A poche ore dalla conclusione degli accordi di Baku, Donald Trump, 47esimo presidente degli Stati Uniti, che inizierà il suo mandato il 20 gennaio del prossimo anno, ha dichiarato che intende rilanciare la produzione energetica del Paese e invertire una serie di politiche dell’era Biden volte a eliminare i combustibili fossili. E per perseguire questo obiettivo ha già scelto tre sono le persone: Chris Wright a capo del Dipartimento dell’energia, il governatore del Dakota del Nord, Doug Burgum a capo del Dipartimento degli interni e l’ex deputato Lee Zeldin a capo dell’Agenzia per la protezione ambientale, che se confermati dovranno di fatto ripristinare ed espandere la produzione di petrolio e gas naturale, che Trump chiama “oro liquido”.
Burgum avrà il compito di aumentare i permessi per la produzione di petrolio e gas su terreni e acque federali, Zeldin , che ha prestato servizio alla Camera per quattro mandati e si è candidato senza successo a governatore di New York nel 2022, sarà invece incaricato di porre fine ai nuovi limiti alle emissioni dell’EPA per le centrali elettriche il cui obiettivo è quello di eliminare le centrali a carbone e a limitare significativamente la produzione delle centrali a gas naturale. Inoltre dovrà anche abrogare il nuovo standard sulle emissioni allo scarico dell’EPA , che costringerebbe gran parte della nuova flotta di veicoli della nazione a passare all’elettrico entro il 2030.
Insomma un duro colpo ai gruppi anti-combustibili fossili che erano invece preparati al fatto che la nazione dovesse passare completamente alle energie rinnovabili per scongiurare il cambiamento climatico raggiungendo l’obiettivo di emissioni “nette zero” entro e non oltre il 2050. Curioso è il fatto che mentre Biden stava mettendo in pratica numerose azioni per ridurre l’uso di combustibili fossili, la produzione di petrolio e gas negli Usa durante la sua amministrazione ha subito un’impennata. Solo per dire un dato, la produzione di petrolio su terreni pubblici è aumentata di oltre mezzo milione di barili al giorno. Ecco perché all’inizio di quest’anno, l’Energy Information Administration degli Stati Uniti ha dichiarato che la nazione produce annualmente più petrolio di qualsiasi altro paese nella storia.
Ora però è guerra aperta. E mentre Trump fa già spallucce c’è chi promette battaglie in tribunale: “Abbiamo fatto causa a Trump 266 volte durante la sua prima amministrazione. Trump 2.0 può aspettarsi di più da noi”, ha affermato Kierán Suckling, direttore esecutivo del Center for Biological Diversity.
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