9384 i feriti dall’inizio delle ostilità tra Hezbollah e Israele l’8 ottobre 2023. Il ministro Firas Abiad ha precisato che negli attacchi israeliani in tutto il Paese, hanno perso la vita 127 bambini, 261 donne e 40 soccorritori e vigili del fuoco. Secondo le Nazioni Unite, piu’ di 200 mila libanesi e siriani sono gia’ fuggiti in Siria a seguito dell’intensificarsi dei bombardamenti israeliani sul Libano. Venticinque persone sono state uccise e 127 ferite negli attacchi israeliani in Libano di venerdì, ha dichiarato sabato il ministero della Sanità libanese in un comunicato. L’Idf e lo Shin Bet hanno annunciato che almeno 12 terroristi di Hamas e della Jihad islamica sono stati uccisi giovedì a Tulkarem in Cisgiordania per prevenire un imminente attacco contro civili israeliani. E che oltre a Zahi Yaser Abd al Razeq Oufi (capo di Hamas a Tulkarem) e Jit Radwan (operativo della Jihad), sono stati uccisi 9 terroristi di Hamas e un altro della Jihad locale. L’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, è arrivato a Beirut, in Libano, “in segno di solidarietà con le persone colpite, per sostenere lo sforzo umanitario e per chiedere più aiuto internazionale”. In un post su X, Grandi ha sottolineato che il Libano si trova ad affrontare una “crisi terribile”, con “centinaia di migliaia di persone indigenti o sfollate a causa degli attacchi aerei israeliani”.

Hamas: distrutte 814 moschee, danni per 350 milioni

In un anno di conflitto, a Gaza l’esercito israeliano ha distrutto 814 moschee, tre chiese e 19 cimiteri. Lo riferisce il ministero degli Affari Religiosi della Striscia di Gaza, pubblicando un bilancio dei danni a strutture ed edifici religiosi a quasi un anno dal primo anniversario della guerra, il 7 ottobre. Altre 148 moschee sono state danneggiate negli attacchi, ha aggiunto la stessa fonte, precisando che il costo stimato dei danni alle proprieta’ del ministero è di 350 milioni di dollari. Per giunta le forze di difesa israeliane (Idf) si sono rese responsabili di profanazione di tombe, riesumazione di corpi e atti di violenza contro coloro che erano morti, come il furto dei loro resti e la mutilazione. Inoltre, 11 strutture amministrative ed educative sotto l’autorità ministeriale sono state distrutte, rappresentando il 79% di tali strutture a Gaza. Il ministero ha infine deplorato l’uccisione nei raid israeliani di 238 dei suoi dipendenti e l’arresto di altri 19 durante le offensive di terra nel territorio. L’esercito israeliano e lo Shin Bet hanno annunciato in una nota congiunta l’uccisione in Libano di due alti responsabili del gruppo palestinese Hamas. Si tratta di Said Alaa Naif Ali e Mohammad Hussein Ali al-Mahmoud. Ali, “alto esponente dell’ala militare di Hamas in Libano”, è rimasto ucciso in un raid aereo nell’area di Tripoli, il primo messo segno dalle forze israeliane nel nord del Libano, nel campo profughi palestinese di Beddawi. Al-Mahmoud, presentato come “autorità esecutiva di Hamas in Libano che dirigeva le attività terroristiche in Cisgiordania”, è morto in un attacco condotto nella valle della Bekaa.

Iran: l’asse della resistenza coordini gli sforzi contro Israele

“Tutti i Paesi che sostengono il movimento di resistenza contro il regime sionista dovrebbero coordinare gli sforzi per porre fine alle aggressioni del regime”: lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, nell’incontro oggi a Damasco con il presidente siriano Bashar Assad. Da parte sua, Assad ha sottolineato: “Il regime sionista non ha altra scelta che fermare il massacro di persone in Libano e a Gaza e rispettare i legittimi diritti delle persone. Il recente attacco missilistico di Teheran su Israele ha dato al regime una lezione sul fatto che l’asse della resistenza è in grado di compiere deterrenza verso il nemico e sventarne i complotti”, ha sottolineato, citato dall’Irna. Araghchi è arrivato a Damasco questa mattina, dopo una visita in Libano. Il presidente francese Emmanuel Macron si è espresso a favore dello stop alle forniture di armi a Israele che vengono utilizzate nel conflitto a Gaza. “Credo che oggi la priorità sia tornare ad una soluzione politica, smettere di consegnare le armi per condurre i combattimenti a Gaza”, ha detto il presidente alla radio France Inter, aggiungendo che “la Francia non ne fornisce”. L’esercito israeliano ha dichiarato sabato di aver ucciso due militanti dell’ala armata di Hamas che operavano in Libano. L’esercito ha fatto il nome di Muhammad Hussein Ali al-Mahmoud, che secondo l’esercito era l’autorità esecutiva del gruppo in Libano, ucciso in un attacco aereo israeliano. Anche Said Alaa Naif Ali, membro dell’ala militare di Hamas in Libano, è stato ucciso in un’operazione israeliana nella notte di sabato. Le Brigate Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno confermato la morte di due suoi combattenti in seguito agli attacchi aerei israeliani in Libano, ma hanno fornito nomi diversi: Mohammed Hussein Al-Louise e Saeed Attallah Ali. E mentre Israele amplia la sua offensiva in Libano e il Pentagono si interroga sulla sua presenza rafforzata in Medio Oriente: il dibattito in seno al dipartimento della Difesa è fra coloro che sono convinti che la presenza americana limiti i rischi di una guerra più ampia, e altri che invece temono che l’unico effetto sia quello di infiammarli incoraggiando l’offensiva di Israele.

Cnn: sui siti nucleari iraniani Israele non ha dato garanzie agli Stati Uniti

 Israele non ha dato garanzie all’amministrazione Biden che colpire le strutture nucleari iraniane sia fuori discussione nell’ambito della risposta all’attacco missilistico di Teheran dei giorni scorsi. Lo ha detto alla Cnn un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano. “Speriamo e ci aspettiamo di vedere un po’ di saggezza oltre che di forza, ma come sapete, non ci sono garanzie”, ha detto il funzionario rispondendo alla domanda se Israele abbia assicurato agli Stati Uniti che i siti nucleari sono fuori discussione. Alla domanda se Israele userà il primo anniversario dell’attacco di Hamas, il 7 ottobre, per rispondere all’Iran, il funzionario ha risposto che “è davvero difficile dirlo”: “Penso che in un certo senso vorrebbero evitare, quindi secondo la mia stima se c’è qualcosa, probabilmente sarà prima o dopo”. Edifici residenziali sono stati colpiti da un bombardamento lanciato dal Libano a Deir al-Asad e Karmiel, nel nord di Israele. Le ambulanze sono sul luogo dell’impatto dei razzi. Video sono stati condivisi sui social. Nella stessa area ci sono state diverse intercettazioni con l’Iron Dome. Lo riporta Times of Israel. Secondo il presidente siriano, Bashar Assad, il raid missilistico iraniano “ha impartito una lezione a Israele”. Parlando con il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in visita a Damasco, Assad ha detto che l’attacco “è stata una risposta forte e ha impartito all’entità sionista una lezione”. A un anno dall’inizio della guerra, il leader di Hamas, Yahya Sinwar, “è diventato più fatalista ed è determinato a vedere Israele coinvolto in un conflitto regionale più ampio”. E’ quanto hanno riferito al New York Times funzionari americani, secondo cui Sinwar sarebbe ancora vivo. “Alcuni funzionari israeliani hanno messo in dubbio che Sinwar sia ancora vivo – ha ricordato il quotidiano americano – i funzionari statunitensi e israeliani ammettono che non ci sono prove definitive che sia ancora in vita. Da mesi non ci sono registrazioni audio o video. Ma funzionari americani hanno affermato di non avere prove che sia morto, e in effetti alti funzionari statunitensi hanno detto di ritenere che sia vivo e stia prendendo decisioni importanti per Hamas”. Secondo la valutazione Usa, Sinwar avrebbe inasprito le proprie posizioni nelle ultime settimane, tanto che “i negoziatori americani ora ritengono che Hamas non abbia alcuna intenzione di raggiungere un accordo con Israele” per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Secondo il Nyt, la posizione di Sinwar si è irrigidita la scorsa estate “dopo che Israele ha assassinato Ismail Haniyeh”, il capo politico di Hamas e uno dei principali negoziatori. “Haniyeh era un negoziatore più conciliante, interessato a raggiungere un accordo, – ha scritto il Nyt – e i funzionari statunitensi affermano che era disposto a respingere le richieste più estreme di Sinwar”. Secondo i funzionari Usa, “nelle ultime settimane Hamas non ha mostrato alcun desiderio di impegnarsi in colloqui” per un accordo, e “sospettano che Sinwar sia sempre più rassegnato mentre le forze israeliane gli danno la caccia”. Una guerra regionale più ampia, auspicata dal leader di Hamas, metterebbe “pressione su Israele e il suo esercito e li costringerebbe a ridurre le operazioni a Gaza”. Anche se, ha rimarcato un alto funzionario americano, le azioni dell’Iran negli ultimi mesi hanno inviato un messaggio chiaro a Sinwar, ossia che “la cavalleria non arriverà”. Commando e unità d’élite Yahalom dell’esercito israeliano hanno demolito diversi tunnel di Hezbollah che venivano utilizzati per avvicinarsi al confine israeliano nel Libano meridionale. Lo riferisce l’Idf. I soldati hanno anche individuato e distrutto depositi sotterranei di armi, posti di osservazione e postazioni di lancio di razzi nei villaggi. L’Idf sta conducendo raid mirati, basati sull’intelligence, contro infrastrutture terroristiche situate sia in superficie che in profondità, obiettivi situati in aree montuose, boscose e densamente edificate, dove sono stati piazzati esplosivi. Nella mattinata, nonostante sia Shabbat, si sono tenuti al ministero della Difesa a Tel Aviv colloqui con rappresentanti di Paesi alleati di Israele al fine di coordinare l’azione contro Teheran. Alle riunioni hanno preso parte alti funzionari dell’esercito. Ynet riferisce che l’Idf abbia detto che “non si può ignorare ciò che ha fatto l’Iran”. In precedenza, funzionari americani in una conversazione con il media israeliano hanno stimato che l’attacco israeliano all’Iran sia “imminente”. Intanto sta arrivando in Israele il capo del Comando militare centrale Usa, generale Michael Kurilla. 

Esercito israeliano pronto a espandere le operazioni di terra a Gaza

Secondo fonti militari israeliane, l’esercito si sta preparando ad espandere le operazioni di terra nella Striscia di Gaza in coincidenza con l’anniversario del 7 ottobre. Le evacuazioni indicate dall’esercito in mattinata a Nuseirat e Bureij, nella zona centrale di Gaza, sarebbero il segnale dell’ampliamento degli attacchi, sottolineano i media nazionali. Le zone evacuate si trovano subito a sud del corridoio Netzarim, dove l’esercito mantiene una presenza semipermanente. Gli attacchi aerei israeliani sui sobborghi meridionali di Beirut da venerdì hanno impedito ai soccorritori di cercare il sito di un attacco israeliano che si sospetta abbia ucciso il prossimo leader di Hezbollah, Hashem Saffiedine, hanno detto sabato all’agenzia britannica Reuters tre fonti della sicurezza libanese. Una delle fonti ha detto che Safieddine, che si prevede succederà al leader ucciso Sayyed Hassan Nasrallah, è irraggiungibile dall’attacco di venerdì. In precedenza un’agenzia saudita, Al Hadath, aveva scritto che Saffiedine sarebbe effettivamente stato ucciso negli attacchi e che Israele ne avrebbe le conferme. L’esercito israeliano ha chiesto ai civili palestinesi presenti in alcune aree di Nuseirat e Bureij, nel centro della Striscia di Gaza, di allontanarsi “immediatamente e di recarsi nella zona umanitaria”. E’ quanto ha scritto su X il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf), Avichay Adraee, pubblicando la mappa delle zone interessate dall’ordine di evacuazione. “Hamas e altri gruppi terroristici continuano le loro attività terroristiche nella vostra zona e di conseguenza l’Idf agirà con grande forza contro questi elementi”, ha aggiunto il portavoce.

Donald Trump a Israele: “Prima colpite i siti nucleari e poi preoccupatevi del resto”

Durante un comizio per la campagna elettorale in North Carolina, il candidato dei repubblicani Donald Trump ha commentato riferendosi al ‘no’ di Joe Biden all’ipotesi di raid contro le installazioni nucleari: Israele deve colpire i siti nucleari iraniani. “Penso che abbia dato la risposta sbagliata: Quando  gli hanno posto quella domanda, la risposta avrebbe dovuto essere,  prima colpite i siti nucleari e poi vi preoccupate del resto”. Già  ieri Trump aveva definito il ‘no’ di Biden “la cosa più pazza mai  sentita”. In riferimento al presidente Usa Joe Biden, Trump ha detto: “gli hanno chiesto, cosa pensi dell’Iran, lo colpiresti? E lui, ‘purché non colpiscano il nucleare’. Ma è questo quel che uno vuole colpire no?”. E ancora: la risposta sarebbe dovuta essere “Colpisci prima le armi nucleari e poi preoccupati del resto”. Un volo della compagnia iraniana Qeshm Fars Air proveniente da Teheran e diretto in Libano o in Siria è tornato indietro nello spazio aereo iracheno nelle prime ore di questa mattina, come mostrano i dati tratti dai siti web di tracciamento dei voli. Lo riferisce Times of Israel, sottolineando che probabilmente il volo trasportava armi per Hezbollah e che l’esercito israeliano gli ha intimato di tornare indietro. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato che il loro “blocco militare” nello spazio aereo e ai valichi di frontiera del Libano continuerà, probabilmente per molto tempo. Come parte del blocco, volto a impedire che le armi iraniane venissero consegnate a Hezbollah, le Idf hanno colpito tutti i valichi di frontiera. Le forze di difesa israeliane stanno  pianificando una risposta all’attacco missilistico iraniano di martedì scorso che sarà “seria e significativa”. Lo hanno ribadito le Idf,  dopo che già subito dopo il lancio di circa 200 missili balistici  contro Israele avevano minacciato “conseguenze”. Hezbollah ha affermato in un comunicato di aver lanciato dei missili sulla base aerea israeliana di Ramat David, nel nord di Israele vicino a Haifa, a45 km dalla frontiera libanese, e di avere colpito un carro armato israeliano Merkava sconfinato nel sud del Libano, non lontano dal confine.

Ministro Esteri Iran a Damasco: “Lavoriamo per la tregua”

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi, arrivato stamattina a Damasco, ha dichiarato che “lo scopo della visita è il cessate il fuoco a Gaza e in Libano”. “Ci sono proposte per raggiungere questo obiettivo, Israele capisce solo la forza, i nostri sforzi per una tregua continuano”, ha detto Araqchi

I militari israeliani confermano raid  effettuati nella notte contro “elementi dell’organizzazione  terroristica di Hezbollah che operavano in un centro di comando  all’interno di una moschea adiacente al Martyr Salah Ghandour  Hospital, nel sud del Libano”. L’operazione è avvenuta a Bint Jbeil e secondo l’IDF l’attacco, compiuto con i droni, è stato “preciso” e basato su fonti intelligence, hanno reso noto fonti militari citate dal Times of Israel. Secondo l’esercito israeliano, un centro di comando si nascondeva in una moschea e la sala di comando veniva utilizzata dagli operativi di Hezbollah “per pianificare e compiere atti di terrore contro le truppe dell’Idf e lo Stato di Israele”. Prima di compiere l’attacco, l’Idf ha detto di aver inviato messaggi di testo ai residenti e di aver chiamato i funzionari nei villaggi vicini, “chiedendo che tutti gli attacchi di terrorismo compiuti nell’ospedale cessassero immediatamente”. “Dall’inizio della guerra, e ancor di più dall’inizio della limitata attività di terra nel Libano meridionale, l’IDF ha compiuto grandi sforzi per impedire di danneggiare civili non coinvolti e infrastrutture civili, in contrasto con l’uso cinico da parte dell’organizzazione terroristica di Hezbollah di infrastrutture civili, compresi edifici essenziali, per compiere atti terroristici”, aggiunge l’IDF in una dichiarazione.

Leader brigate al-Qassam ucciso in raid in Libano

Il campo profughi colpito è quello di Beddawi e, secondo quanto riferito da Hamas, nell’attacco è rimasta uccisa anche la famiglia di Saeed Atallah (o Saeed Atallah Ali), in particolare la moglie Shaymaa Azzam e le figlie Zeinab e Fatima, che nella dichiarazione vengono definite bambine. È la prima volta che il campo di Beddawi viene colpito dopo l’intensificarsi degli scontri fra Israele e Hamas nelle ultime settimane. Dall’inizio della guerra fra Israele e Hamas nell’ottobre 2023 Israele ha ucciso diversi funzionari di Hamas in Libano. Martedì 1 ottobre Israele ha iniziato un’incursione di terra in Libano contro Hezbollah. L’esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che 9 suoi soldati sono morti nel conflitto nel sud del Libano. Gli scontri a fuoco fra Israele e Hezbollah attraverso il confine libanese erano iniziati all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nel sud di Israele, in cui 1.200 israeliani furono uccisi e altri 250 furono presi in ostaggio. In risposta Israele ha dichiarato guerra a Hamas nella Striscia di Gaza e nella guerra a Gaza in un anno sono stati uccisi più di 41mila palestinesi. Da allora sono quasi 2mila le persone uccise in Libano, la maggior parte delle quali dal 23 settembre in avanti, secondo il ministero della Salute. La forza di pace Onu Unifil, di cui fanno parte oltre 1.000 soldati italiani, ha fatto sapere ufficialmente che non lascerà le posizioni che tiene nel sud del Libano, malgrado la richiesta da perte di Israele di “ricollocarsi”. Lo dice un comunicato ufficiale della missione Onu, confermando quanto anticipato in serata dal capo delle operazioni di pace delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix, citato dall’Ap. “Il 30 settembre l’Idf ha notificato all’Unifil la sua intenzione di condurre incursioni limitate in Libano. E hanno chiesto a noi di ricollocarci , spostandoci da alcune delle nostre posizioni”.

La preghiera per Nasrallah. Khamenei con un fucile al fianco: “Colpiremo ancora

Ieri, venerdì 4 ottobre, a Teheran in migliaia alla preghiera guidata dalla guida suprema iraniana che riappare in pubblico in onore del commiato all’alleato libanese Hassan Nasrallah ucciso a Beirut da un attacco israeliano. L’ultima preghiera è stata per il generale Soleimani. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, stamattina è arrivato in visita nella capitale siriana Damasco. Lo  ha confermato il ministero degli Esteri di Teheran, all’indomani della  visita di Araghchi in Libano. A Damasco, fa sapere il portavoce  Esmaeil Baghaei, Araghchi sarà impegnato in consultazioni sulle  relazioni bilaterali e sugli sviluppi nella regione. L’ultimo raid israeliano avrebbe interrotto l’autostrada principale che collega il Libano alla Siria. La capitale del Libano, riferisce Al Jazeera, è nuovamente nel mirino degli attacchi aerei israeliani. L’episodio è avvenuto dopo che l’Idf ha intimato ai residenti di un sobborgo meridionale di Beirut di abbandonare la zona. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver attaccato edifici di proprietà di Hezbollah.

Blinken annuncia 157 milioni di aiuti umanitari Usa per Libano

Il segretario di Stato americano Antony Blinken annuncia che gli Usa forniranno “quasi 157 milioni di dollari in nuovi aiuti umanitari per supportare le popolazioni colpite dal conflitto in Libano e nella regione”.  “Questo finanziamento affronterà le esigenze nuove e desistenti degli sfollati interni, delle popolazioni di rifugiati all’interno del Libano e delle comunità che li ospitano”, aggiunge Blinken in un comunicato pubblicato dal Dipartimento di Stato americano. Tale assistenza “sosterrà anche coloro che fuggono nella vicina Siria”, viene aggiunto.   “Questi cibo di emergenza, ripari, coperte, kit igienici, protezioni, acqua e assistenza igienico-sanitaria saranno un’ancora di salvezza fondamentale per coloro che hanno sopportato difficoltà inimmaginabili”, afferma Blinken ricordando che Stati Uniti “hanno fornito quasi 386 milioni di dollari nell’ultimo anno per supportare le popolazioni vulnerabili in Libano e in Siria colpite dall’aggravarsi del conflitto”.

Ucciso leader braccio armato di Hamas nel nord del Libano

Saeed Atallah Ali, leader delle brigate al-Qassam, è stato ucciso in un attacco in un raid nel nord del Libano insieme alla moglie e alle due figlie piccole. Lo ha confermato direttamente Hamas ai media locali. “Promettiamo al nostro popolo di vendicare il sangue puro che è stato versato e di confermare che la nostra prossima serie di risposte sarà nei fatti prima che nelle parole”, ha affermato Hamas in una dichiarazione. L’esercito israeliano ha diramato un nuovo avviso ai residenti della periferia meridionale di Beirut, nota come Dahiyeh, ordinando loro di evacuare immediatamente. Lo riportano i media israeliani. Nel frattempo ontinuano da alcune ore le esplosioni alla periferia sud di Beirut. Colonne di fumo, riferiscono i media, si sono levate dalla zona dell’aeroporto. L’esercito israeliano, poco dopo la mezzanotte, aveva emesso ordini di evacuazione per alcune zone. Il movimento armato Hezbollah  riferisce di scontri con le truppe israeliane al confine con il Libano. In precedenza aveva detto di aver costretto i soldati israeliani a “ritirarsi” nella zona. “I soldati del nemico israeliano hanno tentato di nuovo di avanzare verso la periferia del villaggio di Adaysseh” e ‘gli scontri continuano’, ha dichiarato il gruppo in un comunicato.

Biden, attacco Israele a pozzi petrolio? Penserei ad alternative

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato  che “gli israeliani non hanno ancora deciso cosa fare in termini di  attacco” e che “se ne sta discutendo”. “Se fossi nei loro panni, penserei a delle alternative rispetto al colpire i campi  petroliferi”, ha detto durante il briefing quotidiano alla Casa Bianca. Biden ha aggiunto: “Presumo che quando decideranno  come rispondere, ne discuteremo”. Il presidente degli Stati Uniti ha anche dichiarato che “nessuna amministrazione ha  aiutato Israele più di me”. E che ritiene che Netanyahu “dovrebbe ricordarsene”.
 

Trump, Israele dovrebbe colpire i siti nucleari iraniani

Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca, ritiene che Israele dovrebbe colpire le strutture nucleari iraniane in risposta al recente lancio di missili dell’Iran. L’ex presidente, parlando a un evento per la campagna elettorale in North  Carolina, ha fatto riferimento a una domanda posta questa settimana al presidente Biden sulla possibilità che Israele  colpisca l’arsenale nucleare iraniano. Quando gli hanno fatto questa domanda, la risposta avrebbe dovuto essere: “Colpisci  prima il nucleare e preoccupati del resto più tardi”, ha dichiarato Trump. L’esercito israeliano ha reso noto di aver colpito in un raid aereo “terroristi che operavano all’interno di un centro di comando e controllo nella Striscia di Gaza” situato “in un complesso che in precedenza fungeva da scuola, la ‘Ahmad Al-Kurd’, nell’area della Striscia di Gaza centrale”. L’Idf assicura di aver adottato “prima dell’attacco numerose misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili” e accusa Hamas di abuso sistematico delle infrastrutture civili”.

Usa, da Israele nessuna garanzia su impianti nucleari Iran

Israele non ha fornito alcuna assicurazione agli Stati Uniti sul fatto che la rappresaglia all’attacco di martedì non prenda di mira i siti nucleari iraniani. Lo hanno riferito alte fonti del dipartimento di Stato alla Cnn.  Il funzionario ha aggiunto che è “davvero difficile dire” se Israele utilizzerà l’anniversario degli attacchi del 7 ottobre di Hamas per vendicarsi. Le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto la comunità beduina araba di al-Mlaihat, a nord-ovest della città di Gerico, nella Cisgiordania occupata”. Lo afferma un attivista locale, citato dall’agenzia palestinese Wafa. Hasan Mlaihat, supervisore dell’Organizzazione al-Baidar per la difesa dei diritti dei beduini, ha affermato che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella comunità, saccheggiato tutte le abitazioni e condotto un censimento elettronico della popolazione, registrando i numeri delle loro carte d’identità. Ha aggiunto – scrive Wafa – che il raid è stato condotto nel contesto più ampio dei tentativi israeliani di espellere con la forza e di effettuare una pulizia etnica di tutte le comunità beduine palestinesi nella valle del Giordano, come preludio all’appropriazione delle loro terre.



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