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In Italia i centenari sono 22mila e i semi-supercentenari 700mila


two adult women beside each other
Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.com

Al 1° gennaio 2024 il numero di centenari residenti in Italia è arrivato a quota 22.552, l’81% dei quali di sesso femminile. Considerando che al 1° gennaio 2014 i centenari erano 17.252, ciò significa che la crescita in un solo decennio è stata di oltre il 30%. Alla stessa data, i residenti con almeno 105 anni di età (semi-supercentenari) hanno raggiunto quota 677. Questi ultimi, contrariamente ai primi, hanno registrato una netta diminuzione rispetto ai 1.047 individui rilevati nel 2020 per una ragione di carattere strutturale: negli ultimi quattro anni sono entrati progressivamente nella classe di età degli over 105enni i superstiti delle generazioni nate negli anni della Prima Guerra Mondiale, contraddistinti da una natalità contingentemente più bassa.

Questo effetto strutturale aveva interessato tra il 2016 e il 2019 le generazioni precedenti, portando a un calo della popolazione di 100 anni e più, che a partire dal 2020 ha ripreso a crescere in misura consistente registrando un incremento di quasi il 60% tra il 2019 e il 2024

Tra i semi-supercentenari ci sono molte più donne: sono infatti 600, pari all’89% del totale, contro 77 uomini (11%). e ciò avvalora il fatto che le donne italiane sono più longeve degli uomini.

Oltre 8.500 residenti hanno superato i 105 anni di età tra il 2009 e il 2024

Nei 15 anni di rilevazione della popolazione semi-super e supercentenaria, ovvero nel periodo 2009-2024, nel complesso sono 8.521 gli individui che hanno superato la soglia dei 105 anni di età, di cui 7.536 donne (88%) e 985 uomini (12%). I nomi di battesimo più diffusi? Giuseppe per gli uomini e Maria per le donne, seguiti da Antonio e Rosa al secondo posto e Giovanni e Anna al terzo. Tanto le donne quanto gli uomini che hanno raggiunto i 105 anni di età sono quasi tutti nello stato civile di vedovanza (86% e 81% rispettivamente). Le differenze maggiori si riscontrano tra i celibi e le nubili, i maschi sono il 6% e le femmine il 12%, ma soprattutto tra i coniugati e le coniugate dove le donne rappresentano solo l’1%, mentre gli uomini il 13%, per effetto della maggiore longevità femminile che porta più frequentemente le persone di sesso maschile a trascorrere gli ultimi anni della propria vita ancora con il partner.

* Lo stato civile di divorziato/a non è riportato in Figura in quanto residuale (inferiore allo 0,5%)

Complessivamente sono stati 200 gli individui che tra il 2009 e il 2024 hanno oltrepassato i 110 anni di età, il 92% dei quali di genere femminile. Al 1° gennaio 2009, di questi solo 10 erano in vita, mentre al 1° gennaio 2024 ben 21 lo sono ancora, per una crescita più che raddoppiata in 15 anni.

All’inizio del 2024 la persona più anziana risulta essere una donna residente in Emilia-Romagna, a ottobre di quest’anno ha potuto tagliare il traguardo dei 114 anni di età. Tra gli uomini, il più anziano vivente al 1°gennaio 2024 era un individuo residente in Molise di 110 anni di età, successivamente scomparso nel corso dei primi mesi dell’anno. A fine ottobre il ‘nuovo’ decano risiede in Basilicata e ha anch’egli superato i 110 anni.

Rimangono, pertanto, ancora imbattuti i record assoluti di longevità maschili e femminili italiani, rispettivamente detenuti da Antonio Todde (residente in Sardegna) deceduto nel 2002 poche settimane prima di compiere 113 anni e soprattutto da Emma Morano (residente in Piemonte) deceduta nel 2017 all’età di 117 anni che, finché in vita, aveva ottenuto il primato di donna contemporanea più longeva al mondo. Oggi questo record è detenuto a livello mondiale da John Alfred Tinniswood, cittadino inglese, tra gli uomini (112 anni di età) e da Tomiko Itooka, cittadina giapponese, tra le donne (116 anni). In assoluto, da quando esiste una documentazione ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, la donna più longeva della storia è stata Jeanne Calment, cittadina francese deceduta nel 1997 all’età di 122 anni. L’uomo più longevo, invece, è stato Jirōemon Kimura, cittadino giapponese deceduto nel 2013 all’età di 116 anni.   

Eterogenea la distribuzione territoriale dei centenari

Gli oltre 22mila centenari viventi al 1°gennaio 2024 sono distribuiti sul territorio in maniera eterogenea. La Lombardia è la regione con la presenza più alta in valore assoluto, con oltre 3mila residenti, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna che ne contano oltre 2mila. Discorso analogo per i semi-supercentenari che si concentrano in Lombardia con più di 100 residenti, quindi in Emilia-Romagna e Veneto con oltre 60 individui.

In termini relativi la rappresentazione territoriale della popolazione centenaria cambia. La Liguria, infatti, è la regione con la concentrazione più elevata di centenari, 61 ogni 100mila residenti, seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). La Lombardia con un valore del 34 per 100mila si posiziona nelle ultime posizioni, anche al di sotto del valore nazionale (38 per 100mila).

Limitando l’analisi alla sola popolazione semi-supercentenaria è invece il Molise a presentarne la maggiore concentrazione, 3,1 ogni 100mila residenti, seguita dalla Liguria (2,4) e dalla Basilicata (2,1).

Valori per 100.000 residenti

In riferimento alla tipologia di residenza, fra i centenari predomina la quota di coloro che vive in famiglia (89,4% nella classe 100-104 anni; 89,5% fra i 105+ anni) rispetto a chi risiede in una convivenza istituzionalizzata. Fra i supercentenari la quota di chi vive in famiglia sale al 96,7%, il che può dipendere sia da una carenza di strutture specializzate nell’assistere persone super longeve sia dal fatto che la famiglia possa costituire un fattore di protezione laddove si abbia necessità di cure e attenzioni personalizzate che solo un ambiente familiare può offrire.



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