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Auto usate importate dall’estero? Ecco i principali rischi


mercedes benz parked in a row
Photo by Pixabay on Pexels.com

Con un valore di quasi 55 miliardi di euro e una crescita annuale importante, il mercato europeo delle auto usate è tra i più grandi al mondo. Tuttavia, tra le numerose opportunità che offre, chi desidera acquistare un veicolo di seconda mano può trovarsi ad affrontare alcuni rischi. CarVertical, società leader nella raccolta di dati per il settore automobilistico, ha recentemente intervistato 178 concessionari di auto che operano in diversi Paesi europei e ha scoperto alcuni fatti interessanti che possono aiutare a prendere decisioni di acquisto più consapevoli quando si parla di auto usate.

Germania e Belgio sono i Paesi da cui le concessionarie in Italia importano più auto usate

Le esportazioni e le importazioni di veicoli sono essenziali per lo sviluppo del mercato dell’usato in Europa e l’Italia è un Paese che non fa eccezione. Il 56% dei concessionari di auto di seconda mano italiani intervistati da carVertical ha infatti dichiarato di importare veicoli dall’estero. Le auto importate contribuiscono a creare una maggior varietà di offerta sul mercato, arricchendo la fornitura di marche e modelli differenti, equipaggiamenti unici e prezzi competitivi. Tuttavia, questi elementi dipendono fortemente dalla provenienza dei veicoli. Secondo il sondaggio di carVertical, i primi cinque Paesi da cui le concessionarie italiane importano auto usate sono Germania (46%), Belgio (22%), Spagna (16%), Austria (16%) e Francia (14%).

Danni nascosti e chilometraggio manomesso: ecco i rischi di acquistare auto usate importate

Il clima, le infrastrutture e le abitudini dei conducenti variano da Paese a Paese e questo può comportare alcuni problemi quando si tratta di importazione di automobili. Ad esempio, i veicoli provenienti dalla Germania hanno spesso un chilometraggio più elevato rispetto ad altre auto simili provenienti da altri Paesi, perché le ottime infrastrutture stradali tedesche consentono ai conducenti di percorrere più chilometri in poco tempo: la ricerca di carVertical ha rivelato inoltre che il 5% delle auto importate in Italia dalla Germania aveva il contachilometri manomesso e il 75% di esse presentava danni, che potrebbero essere legati alle grandi distanze percorse. Le auto importate dal Belgio tendono invece a essere più usurate a causa delle condizioni stradali e dell’elevato numero di chilometri che percorrono. Nonostante tutte le auto in Belgio siano dotate di un Car-Pass[2] che aiuta a ridurre la probabilità di frodi sul chilometraggio, il 7% delle auto controllate provenienti da questo Paese ha comunque riportato un chilometraggio errato. Inoltre, tra le auto importate in Italia, quelle provenienti dal Belgio hanno i più alti tassi di danneggiamento (83%). La percentuale di veicoli danneggiati provenienti dalla Spagna è inferiore rispetto al Belgio: il 6% di tutte le auto controllate presentava una documentazione attestante danni. Tuttavia, il 3% delle auto aveva anche il contachilometri alterato, con una media di 87.174 km manomessi per veicolo. Ciò significa che se un’auto mostra 100.000km sul contachilometri dopo 5 anni di utilizzo, ma è stata alterata, il suo chilometraggio effettivo potrebbe essere anche doppio.

Secondo i dati di carVertical, il 6% delle auto importate in Italia dall’Austria aveva il contachilometri manomesso e il 53% era danneggiato. Visto che il Paese vanta strade strette, le auto tendono a presentare ammaccature, graffi e altri danni

Per quanto riguarda le auto importate dalla Francia, al 5,4% dei veicoli è stato manomesso il contachilometri e il 28,4% ha riportato danni. Le auto provenienti da questo Paese possono aver registrato alti chilometraggi e danni a causa dell’intenso pendolarismo cittadino e della guida su lunghe distanze, fattori che contribuiscono ad aumentarne l’usura.

“Molte auto usate sul mercato sono danneggiate, hanno un chilometraggio elevato o altri problemi non dichiarati, e dovrebbe essere nell’interesse di ogni concessionario verificare la storia di ogni veicolo prima di importarlo. Questo garantirebbe un mercato dell’usato più trasparente, in cui gli acquirenti non dovrebbero preoccuparsi di eventuali problemi nascosti e i venditori non perderebbero tempo a nascondere i difetti”, ha detto Matas Buzelis, Head of Communications di carVertical, sottolineando l’importanza del verificare la storia delle auto prima di importarle da parte dei concessionari

La maggior parte delle esportazioni di auto italiane è diretta in Germania e Bulgaria

L’esportazione di auto di seconda mano è una pratica comune tra i concessionari in Italia – il 48% di questi ha infatti dichiarato di vendere auto all’estero. Le maggiori destinazioni di esportazione includono Germania (11%), Bulgaria (11%), Francia (10%), Polonia (6%) e Croazia (6%).

È interessante notare che alcuni dei maggiori Paesi di esportazione e importazione sono gli stessi: secondo Buzelis, questo è un altro importante promemoria per conoscere la storia delle auto usate prima di acquistarle. “Molte persone preferiscono i veicoli provenienti dalla Germania o dalla Francia, ma poiché le esportazioni e le importazioni sono così comuni, è possibile acquistare un’auto usata in Germania senza sapere che ha trascorso tutta la sua vita in un altro Paese. Tuttavia, è più facile essere certi di cosa si sta acquistando dopo aver ottenuto lo storico del veicolo, in quanto può rivelare la sua cronologia, compresi i luoghi di immatricolazione, i test MOT e i cambi di proprietà”.



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