La corsa presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris è uno degli argomenti più divisivi. Molti osservatori si chiedono se Washington continuerà a sostenere l’Ucraina in caso di vittoria di Donald Trump, tenuto conto del fatto che il candidato repubblicano ha più volte affermato che la Russia non avrebbe mai invaso l’Ucraina se lui fosse stato ancora alla Casa Bianca aggiungendo di essere in grado oggi di risolvere le questioni belliche in un solo giorno. Provocazioni che sono alla base della campagna politica di Trump e che l’ex presidente continua a usare per attirare a sé quella parte di elettorato americano che non vede di buon occhio gli stretti rapporti di Pechino con la Russia sostenendo che questi rapporti non sono “normali scambi commerciali” come la Cina vuole far passare. Trump nei suoi ultimi comizi ha spesso decantato il suo “ottimo rapporto” con Putin, ma ha anche elogiato quello col presidente ucraino Volodymyr Zelensky che lui ha incontrato per la prima volta cinque anni fa, promettendo di negoziare un accordo Ucraina-Russia “positivo per entrambe le parti”.
E la Harris? Ha promosso “sostegno incrollabile al popolo ucraino” per contrastare la forza dell’esercito russo che ha l’obiettivo di diventare il secondo più grande dopo quello cinese, con 1,5 milioni di uomini. Molti osservatori politici affermano che la guerra in Ucraina ha cambiato la “logica” delle relazioni tra la Russia e l’Occidente perché ora la Russia non viene più percepita come una “minaccia sostanziale” grazie anche agli sforzi dell’Europa per ridurre la dipendenza dalle sue forniture energetiche che hanno ridotto l’efficacia di una delle sue principali leve politiche. In un’intervista con Sky News Arabia il mese scorso, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto: “Non riporremo mai più le nostre speranze nell’arrivo di un ‘bravo ragazzo’ alla Casa Bianca o in qualsiasi altra capitale occidentale, che aiuterà a sistemare le cose nel nostro Paese. Alla fine abbiamo concluso che l’autosufficienza era l’opzione migliore”. Cina e Russia hanno dichiarato una partnership “senza limiti” all’inizio del 2022, poche settimane prima che Putin lanciasse un’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Sebbene Pechino abbia sottolineato che la loro relazione non è un’alleanza formale e non “prende di mira nessuna terza parte”, l’allineamento tra i due vicini ha continuato ad approfondirsi di fronte alla crescente pressione degli Stati Uniti. Putin e il presidente cinese Xi Jinping hanno ribadito il loro stretto rapporto durante il loro ultimo incontro, il terzo di quest’anno, al vertice dei Brics nella città russa di Kazan. Xi ha affermato che la “profonda e duratura amicizia” tra i due paesi “non cambierà” e ha chiesto un “coordinamento strategico globale” più profondo, mentre Putin ha affermato che la Russia ha pienamente intenzione di espandere la cooperazione con la Cina su “tutte le piattaforme multilaterali per garantire la sicurezza globale e promuovere un ordine mondiale più equo”. Il commercio bilaterale annuale tra i due Paesi ha raggiunto la cifra record di 240 miliardi di dollari nel 2023, superando l’obiettivo dei Paesi di 200 miliardi di dollari l’anno, prima di quanto previsto. Secondo i dati doganali cinesi, nei primi otto mesi del 2024 le importazioni e le esportazioni della Cina con la Russia sono aumentate dell’1,9% rispetto all’anno precedente, sebbene a un tasso inferiore rispetto al tasso di crescita del commercio estero complessivo della Cina. Negli ultimi mesi le due potenze hanno anche intensificato le esercitazioni militari congiunte e ampliato la loro cooperazione nell’Artico.
Molti sono i politici e studiosi che affermano che è improbabile che il sostegno reciproco tra Russia e Cina cambi, indipendentemente da chi diventerà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Probabilmente la Russia potrebbe ricevere meno sostegno economico se le relazioni con la Cina peggiorassero. C’è stato un tempo in cui era ragionevole pensare che la Russia potesse cercare di contrastare il potere cinese nell’Asia orientale, ma questa possibilità non si è concretizzata, secondo un rapporto pubblicato il mese scorso dal think tank Center for a New American Security con sede a Washington. “Nel prossimo futuro, la Russia sarà probabilmente meno capace materialmente e meno disposta strategicamente a fungere da contrappeso alla Cina”, afferma il rapporto.
Ma il documento, scritto da Jacob Stokes, Evan Wright e Nathaniel Schochet, raccomanda ai politici statunitensi di tenere d’occhio i potenziali disaccordi tra le due potenze e di identificare le opportunità per creare dei cunei tra loro quando si presenteranno. Vero è però che la Cina potrebbe dover prestare attenzione alla possibilità che la Russia in futuro possa avvicinarsi all’Occidente in futuro, soprattutto se Trump verrà rieletto.
E se Trump vincesse? A quel punto per la Cina sarebbe importante che i suoi importanti progetti di infrastrutture di trasporto ed energetiche in Asia centrale venissero interrotti da Mosca, responsabile del blocco di un collegamento ferroviario con il Kirghizistan e l’Uzbekistan. Ma sarebbe ancora più importante che la Cina non sia facilmente vincolato né dagli Stati Uniti né dalla Russia.
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