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Ma gli endorsement dei Vip per vincere la corsa alla Casa Bianca servono per davvero?


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Photo by SHVETS production on Pexels.com

Mentre Donald Trump e Kamala Harris stanno correndo contro il tempo per ottenere ancora un piccolo vantaggio prima del giorno delle elezioni del 5 novembre, gli ultimi sondaggi mostrano la Harris con un leggero vantaggio del 2% su Trump. Una Harris combattiva, che dopo 4 anni di quasi totale silenzio, di fatto un’ombra alle spalle di Biden, ora sta cercando di fare tutto il possibile per mostrare il meglio di sé, al punto da prendere anche le distanze dall’attuale presidente. “Io non sono Biden”, ha più volte detto, discostandosi persino dalla sua politica sull’immigrazione e sulla guerra. Qualche passo da gambero l’ha fatto pure Trump seppur di gran lunga minore per raccogliere più accoliti, ma oramai c’è chi dice che i giochi sono fatti. Oltre 80 milioni di americani ha già espresso il proprio voto. Oramai sono pochi gli stati considerati in bilico e ora sia la Harris sia Trump stanno facendo gli ultimi comizi per convincere gli indecisi.

La Harris dopo l’appoggio degli Obama, dei Clinton, ha deciso poi di puntare sul sostegno politico delle celebrità perché anche quelle potrebbero far pendere la bilancia dalla sua parte. In queste ore però c’è chi si domanda se gli endorsement delle persone famose possono per davvero garantire un vantaggio. Il primo endorsement politico da parte di una celebrità risale agli anni ’20, quando Douglas Fairbanks e Mary Pickford, noti come “il re e la regina di Hollywood”, sostennero la campagna di Warren Harding per diventare il 29° presidente degli Stati Uniti. Fairbanks e Pickford non furono le uniche celebrità a sostenere Harding in quelle elezioni. Al Jolson, una star della canzone ebreo-americana famosa soprattutto per la sua performance con il volto dipinto di nero nel primo “talkie” del 1927 intitolato The Jazz Singer, sostenne Harding a pagamento pubblicando una canzone intitolata The People for Harding, e lo spartito raffigurava sia la sua immagine sia quella di Harding, una accanto all’altra. Quindi, la gente comprava lo spartito e lo suonava al pianoforte a casa, ed era un grande intrattenimento per la classe media.La tendenza continuò a evolversi negli anni ’60 quando John F. Kennedy si candidò alla presidenza. Con il suo carisma giovanile, il suo aspetto sorprendentemente attraente e la presenza dinamica della moglie  Jacqueline, la famiglia Kennedy catturò il pubblico americano. Il loro fascino fu ulteriormente accresciuto dalla loro associazione con il Rat Pack, che comprendeva cantanti iconici come Frank Sinatra e Dean Martin, che consolidò il loro status di figure culturali. Più avanti notevole nel 2008 fu il sostegno di Oprah Winfrey a Barack Obama. Tutt’oggi c’è chi dice che abbia portato circa un milione di nuovi sostenitori ad Obama, evidenziando il notevole impatto che una celebrità di alto profilo può avere su una campagna politica. 

Le sponsorizzazioni politiche delle celebrità però possono essere un’arma a doppio taglio. Sebbene abbiano il potenziale di dare energia e influenzare gli elettori, presentano anche delle sfide. Dal lato positivo, le approvazioni di celebrità di alto profilo possono aumentare significativamente la visibilità e l’attrattiva di un candidato, in particolare tra gli elettori più giovani. Le celebrità spesso possiedono vaste piattaforme che possono amplificare un messaggio politico, rendendolo più riconoscibile e coinvolgente. Il loro potere da star può mobilitare i fan a partecipare al processo politico, creando un senso di urgenza ed entusiasmo attorno a una campagna. Tuttavia le sponsorizzazioni sostenute dalle celebrità possono anche ritorcersi contro se il pubblico percepisce la celebrità come fuori dal mondo o se ha una reputazione controversa. Questa complessità significa che, mentre le sponsorizzazioni di celebrità possono essere una risorsa preziosa in una campagna politica, devono essere affrontate con cautela e considerazione strategica. 

Quali celebrità stanno sostenendo Kamala Harris?  

Pop star come Billie Eilish, Olivia Rodrigo e Taylor Swift hanno espresso pubblicamente il loro sostegno; quest’ultima è intervenuta per mettere le cose in chiaro dopo che sui social media ha iniziato a circolare un’approvazione di Trump generata dall’intelligenza artificiale. Charli XCX è stata tra le prime pop star a schierarsi dietro Harris, usando lo slogan accattivante “Kamala is brat”, che ha rapidamente guadagnato popolarità su TikTok. In un grande esempio di “TikTokification” o marketing virale , la campagna di Harris ha abbracciato questo slancio, adottando i colori e il font “Brat” nei propri materiali promozionali, fondendo efficacemente la cultura pop con il marchio politico per coinvolgere gli elettori più giovani. Oltre ai musicisti, molti attori di spicco si sono fatti avanti per sostenere Harris. George Clooney, Jamie Lee Curtis, Ben Stiller e Jane Fonda, per citarne alcuni, hanno espresso il loro sostegno alla campagna e alla visione di Harris.  La Harris, che si identifica con orgoglio come una donna di colore birazziale , ha anche ottenuto importanti consensi da parte di molte celebrità di colore, tra cui i registi Ava DuVernay e Spike Lee, i rapper Lil Jon e Common e le cantanti Beyoncé e Patti LaBelle.  

A quali celebrità è stato chiesto di sostenere Donald Trump? 

Da parte di Trump, il sostegno arriva da un mix eterogeneo di celebrità provenienti dal mondo dello sport, dello spettacolo e da influenti leader di pensiero. Kid Rock è stato un sostenitore esplicito, arrivando persino a minacciare di lasciare gli Stati Uniti se Trump perdesse. Altri musicisti degni di nota che sostengono Trump includono Jason Aldean, Kanye West e Azealia Banks, ognuno dei quali sfrutta le proprie piattaforme per ottenere supporto. Nel regno degli affari, il miliardario e fondatore di SpaceX Elon Musk ha pubblicamente promesso di donare 45 milioni di dollari agli sforzi volti a garantire l’elezione di Trump. Hollywood non è esclusa, con l’attore Dennis Quaid che partecipa e parla ai comizi di Trump, esortando gli ascoltatori a “scegliere la parte della Costituzione”. Inoltre, gli attori Jon Voight, Roseanne Barr e Zachary Levi hanno tutti espresso il loro sostegno. Insieme, questi endorsement dimostrano che le associazioni di celebrità di Trump si basano pesantemente su un mix di personalità audaci e voci influenti. È interessante notare che, mentre la Harris ha ottenuto il sostegno degli ex presidenti Barack Obama, Bill Clinton e Jimmy Carter, e persino dell’ex vicepresidente repubblicano Dick Cheney, nessun ex presidente degli Stati Uniti ha espresso sostegno a Trump. 

Il risultato finale? Lo vedremo a breve.



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