Negli Stati Uniti ci sono milioni di persone considerate aventi diritto al voto che però non voteranno. È da tempo che se ne parla, ma ora che si avvicina la data delle elezioni, il fatto che migliaia di elettori aventi diritto non eserciteranno un loro diritto è divenuto motivo di discussione in America perché c’è chi sostiene che questo è un male per la democrazia statunitense stessa. Il voto è il modo principale per gli americani di partecipare direttamente al loro governo, scegliendo chi li rappresenterà dal livello locale a quello nazionale. La rapida ascesa di Kamala Harris alla guida del partito democratico ha dato energia a un partito che era diviso sulla candidatura del presidente Joe Biden. Tuttavia, la decisione anche di una minima parte degli elettori di non partecipare alla corsa potrebbe avere grandi implicazioni in alcuni degli stati più competitivi come per esempio il Michigan. Secondo uno studio del Center for Inclusive Democracy presso l’Università della California del Sud, oltre 75 milioni di persone aventi diritto al voto, tra cui quasi 35 milioni di neri, ispanici e asiatico-americani, non hanno espresso il loro voto alle elezioni presidenziali del 2020. Il tasso di affluenza alle urne negli Stati Uniti è costantemente inferiore rispetto ad altre democrazie consolidate, ha affermato Mindy Romero, direttrice del centro presso la USC. L’elettorato che vota non è rappresentativo dell’intera popolazione, ha aggiunto, “e questo non è un bene per quelle comunità che sono sottorappresentate”.
In un sondaggio FiveThirtyEight/Ipsos che ha esaminato il comportamento di voto tra i cittadini statunitensi prima delle elezioni del 2020, ha portato alla luce dati inquietanti. Il 25% degli americani non ha mai votato o non ha votato in più di un’elezione. Quasi 4 su 10 non votanti durante le elezioni del 2020 avevano meno di 30 anni, mentre solo circa 1 su 10 elettori ne aveva, ha scoperto VoteCast. Circa 2 astenuti su 10 hanno dichiarato di non credere che il loro voto abbia importanza. Le persone che partecipano alle elezioni sono generalmente quelle che sono sintonizzate sulla politica, con le opinioni più forti. Circa 8 elettori su 10 alle elezioni presidenziali del 2020 hanno dichiarato di essere “estremamente interessati” alle elezioni, rispetto a circa 3 non elettori su 10. I non elettori avevano molte più probabilità di essere solo “abbastanza interessati” alle elezioni. In altri modi, i non elettori del 2020 erano semplicemente meno coinvolti nella politica. Ed è probabile che non ne sapessero abbastanza per avere un’opinione sui candidati alla vicepresidenza o sui partiti democratico o repubblicano.
Circa un quarto dei non votanti ha affermato che un’avversione generale per la politica impedirebbe loro di votare alle elezioni. Circa 2 su 10 hanno affermato di non apprezzare i candidati in generale, ed erano più propensi degli elettori ad avere una visione sfavorevole sia di Donald Trump sia di Biden. La guerra tra Israele e Hamas ha suscitato accese passioni e provocato proteste, dai campus universitari alla Convention nazionale democratica di agosto a Chicago, dove alcune migliaia di dimostranti hanno marciato per le strade per chiedere un cessate il fuoco. Le leggi statali proibiscono a milioni di persone coinvolte nella giustizia penale di esprimere il proprio voto, sebbene la tendenza sia stata quella di ripristinare il diritto di voto. I requisiti di identificazione degli elettori in alcuni stati hanno un impatto sui potenziali elettori, in particolare i senzatetto. Insomma il 5 novembre non è lontano, e le incognite sono ancora tante!
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