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Dopo l’approvazione del decreto migranti, Meloni incontra la Metsola per parlare dei principali temi dell’agenza internazionale


Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola. Al centro del colloquio, i principali temi dell’agenda internazionale: dall’aggressione russa all’Ucraina alla crisi in Medio Oriente, sino alla situazione in Venezuela. Nel corso dell’incontro, anche alla luce degli esiti del Consiglio Europeo del 17 ottobre, sono stati inoltre trattati i dossier europei di maggior rilievo, a partire dalla gestione comune del fenomeno migratorio. Particolare attenzione è stata, infine, riservata al rilancio della competitività del Continente anche in vista del Consiglio Europeo informale di Budapest del 7 e 8 novembre.

Lunedì scorso il governo italiano ha approvato il decreto migranti, che fa l’elenco dei cosiddetti “Paesi sicuri”, con l’obiettivo di porre rimedio allo scontro con il Tribunale di Roma che non aveva convalidato il trattenimento in Albania di 12 migranti, provenienti da Bangladesh e dall’Egitto, due Paesi che sono ora fra i 19 inseriti espressamente fra i “sicuri” in riferimento alle procedure di protezione internazionale. Il testo, composto di tre articoli, dopo il passaggio in Ragioneria per la bollinatura, è arrivato al Quirinale nel tardo pomeriggio ed è stato emanato in serata dal presidente Sergio Mattarella che ha anche autorizzato la presentazione in Parlamento del disegno di legge di conversione. Il testo potrebbe diventare un emendamento al decreto sui flussi migratori, che è già all’esame dell’Aula della Camera. Giorgia Meloni aveva avuto un veloce pour parler con Mattarella nel tardo pomeriggio, al termine del Consiglio supremo di Difesa, ed è immaginabile che si sia parlato anche dello scontro istituzionale che ha originato ol decreto che era in arrivo proprio in quel momento al Colle. La preoccupazione di Mattarella è quella di superare il conflitto apertosi con la magistratura e le incomprensioni in corso con l’Europa per arrivare a una interpretazione univoca.

Quindi il decreto ora pienamente operativo pare abbia già calmierato i toni fra governo e magistrati.

Anche il ministro della Giustizia Nordio, rispondendo al question time ha cercato di non fare affondi contro i magistrati.

La stretta sui rimpatri è stata molto forte: perché se da un lato il Governo sta premendo per un forte calo degli sbarchi, riuscendoci con un netto -61% sul 2023 e -30% sul 2022 grazie alla fitta rete di accordi con i Paesi di origine e di transito dei flussi, anche e soprattutto per bloccare il business dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, dall’altro l’esecutivo preme su una forte politica di rimpatri, come del resto richiede l’Europa sotto la spinta proprio dell’Italia. Rispetto allo stesso periodo del 2023, i rimpatri sono cresciuti del 16%. Il confronto con il 2022 invece è più vistoso: 34% è la crescita rispetto a due anni fa.

La notizia dei 28 migranti rimpatriati è, d’altronde, solo l’ultima di una sfilza di rimpatri di clandestini che erano arrivati in Italia in modo illegale. Solo pochi giorni prima, in effetti, la Guardia di Finanza aveva smantellata una rete di trafficanti di esseri umani: in quel caso, furono 13 le persone arrestate per il loro traffico illecito di vite umane nel Mediterraneo. L’operazione dei rimpatri prende ancora più importanza tanto più si considera la sua necessità dal punto di vista della sicurezza interna: tra i 28 rimpatriati, infatti, si nascondeva anche un estremista islamico. D’altra parte oramai è noto che i terroristi utilizzano con consapevolezza le rotte illegali di esseri umani verso l’Occidente per inserire loro uomini ed esportare la guerra santa islamica anche qui in Occidente. Si ricordi, ad esempio, il caso dell’imam bolognese, espulso proprio a causa dei suoi legami con il mondo fondamentalista. I vari attentati lo confermano: l’ultimo, quello di Solingen, in Germania, che ha provocato la morte di 3 persone e ha risvegliato l’attenzione sul tema dell’immigrazione clandestina di una Nazione, come la Germania, che fino ad allora era rimasta chiusa nelle derive no-border dei suoi governi di sinistra.



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