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Nuovi rischi aumentano la minaccia pandemica su scala globale


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Photo by Polina Tankilevitch on Pexels.com

I recenti focolai del virus Marburg, Mpox e l’ultimo ceppo di influenza aviaria (H5N1) sono un duro promemoria della vulnerabilità del mondo alle pandemie. Solo nel 2024 si sono già verificati 17 focolai di malattie pericolose. Ogni nuovo focolaio espone le linee di faglia nell’attuale architettura di prevenzione delle pandemie e nella prontezza globale a rispondere ai focolai di malattie. Una pletora di rischi aumenta la probabilità di nuove pandemie secondo un nuovo rapporto del Global Preparedness Monitoring Board (GPMB). Il rapporto, lanciato al 15 ° World Health Summit di Berlino, delinea 15 fattori chiave del rischio di pandemia, classificati in cinque gruppi distinti: sociale, tecnologico, ambientale, economico e politico. GPMB, un’iniziativa sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Banca Mondiale, monitora i fattori di rischio pandemico e supervisiona la preparazione globale. Il rapporto sottolinea l’urgenza di comprendere la vulnerabilità globale alle minacce e chiede un radicale reset dell’approccio collettivo alla preparazione alla pandemia. La mancanza di fiducia tra e all’interno dei paesi, l’iniquità, l’agricoltura intensiva e la probabilità di contaminazione tra esseri umani e animali sono tra le principali minacce delineate nel rapporto. Il rapporto identifica anche nuovi rischi al di fuori dei tradizionali fattori sanitari. La connettività digitale ha permesso agli scienziati di sequenziare e condividere rapidamente i dati sui patogeni e di personalizzare le risposte sempre più velocemente. Tuttavia, questa impronta digitale lascia esposti i sistemi sanitari e le società. Gli attacchi informatici, le crescenti minacce alla biosicurezza e la rapida diffusione di informazioni errate aumentano il rischio di una pandemia. “La prossima pandemia non aspetterà che perfezioniamo i nostri sistemi”, ha affermato Joy Phumaphi, co-presidente del GPMB ed ex ministro della Salute del Botswana. “Dobbiamo investire ora in sistemi sanitari primari resilienti ed equi per resistere alle sfide di domani”. Il rapporto identifica i fattori complessi e interdipendenti che determinano il rischio di pandemie. Tuttavia, sottolinea anche che la volontà di costruire flessibilità nella risposta, proteggere proattivamente la società e investire in sforzi collaborativi può ridurre significativamente il rischio e migliorare la preparazione. Per proteggersi efficacemente, tutte le nazioni devono rafforzare i propri sistemi sanitari, dare priorità alla protezione sociale e garantire che i servizi sanitari essenziali siano disponibili a tutte le comunità, in particolare a quelle più vulnerabili e svantaggiate. Il PIL da solo non è una misura della resilienza a una pandemia. La preparazione dovrebbe incorporare strategie che spaziano tra le interfacce della salute umana, animale e ambientale. Il rapporto chiede una maggiore collaborazione tra i settori per mitigare i rischi associati alle pandemie, riconoscendo che la salute di un settore è strettamente legata alla salute degli altri. “Abbiamo una stretta finestra di opportunità per ripensare la preparazione globale: per valutare i rischi che si estendono ben oltre il settore sanitario e per affrontare alcuni di questi in modo molto più proattivo, in un modo che sia adattato a ciascun contesto”, ha affermato Kolinda Grabar-Kitarović, Co-Presidente del GPMB ed ex Presidente della Croazia. “Vigilanza, adattabilità e collaborazione devono definire la nostra preparazione ora, in modo che siano integrate nella risposta”. Il rapporto fornisce un quadro per i decisori politici per adattare le strategie sanitarie esistenti e migliorare le misure di protezione contro le future pandemie. Ciò include garantire che i piani di prevenzione e risposta siano regolarmente rivisti e sufficientemente flessibili per rispondere a tutte le situazioni. La prossima pandemia non seguirà lo stesso percorso del COVID-19 e la resilienza nelle future emergenze sanitarie dipende dagli investimenti in ricerca e sviluppo, tecnologia migliorata, infrastrutture sanitarie eque e una migliore comprensione della natura dinamica di tutti i fattori di rischio pandemico. Nel mondo interconnesso di oggi, la comunità globale deve assumersi la responsabilità collettiva della prevenzione e della risposta alle malattie, piuttosto che considerare la preparazione come un’attività a livello di singolo paese.



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